Scheda film

Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: John Gatins
Fotografia: Don Burgess
Montaggio: Jeremiah O’Driscoll
Scenografie: Nelson Coates
Costumi: Louise Frogley
Musiche: Alan Silvestri
Suono: Stephen Urata
USA, 2012 – Drammatico – Durata: 138′
Cast: Denzel Washington, John Goodman, Don Cheadle, Kelly Reilly, Melissa Leo, Bruce Greenwood, James Badge Dale
Uscita: 24 gennaio 2012
Distribuzione: Universal Pictures

 Atterraggio di (s)fortuna

Che piaccia oppure no, questa è un’altra storia, ma Flight ha almeno sulla carta ben due ottimi motivi per convincere lo spettatore di turno ad andarlo a vedere al cinema a partire dal 24 gennaio 2013, data di uscita nelle sale nostrane con Universal Pictures. Da una parte il fatto che si tratta della prima volta insieme su un set per due premi Oscar del calibro di Denzel Washington e Robert Zemeckis, dall’altra il ritorno per il regista di Chicago al live action dopo dodici anni dalle realizzazioni di Cast Away e Le verità nascoste. Da quel momento un silenzio durato quattro anni e la decisione di dedicarsi corpo e budget a progetti che utilizzano un’avanguardistica tecnica di rielaborazione digitale detta Performance Capture, basata su sensori elettronici posti sul corpo dell’attore tramite i quali vengono “catturate” dal computer le movenze e le espressioni di quest’ultimo. L’immagine in un secondo momento viene digitalizzata e plasmata a piacimento arrivando ad un effetto straordinariamente realistico. Nascono così in successione Polar Express, La leggenda di Beowulf e A Christmas Carol.
Dunque, davvero due ottimi motivi e i trenta minuti iniziali, ossia quelli che coincidono con il prima, il durante e l’immediato dopo, del movimentato atterraggio del volo SouthJet 227 partito dall’aeroporto di Orlando, valgono senza dubbio il prezzo del biglietto, iscrivendo di diritto le scene che li vanno a comporre tra le migliori mai offerte dal disaster movie ad alta quota per quanto riguarda l’impatto visivo ed empatico. Poi una lenta e inesorabile discesa a sfiorare il livello della sufficienza fino allo schianto definitivo, che consegna l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Zemeckis alla ricca galleria delle delusioni. Nelle due ore successive che disegnano le dinamiche narrative e drammaturgiche di Flight, che rappresentano il secondo e terzo atto del racconto, ai quali corrispondono altrettanti cambi di registro e genere, lo script costringe la sua trasposizione ad una letale virata che dal thriller porta a un dramma giudiziario come tanti, al quale non manca il solito finale conciliatorio chiamato a salvare la morale scivolando sulla liscia superficie della retorica. Eppure l’autore della sceneggiatura John Gatins ce l’ha messa tutta pur di schivare i pericoli del politically correct, infarcendo il plot di personaggi (un grandissimo John Goodman nel ruolo di uno spacciatore senza peli sulla lingua) e situazioni a limite della provocazione, ma a quanto pare gli sforzi proiettati in tale direzione non hanno prodotto gli esiti sperati. Ci troviamo di conseguenza a fare i conti con un film che, utilizzando un linguaggio prettamente aeronautico, decolla nel migliore dei modi per poi schiantarsi sul grande schermo perché incapace di affrontare condizioni meteorologiche avverse.
Lo script ci conduce al seguito di Whip Whitaker, comandante di un volo di linea, che salva miracolosamente un aereo e tutti i suoi passeggeri da un terribile incidente, ma i ricordi frammentari non l’aiutano a ricostruire l’accaduto. L’intera nazione lo proclama immediatamente un eroe, ma l’inchiesta che cerca di capire cos’è successo durante il volo porta alla luce una verità ben diversa. Siamo al cospetto del più tradizionale dei rovesci di medaglia, quello che materializza sullo schermo le tappe di un banalissimo percorso di redenzione, seppur messe costantemente a rischio da un tour etilico e stupefacente, con l’immancabile eroe di giornata che nasconde però un bel po’ di scheletri nell’armadio, ma che al momento giusto sceglie di assumersi tutte le responsabilità del caso.
Nonostante personaggi ben delineati, guidati proprio dal Whip Whitaker interpretato dal sempre all’altezza Denzel Washington, che anche quando la barca va a picco resta comunque a galla (vedi ad esempio Unstoppable – Fuori controllo del compianto Tony Scott), Flight non riesce a convincere. Le cause vanno ricercate nella progressiva incapacità di costruire fino in fondo la suspence e di gestirla strada facendo. Zemeckis fa quello che può da dietro la macchina da presa, iniettando nella messa in quadro prima copiose dosi di adrenalina nel prologo aereo, poi tanta consistenza ed efficacia stilistica nei due atti successivi, divisi tra stanze d’ospedale, camere d’albergo e aule di Tribunale. Anche Washington e il resto del cast fanno il loro, confezionando singole interpretazioni di buon livello (oltre al già citato John Goodman, da segnalare le performance offerte da Don Cheadle e Kelly Reilly), ma quando ci si deve misurare con una sceneggiatura troppo discontinua e fragile, non sempre un grande regista e un’ottima squadra di attori possono salvare l’intera baracca, piuttosto possono limitarsi a salvare il salvabile come nel caso di Flight.

Voto: * *

Francesco Del Grosso

Alcuni materiali del film:

DIETRO LE QUINTE (sottotitoli in italiano)

SPECIALIZZATO IN REATI COLPOSI

QUALE DIO FAREBBE QUESTO?

DISCESA NON CONTROLLATA

VISITA IN OSPEDALE

ROBERT ZEMECKIS IN CABINA DI PILOTAGGIO (sottotitoli in italiano)

SPOT ITALIANO CANDIDATO ALL’OSCAR

TRAILER ITALIANO UFFICIALE

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