Scheda film
GIURIA
Steven Spielberg – PRESIDENTE
Daniel Auteuil
Vidya Balan
Naomi Kawase
Nicole Kidman
Ang Lee
Cristian Mungiu
Lynne Ramsay
Christoph Waltz
Manca meno di un giorno ormai all’inizio della 66esima edizione del Festival di Cannes, la kermesse cinematografica più chiacchierata, appariscente e lussuosa al mondo. Si parte il 14 maggio con Il grande Gatsby di Baz Luhrmann, quinto adattamento cinematografico del romanzo di Francis Scott Fitzgerald, film che sembra dare avvio ad una rassegna per molti versi sopra le righe. La pellicola fuori concorso del visionario regista australiano – che si era imposto al grande pubblico prima con Romeo+Giulietta e poi con Moulin Rouge – fa infatti da apripista ad una sfilza di opere che giocano su esasperazioni e insoliti esperimenti: si va dalla love story vampiresca in cui prova a cimentarsi nientemeno che Jim Jarmush in Only lovers left alive, passando per gli accaniti ritratti della sessualità messi in scena da François Ozon e Roman Polanski nei loro Jeune et jolie e Venere in pelliccia, fino ad arrivare all’attesissimo Wara no Tate del giapponese Takashi Miike che, con la violenza mostrata in pellicole come Audition o Ichi the killer, aveva rivoluzionato il panorama cinematografico orientale e non solo. Da mettere in conto anche la Roma quasi felliniana teatro de La grande bellezza di Paolo Sorrentino, unico italiano in gara.
La giuria, capitanata dal padre della cinematografia made in USA Steven Spielberg, vede al suo interno nomi del calibro di Daniel Autiel, Nicole Kidman, Ang Lee e Christoph Waltz, oltre a Vidya Balan, Naomi Kawase, Cristian Mungiu e Lynne Ramsay.
I più attesi
Graditi ritorni, audaci scommesse e veterani del red carpet in questa 66esima kermesse cinematografica che vede big come i fratelli Coen con il loro Inside Llewyn Davis, sulla dolceamara vita del musicista statunitense Dave Van Ronk; Only lovers left alive, interessante confronto con il tanto solcato campo delle love stories vampiresche da parte del padre del cinema indipendente Jim Jarmush; Venere in pelliccia di Roman Polanski, commedia nera dominata dalla sessualità morbosa e tratta dall’opera teatrale di David Ives. Anche quest’anno un solo film italiano in gara, La grande Bellezza di Paolo Sorrentino, nuovamente dominato da Toni Servillo nei panni stavolta di un giornalista scrittore che campa per lo più di rendita muovendosi in una Roma che solo i ricchi possono permettersi. Mentre in Only God Forgives, Nicolas Winding Refn, dopo il successo di Drive – Palma d’Oro per la Miglior Regia a Cannes 2011 – ripropone Ryan Gosling come primo interprete di un thriller a sfondo familiare dove la violenza pare divenire l’unico interesse e al medesimo tempo la sola via d’uscita dei protagonisti.
Ad aprire la sezione Un Certain Regards, l’attesissimo The Bling Ring di Sofia Coppola, ispirato alla storia vera di una banda di ragazzi coinvolti nel furto di migliaia di dollari in gioielli e preziosi vari nelle residenze dei vip. Grande attenzione soprattutto per Emma Watson – la timida Ermione di Harry Potter – nei panni di una ventenne maliziosa ed arrivista ossessionata dalla mondanità e il guadagno facile.
I protagonisti
Spiccano nomi di un certo calibro ed ogni pellicola vanta almeno un attore già premiato in festival di genere. Inevitabile attesa per un nuovo Toni Servillo sorrentiniano, stavolta nei panni di Jap Gambardella, ancora enigmatico personaggio che pare avere un tratto comune con tutti i precedenti che il regista napoletano gli ha cucito addosso, dal rassegnato disincanto de L’uomo in più e Le conseguenze dell’amore al ricco alone di mistero de Il Divo – premiato proprio a Cannes nel 2008 – seguendo un filo rosso che pare condurre alla costruzione di un’unica sagoma che ha fatto la reale fortuna del cineasta partenopeo. Momento d’oro per Ryan Gosling, divenuto attore indispensabile per ogni thriller che si rispetti; dopo Drive, Come un tuono e Gangster Squad, il giovane canadese veste i panni di uno spacciatore impegnato a vendicare la morte del fratello in Only god forgives. Curiosità attorno a Tilda Swinton e più in generale all’intero cast di Only lovers left alive di Jim Jarmush, pellicola di cui si sa poco o nulla, mentre Joaquin Phoenix, dopo lo stop di due anni sfociato poi nell’esilarante mockumentary Io sono qui! e dopo l’apprezzata interpretazione in The Master di Paul Thomas Anderson, si confronterà con il ruolo di un protettore americano senza scrupoli pronto a trarre beneficio dalle disgrazie della bella polacca Ewa (Marion Cotillard) in The Immigrant di James Gray.
Orlando Bloom e Forest Whitaker chiuderanno il festival nel film fuori concorso Zulu di Jérôme Salle, poliziesco dai ritmi incalzanti ambientato nel Sud Africa post-Apartheid, mentre la madrina della kermesse sarà quest’anno l’attrice e modella francese Audrey Tatou.
L’Italia sul red carpet
Come l’anno passato solo un film italiano in concorso, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, ma la vera sorpresa per la nostra penisola sembra arrivare dalla Settimana Internazionale della critica dove ad inaugurare la sezione sarà Salvo, piccolo e coraggioso film siciliano realizzato da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, due registi all’esordio che si confrontano con logiche e meccanismi di Cosa Nostra partendo da un’angolatura insolita e originale. La sezione Un Certain Regards vedrà invece l’esordio alla regia di Valeria Golino con Miele, che affronta il delicato tema del suicidio assistito di recente già mostrato da Bellocchio in La bella addormentata. Ma la regista napoletana opta per uno sguardo che badi al particolare, ai piccoli gesti, più interessata alle conseguenze che azioni apparentemente secondarie possono produrre e ben lontana dall’occhio attento mostrato da Bellocchio nei riguardi dell’involuzione di una società che si rendeva ridicola di fronte alla vicenda Englaro. Un pizzico d’Italia anche nel dramma sentimentale A castle in Italy di Valeria Bruni Tedeschi (sorella di Carla Bruni), che sceglie proprio il bel paese per ambientare una sofferta storia d’amore con ampie ripercussioni familiari. Da segnalare anche la presenza di Nicoletta Braschi fra i componenti della giuria nella sezione cortometraggi e Cinéfondation.
Marco Ciotola