Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Germano Maccioni
Fotografia: Marcello Dapporto
Montaggio: Walter Cavatoi e Germano Maccioni
Musiche: CCCP, CSI, Giovanni Lindo Ferretti e Lorenzo Esposito Fornasari
Suono: Fabrizio Cabitza
Italia, 2013 – Documentario – Durata: 74′
Uscita: 10 maggio 2013
Distribuzione: Cineteca di Bologna in collaborazione con Articolture e Apapja

Sale: 1

 Il Ritratto di un Poeta Contemporaneo

Giovanni Lindo Ferretti è uno degli artisti e pensatori più innovativi nell’Italia del secondo Dopoguerra. Musicalmente è considerato come uno dei padri del punk italiano e la storia dei CCCP Fedeli alla Linea prima e poi dei CSI hanno segnato la storia della musica rock nel nostro paese, elevando la provincia emiliana a scenario universale. Nato in un paesino sull’Appennino emiliano, dopo aver studiato in un collegio a Reggio Emilia, la militanza in Lotta Continua, gli anni a Berlino dove incontra Massimo Zamboni, con il quale fonda nel 1982 gli CCCP, gruppo punk filosofico sciolto nel 1990, e con il quale poi creerà due anni dopo i CSI, attivi fino al 2000: tutto questo, e molto altro, viene raccontato in un documentario intimo ed intenso, affrontato come un dialogo privato tra le mura della sua casa.
L’impegno di Giovanni Lindo Ferretti nella musica, nella letteratura e nel teatro, lo hanno reso, nel tempo, un vero e proprio punto di riferimento per intere generazioni. Fedele alla linea, titolo impegnativo che riprende il nome del primo gruppo dell’artista, è diretto da Germano Maccioni, attore teatrale e documentarista, e vuole svelare la saga umana di un uomo complesso che ancora oggi è capace di scatenare sentimenti e opinioni contrastanti. Seguendo la forma del dialogo, vengono affrontati temi differenti, dal cristianesimo al comunismo, dalla musica popolare alle letture salmodianti, dalle emozioni del palcoscenico a quelle nuove ma ugualmente stimolanti della stalla, a cui attualmente si dedica. Le storie famigliari si mescolano a riflessioni esistenziali ed intellettuali profonde che partono da un uomo che ha profondamente messo in discussione se stesso.
Maccioni utilizza preziosi materiali d’archivio: inedite immagini dei CCCP Fedeli alla Linea nella Berlino degli anni del Muro, vhs mai visti recuperati all’interno del Fondo Valdesalici, foto di famiglia, estratti dal film di Luca Gasparini, Tempi Moderni, sequenze del film di Davide Ferrario, Sul 45° parallelo, fino alle riprese del tour “A cuor contento”.
Fedele alla linea nasce dal desiderio di Giovanni Lindo Ferretti di raccontare il suo ultimo progetto artistico, “Saga, il Canto dei Canti”, un’opera epica equestre che racconta il legame millenario tra uomini, cavalli e montagne. Quelle stesse montagne che sono diventate la sua casa, il suo rifugio, la sua tana. Questo documentario, commovente e altamente introspettivo, verrà distribuito dalla Cineteca di Bologna, che lo renderà disponibile a tutti gli Enti, le sale, i Comuni, e le Associazioni interessate, e sarà possibile conoscere le date delle proiezioni aggiornate sul sito del film www.fedeleallalinea.it/proiezioni

Voto: * * * .

Giada Valente

 Conferenza stampa – Roma

Si è tenuta a Roma, presso l’Auditorium del Sacro Cuore, la Conferenza Stampa del documentario Fedele alla linea di Germano Maccioni che racconta l’intensa saga umana di Giovanni Lindo Ferretti, leader prima dei CCCP Fedeli alla Linea, poi dei CSI ed infine dei PGR. Il progetto nasce dal desiderio di svelare una delle personalità artistiche più controverse dei giorni nostri, e di descrivere il suo ultimo lavoro, uno spettacolo teatrale equestre che narra degli albori degli uomini, dal titolo Saga, il Canto dei Canti.
Presenti all’incontro con i giornalisti, il protagonista del documentario, Giovanni Lindo Ferretti, il regista, i produttori Ivan Olgiati di Articolture e Simone Bachini di Apapaja e il distributore Andrea Peraro della Cineteca di Bologna.
Il primo a voler spiegare la natura di Fedele alla Linea è Germano Maccioni, il regista: “Avevo voglia di raccontare questa storia che è una storia molto forte, e Giovanni mi ha da subito detto sono disposto a parlarti di cose di cui non ho più voglia di parlare. Per cominciare questo lavoro sono partito da una poesia di Pasolini che si chiama Io sono una forza del passato. Questa poesia nel film La Ricotta Pasolini la faceva recitare a Orson Welles e mi sono subito convinto che avesse un grande potenziale. Poi avevo voglia di raccontare tutta una parte di Italia appenninica abbandonata da cui tutto ha origine. Io non amo particolarmente la narrativa ma la narrazione sì e l’idea che il paesino di Giovanni abbia vissuto un lungo Medioevo finché non è arrivata la strada e che adesso abbiamo ritrovato quella stessa strada spezzata in due, l’ho trovata assolutamente poetica. Da qui sono partito. Ho trovato tantissimi materiali inediti. C’era questa psichiatra che seguiva i CCCP in concerto e aveva tutti questi VHS che abbiamo utilizzato per il documentario, insieme ai film di Gasparini e Ferrario. Ho avuto davvero tanto su cui lavorare a partire dalla disponibilità di raccontarsi di Giovanni”.
#IMG#Interviene Giovanni Lindo Ferretti, visibilmente commosso: “Questa è la prima volta che guardo il documentario con il montaggio definitivo e sono emozionato e commosso. Ho dato piena fiducia a Germano e non ho voluto tagliare neanche una parola di quello che ho detto, anche se mi rendo conto che il pudore ha un proprio spazio nonostante quest’anno compio 60 anni. Questo lavoro mi appassiona molto non perché parla di me che sono in assoluto la cosa che suscita meno interesse in me ma i miei cavalli, le mie montagne, e sono bellissime. Penso ai bambini che vivono nei borghi come il mio e credo che siano davvero fortunati perché hanno tanto ed è bello vederli giocare all’aria aperta e non chiusi in casa rimbambiti di fronte la televisione o i videogiochi”.
Ivan Olgiati, il produttore del film, spiega così l’inizio del progetto: “Siamo partiti in realtà senza sapere dove stavamo andando, con tanto materiale ed è stato un percorso davvero particolare. Devo ringraziare Giovanni per il suo essersi raccontato. In realtà la nostra storia nasce una decina di anni fa, in una bottega musicale a Bologna ed è da quella esperienza che nasce questo lavoro. Devo inoltre ringraziare tutte le professionalità che hanno collaborato con noi in modo gratuito, come il direttore della fotografia e tutte le persone che ci hanno ospitato”.
Conclude l’incontro Ferretti: “Non ho partecipato a questo progetto con l’idea di voler raccontare di me, ma con la predisposizione a raccontare di me perché ho un progetto in cui credo, sono motivato dal mio lavoro, “Saga, Il Canto dei Canti”, ho un interesse concreto. Sono state fatte tante critiche alla mia cosiddetta conversione religiosa, parola che accetto solo per comodità, in realtà io sono sempre stato cattolico ed il mio è stato un ritorno a casa, alle origini. Quando ho pubblicato il mio libro, dove ho parlato di questa mia esperienza, ed è uscito con la Mondadori, sono stato criticato, ma in verità sono stato sorpreso anche io che il mio racconto potesse suscitare un tale interesse da part di quella casa editrice”.

Dalla nostra inviata Giada Valente

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