GIURIA
Ennio Morricone – PRESIDENTE
Susanne Bier
Roberto Bolle
Carmen Chaplin
David Puttnam
Pierre Thoretton
Debra Winger

La sesta edizione della Festa del Film di Roma inizia, con trenta minuti di ritardo, all’insegna del cinema italiano ed internazionale. Sergio Castellitto e Penelope Cruz, in compagnia di Emile Hirsch e Margaret Mazzantini incontrano prima la stampa e poi il pubblico nel primo dei duetti che costelleranno anche quest’anno la manifestazione.

Si parla di Venuto al mondo, film in lavorazione diretto ed anche interpretato da Castellitto e tratto dal romanzo omonimo della Mazzantini. Le domande dei giornalisti si indirizzano verso l’essere madre e attrice della Cruz, verso la poca visibilità delle pellicole italiane ed europee al di fuori dei confini, subito stroncata dal regista, che smentisce l’assunto della domanda ed afferma di essere ottimista. Ad Emile Hirsch si chiede della sua esperienza, e lui risponde dichiarando venerazione nei confronti della Cruz e di Castellitto, al quale è stato chiesto se Hirsch fosse stato la prima scelta, cosa che ha confermato.

#IMG#Un’altra domanda è sulla Sarajevo in cui è ambientata la storia, che, racconta Sergio, hanno conosciuto in tre giorni nel 2005, esperienza dopo la quale la Mazzantini ha iniziato a scrivere il libro, mentre poi ci è ritornato recentemente per i sopralluoghi, raccontandola come una città che lascia una specie di mal d’Africa.

A seguire, l’incontro dei quattro artisti col pubblico, anche questo moderato da Mario Sesti.

 PRIMO GIORNO

Primo film della giornata è THE LADY (Francia/G.B., 2011) di Luc Besson, a metà tra il biopic e l’instant-movie, per raccontare fin dall’infanzia la vita dell’ancora vivente Aung San Suu Kyi (Michelle Yeoh), attivista per la pace in Birmania, divisa tra il suo paese – nel quale deve restare, pena non potervi più rientrare – e la propria vita che, sotto forma di marito malato e due figli, continua a scorrere nell’altra parte del mondo. Il regista di #Nikita non sfugge ai ralenti che hanno sempre caratterizzato la sua opera, ma in parte sorprende, realizzando un film interessante, malgrado grondi di retorica, memorabile anche per i suoi interpreti, primo fra tutti uno straordinario David Thewlis, nel doppio ruolo del coniuge della donna e di suo fratello gemello.
Nel pomeriggio è la volta di HYSTERIA (G.B./Francia/Germania/Lussemburgo, 2011, foto sotto) di Tanya Wexler, brillante commedia inglese, come solo gli inglesi le sanno fare, sull’inventore del… vibratore! Alla fine del XIX secolo nell’illuminata Inghilterra vige la diagnosi di isteria, malattia esclusivamente femminile per cui si può finire isterectomizzate.Ma nei casi meno gravi sono sufficienti le stimolazioni del geniale dr. Darlymple (Jonathan Pryce), che riceve aiuto dal più giovane collega dr. Granville (Hugh Dancy). L’ultimo arrivato rivelerà una bravura tale da doverne pagare presto le conseguenze, accusando forti dolori alla mano. In collaborazione con l’amico e mentore Lord Edmund St. John-Smythe (Rupert Everett), sperimentatore nel novello campo elettrico, con la nuova invenzione troverà il sistema di rendere automatico il trattamento. #IMG#Divertentissimo, ma sempre raffinato, il film della Wexler mette a confronto il vetero-maschilismo con il proto-femminismo, potendo vantare una scrittura dei personaggi molto accurata che incarnano bene le due fazioni. Il film uscirà l’anno prossimo in Italia, distribuito dalla BIM, che ha vivacizzato la proiezione del film dedicata alla stampa con dei pepati gadget destinati soltanto al pubblico femminile.
Ultimo film che vediamo in giornata è THE ADVENTURES OF TINTIN: Secret of the unicorn (USA/Nuova Zelanda, 2011) di Steven Spielberg, primo capitolo di una trilogia condivisa con Peter Jackson, che uscirà domani nelle sale italiane come LE AVVENTURE DI TINTIN: Il segreto dell’unicorno, tratto dal celeberrimo fumetto di Hergé.

 SECONDO GIORNO

La mattinata inizia con la proiezione del deludente IL MIO DOMANI (Italia, 2011) di Marina Spada, in Concorso.
Prosegue con lo spassosissimo A FEW BEST MEN (Australia/G.B., 2011, foto sotto) di Stephan Elliott, Selezione Ufficiale Fuori Concorso.
Nel pomeriggio è il momento de EN EL NOMBRE DE LA HIJA (Ecuador, 2011) di Tania Hermida P., in concorso nella sezione Alice nella Città.
Prima della serata tocca a NUIT BLANCHE (Francia/Belgio/Lussemburgo, 2011) di Frédéric Jardin, thriller tesissimo inserito fuori concorso nella sezione L’Altro Cinema-Extra. Del film, storia di poliziotti corrotti ed infiltrati, una sorta di The departed europeo e al cubo, vengono dette meraviglie, ma a non ci convince granché. Troppi colpi di scena, non sempre convincenti, rischiano di mandare in overdose di adrenalina lo spettatore che, se pure si diverte per un bel po’, alla fine rischia di rimanere alquanto perplesso.
#IMG#Saltiamo poi al mediometraggio HOLLYWOOD BRUCIATARitratto di Nicholas Ray (Italia, 2011) di Francesco Zippel, documentario non troppo interessante destinato al canale a pagamento Studio Universal che cerca di dirci qualcosa di non eccessivamente nuovo sul celeberrimo regista hollywoodiano. Ben più prezioso è l’incontro, a seguire, con l’ormai anziano Stewart Stern, sceneggiatore di #Gioventù bruciata.
Giusto in tempo per scappare alla (ultima) proiezione stampa dell’ancora deludente IL PAESE DELLE SPOSE INFELICI (Italia, 2011), debutto di Pippo Mezzapesa in Concorso.

 TERZO GIORNO

La mattinata comincia con la proiezione per la stampa di un film incredibile, TOTÓ 3D – Il più comico spettacolo del mondo (Italia, 1953) di Mario Mattoli, nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso. In tempi non sospetti, più di cinquant’anni prima dell’affermazione coatta del tridimensionale, in Italia si girò un film con l’allora pionieristica tecnica, realizzata con l’utilizzo dei famigerati occhialini rossi e blu e mediante un sistema tutto nazionale, il Podelvision, dalle iniziali dei due celeberrimi produttori Carlo Ponti e Dino De Laurentis. Restaurata digitalmente sotto l’auspicio di Aurelio, nipote di Dino, e grazie alle amorevoli e lunghe cure di Cinecittà Digital Factory, supervisionate da Pasquale Cuzzupoli, la pellicola è la parodia ad opera del principe della comicità italica de Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. De Mille ed è più che nota per la proverbiale preghiera del comico con cui Totò la concludeva. Pur essendo una sorta di manuale di “che cosa evitare in 3D”, facendo ricorso a numerosissimi ammiccamenti al pubblico, il film sfrutta al massimo l’aura di novità che portava con sé, attingendo a quell’arcaico stupore che solo i primi spettatori del cinematografo dei fratelli Lumière, quelli che scappavano terrorizzati di fronte al treno che si avvicinava allo schermo, poterono provare. E le gag del più grande comico italiano brillano di una luce nuova, risultando – se possibile – ancora più divertenti.
Direttamente dal Sundance ed in attesa di una prossima distribuzione nel nostro paese da parte della Universal arriva, sempre in Selezione Ufficiale Fuori Concorso, LIKE CRAZY (USA, 2011) di Drake Doremus. La storia è quella semplicissima di un amore tra la studentessa inglese Anna (Felicity Jones) e lo statunitense Jacob (Anton Yelchin). Conosciutisi per un progetto di studio di lei, i due faticheranno a rincontrarsi poiché, proprio per la love-story, lei si era trattenuta troppo negli USA, facendo scadere il visto. E gli amori, si sa, tra ventenni nascono e muoiono nello spazio di un mattino. Ma quello di Jacob ed Anna sembra sopravvivere ad ogni avversità. O forse no…
Interpretato da due tra i più brillanti attori della loro generazione (la Jones in questo Festival l’abbiamo incrociata anche in Hysteria), il film avvince e cattura lo spettatore che, pur continuando a ripetersi: “é solo una storia d’amore”, si commuove e partecipa alle acrobazie sentimentali dei due, fino all’agrodolce del finale, aperto, spalancato, come le vite dei giovani.
#IMG#Saltiamo direttamente alla sera per un’altra incursione del documentarista americano Morgan Spurlock con COMIC-CON EPISODE IV: A fan’s hope (USA, 2011). Dopo McDonald’s e Bin Laden, ecco un altro aspetto caratteristico degli Stati Uniti, anche se più innocuo e meno polemico: telecamere puntate stavolta sul Comic-Con, l’evento che raduna da tutto il mondo orde di fan del mondo dei fumetti. Tra chi si cimenta nel Cos-Play (sorta di rappresentazione in costume legata all’universo di un videogioco o comunque un tema attinente alla convention), chi cerca di far notare le sue tavole disegnate a qualche casa editrice, chi tenta di completare la propria collezione di miniature o chi non vuole far fallire il proprio negozio di fumetti, tirando fuori un esemplare rarissimo quotato centinaia di migliaia di dollari. Il simpaticissimo mondo, rocambolesco e folle, dei fumettari, sorta di microcosmo degli Stati Uniti, qui ben scandagliato da Spurlock, è fonte di divertimento sicuro ed intelligente anche per il pubblico meno smaliziato.
Concludiamo la giornata con LA FEMME DU CINQUIÈME (Francia/Polonia/G.B., 2011) di Pawel Pawlikoski, poco interessante melo tratto dal romanzo “Margit” di Douglas Kennedy e debitore nei confronti de L’Inquilino del terzo piano del regista connazionale Polanski, che mischia storia d’amore torbida a venature thriller/horror e vaghissimi elementi fantastici. La storia è quella dello scrittore americano Tom Ricks (Ethan Hawke) che cerca di ricostruire la propria famiglia trasferendosi a Parigi dalla ex moglie. Qui conosce l’affascinante ed ambigua Margit (Kristin Scott Thomas), una vedova con la quale instaura un particolare rapporto: si vedranno due volte a settimana a casa della donna. Ma, come una maledizione caduta su Tom, tutte le persone che gli hanno fatto del male vengono tragicamente punite, cosicché la polizia inizia ad insospettirsi ed a placcarlo…
Prevedibile come pochi, il film non convince molto, salvandosi in parte solo per le interpretazioni dei protagonisti.

 QUARTO GIORNO

Oggi la giornata ha inizio con il documentario FROM THE SKY DOWN (USA/G.B., 2011) della sezione L’Altro cinema – Extra – Concorso, diretto da Davis Guggenheim, già autore prima di Una scomoda verità con Al Gore e poi di Waiting for Superman, sul contorto sistema scolastico statunitense, già passato a questo Festival l’anno scorso ed uscito pure fugacemente in sala da noi. Al centro del film questa volta ci sono nientepopidimeno che gli U2, in un caleidoscopio di musica, suoni e colori attraverso il quale il regista cerca di spiegare perché la band irlandese vent’anni prima decise di andare ad incidere il nuovo album, “Achtung baby”, nella Berlino dell’immediato post-muro. Un racconto di trasformazione, urbana, politica, musicale, interiore, che Guggenheim trasforma in spettacolo, per la gioia e le orecchie degli spettatori. Uscirà a breve in DVD.
Altra pellicola di oggi, nella Selezione Ufficiale – Fuori Concorso è MON PIRE CAUCHEMAR (Francia/Belgio, 2011) di Anne Fontaine, di cui la BIM curerà l’anno prossimo la distribuzione in sala. Commedia divertente ed effervescente, pone a confronto il sacro ed il profano, Isabelle Huppert e Benoît Poelvoorde, ossia l’attrice del cinema francese più impegnato e la star dei film comici belgi di maggiore successo in patria ed in europa. Rispettivamente donna dell’alta borghesia e proletario con qualche problema con la giustizia, genitori di due compagni di scuola stranamente inseparabili, saranno costretti ad approfondire la propria conoscenza, anche sotto le lenzuola. La lotta di classe passa anche attraverso scuole e lenzuola, in un film molto divertente, dove i due mattatori la fanno da padroni.
Sempre nella Selezione Ufficiale – Fuori Concorso passa oggi anche L’INDUSTRIALE (Italia, 2011) di Giuliano Montaldo, pure destinato l’anno prossimo ad una distribuzione da parte di 01 Distribution.
#IMG#Ultimo film visto oggi, per L’Altro cinema – Extra – Fuori concorso è l’interessante documentario PROJECT NIM (G.B./USA, 2011, foto a lato) di James Marsh, anche lui passato quattro anni fa al Festival con il coinvolgente Man on wire. Che l’uomo discenda dalle scimmie ce lo fece capire diversi ani fa Charles Darwin, dopo lunghi viaggi nel mondo. Da questo assunto un gruppo di scienziati tentarono un esperimento al limite della legalità: allevare un cucciolo di scimpanzé come se fosse un essere umano e poi insegnargli a comunicare col linguaggio dei sordomuti. Il risultato è quello di farne una sorta di fenomeno da baraccone, troppo umano per i suoi simili e troppo animalesco per gli uomini. Attraverso materiale di repertorio ed interviste ai protagonisti quella vicenda, Marsh realizza un’opera documentaria più avvincente di una di finzione, di cui si vocifera anche una prossima distribuzione nel nostro paese.

 QUINTO GIORNO

Oggi si comincia con l’Evento Speciale 11 METRI (Italia, 2011) di Francesco Del Grosso: pienone in sala e numerosi esponenti del mondo dello spettacolo (tra cui Carlo Verdone) e dell’A.S. Roma a rendere omaggio all’indimenticato capitano della squadra dei tempi dello scudetto, di cui il documentario racconta la tragica storia.
È poi il momento per la Selezione Ufficiale – Concorso dell’insolito MAGIC VALLEY (USA, 2011) di Jaffe Zinn, che lo stesso regista ha singolarmente definito “un prequel a 2012 di Emmerich”. In una calda mattina di ottobre a Buhl, cittadina dell’Idaho, un allevatore di pesci che litiga con un vicino egoista, uno sceriffo più interessato ai fatti propri che ad altro, due bambini che iniziano un sinistro gioco ed uno studente su cui grava un inconfessabile segreto sono analizzati con sguardo entomologico da un autore a dir poco pessimista. La pellicola ci ha lasciati, senza esagerare, basiti.
La serata prosegue con FRANCA LA PRIMA (Italia, 2011) di Sabina Guzzanti, documentario nella Sezione L’Altro Cinema – Extra- Concors, che vorrebbe raccontare Franca Valeri, attrice indomita che, malgrado malattia ed età, continua a calcare i palcoscenici con lo smalto di una ragazzina. #IMG#Peccato che l’opera si limiti a testimoniare una serata in suo omaggio e che, tranne timidi accenni, non dica molto di più su una figura di donna tra le più celebri e rare del panorama artistico italiano.
Con l’ulteriore calar delle tenebre è il turno dell’horror scandinavo BABYCALL (Norvegia/Germania/Svezia, 2011) di Pål Sletaune, nuova prova della star del Nord-Europa Noomi Rapace, con una storia che, partendo come thriller, finisce per collocarsi a metà tra Il sesto senso e The others. Il volto dell’attrice si inquadra bene tra le molte inquietudini suggerite dalla pellicola e ne instilla di nuove, ma nell’insieme la storia rischia di essere confusa e di annoiare alla lunga lo spettatore, che presto sostituisce ai brividi gli sbadigli
Last, but not least, ecco per noi uno dei film più originali e divertenti di questo Festival, inserito nella Selezione Ufficiale – Alice nella città ed inedito ancora anche nel suo paese: BUTTER (USA, 2011, foto sopra) di Jim Field Smith.

 SESTO GIORNO

Giornata densissima, grazie non alla nostra ubiquità, ma al sovrapporsi ed al mischiarsi di proiezioni per la stampa con quelle aperte anche al pubblico.
Iniziamo con BOBBY FISCHER AGAINST THE WORLD (USA/G.B./Islanda, 2011) di Liz Garbus, nella Sezione L’Altro cinema – Extra – Fuori concorso, documentario sul genio degli scacchi occidentale che divenne, oltre ad una specie di star, anche un veicolo della guerra fredda. Infanzia difficile, Fischer si appassiona alla scacchiera fin dall’infanzia per poi far sfociare la sua solitudine e la sua devozione al gioco con le pedine in una vera e propria patologia, diventando quasi un barbone. La regista utilizza materiale di repertorio ed interviste a chi lo conobbe da vicino per confezionarne il ritratto lucido e disincantato di un uomo che, dopo gli avversari, iniziò a giocare contro il mondo intero.
È quindi il momento di PAGE EIGHT (G.B., 2011) di David Hare, film TV inserito nella Sezione Occhio sul mondo, sorta di figlio de “La talpa” di John Le Carré (che ebbe già una trasposizione televisiva nel 1979 per la regia di John Irvin e la brillante interpretazione di Alec Guinness e di cui è prossimo un adattamento cinematografico diretto da Tomas Alfredson). La vicenda è quella di Johnny Worricker (Bill Nighy), agente dell’MI5 che deve scoprire che cosa nasconda un misterioso file, lasciato dal suo capo Benedict Baron (Michael Gambon) alla sua morte e che minaccia l’organizzazione stessa. Teso ed avvincente, malgrado il suo andamento lento e quasi “jazz”, oltre ad essere il terzo film di questo festival interpretato da Felicity Jones, non somiglia neanche lontanamente ai prodotti televisivi nostrani, anche perché ha tra i protagonisti i migliori volti del cinema britannico di sempre.
#IMG#Dallo Sudio Ghibli e nella Sezione Alice nella Città – Concorso arriva il bellissimo KOKURIKO-ZAKA KARA/FROM UP ON POPPY HILL (Giappone, 2011) di da Goro Miyazaki, figlio del celeberrimo Hayao, celebrato presso questo festival l’anno scorso. La storia, quella di alcuni giovani giapponesi che nei primi anni sessanta protestano contro la modernizzazione eccessiva che il paese sta vivendo, anche in vista delle Olimpiadi del 1964. Sullo sfondo della lotta per il mantenimento del “Quartier Latin”, sede dei club scolastici di filosofia e di astronomia, ma anche custode dei ricordi di alcune generazioni, prima e dopo il secondo conflitto mondiale, si muovono i protagonisti Umi e Shun che si innamorano, ma, appena approfondiranno la loro conoscenza, scopriranno un insospettato segreto che li accomuna. Film che avrebbe potuto essere interpretato anche da attori in carne ossa, per la semplicità della vicenda narrata, e perciò ancora più affascinante, regala un’ora e mezza di magia e divertimento. Acquistato da Lucky Red per una prossima distribuzione nel nostro paese.
Tocca quindi ad un altra pellicola che ci ha non poco impressionato VOYEZ COMME ILS DANSENT (Francia/Canada/Svizzera, 2011) di Claude Miller, nella Selezione Ufficiale – Concorso. Basato in gran parte sul funambolico attore James Thiérrée, figlio di Victoria Chaplin (e quindi nipote di Charlie), creatrice de “Le cirque imaginaire”, il quale a sua volta interpreta il performer Victor Clément, più noto come Vic, il film vede la giovane Lise (Marina Hands) attraversare in treno il Canada per chiarire il mistero della scomparsa del suo ex-compagno, appunto Vic. Incontrerà quasi per caso la dr.ssa Alex (la nostra Maya Sansa), ultima donna dell’amato, ed insieme cercheranno di comprendere come entrambe possano essersene innamorato, affrontando quel male di vivere che è la nevrosi stessa dell’arte. Tra gli immensi paesaggi naturali innevati, fonti di ispirazione e riflessione, la pellicola esplora la commedia in forma di dramma dell’esistenza.
È poi l’ora del grande ritorno del maestro di un grande maestro, in splendida forma cinematografica, nonostante un malore accusato il giorno prima, che partecipa al Festival nella Selezione Ufficiale – Concorso. Stiamo parlando de IL CUORE GRANDE DELLE RAGAZZE (Italia, 2011) di Pupi Avati.
La serata è allietata quindi da un film che promette molto: è UN CUENTO CHINO (Argentina/Spagna, 2011) di Sebastián Borensztein, nella Selezione Ufficiale – Concorso, acquistato già da Archibald Film, che lo distribuirà l’anno prossimo nel nostro paese col titolo curioso (e sgrammaticato) di Cosa piove dal cielo?.
Verso la fine della giornata ci sorbiamo il non troppo brillante LA BRINDILLE (Francia, 2011) di Emmanuelle Millet, che racconta della giovane Sarah (Christa Théret), mentre sta partecipando ad uno stage in una galleria d’arte, in seguito ad un malore si scopre incinta, addirittura al sesto mese. Troppo tardi per abortire, povera in canna, senza casa e lavoro, trova rifugio presso una casa famiglia, abitata da ragazze come lei che però hanno una sola, fondamentale differenza: queste vogliono il loro bambino. Il duro confronto con esse non scalfirà però la dura e drastica decisione di dare in affido il figlio al momento della nascita. Irrisolto e troppo rigido, quasi dogmatico, il film non riesce ad agganciare lo spettatore, che comunque già conosce un finale che non ammetterò colpi di scena né variazioni.
Questa affollata giornata si chiude con un altra interessante pellicola, MY WEEK WITH MARILYN (G.B., 2011) di Simon Curtis, nella Selezione Ufficiale – Concorso, imperniata nientepopodimeno che su Marilyn Monroe sul set britannico de Il principe e la ballerina di Sir Laurence Olivier e basata sulle memorie di Colin Clark, segretario molto particolare della celebre attrice durante le riprese.

Paolo Dallimonti