di Robert Schwentke
con Jodie Foster, Kate Beahan, Sean Bean, Peter Sarsgaard.

Voto (da 1 a 5): **

Ma Jodie Foster madre di una bimba rinchiusa in uno spazio angusto, non l’ avevamo già vista? “Panic flight”?
Sulla scia di Hitchcock (ma prenderne le distanze di tanto in tanto, è così difficile? Anche per evitare spiacevoli confronti con il suo genio…), ecco l’ennesimo thriller banalotto, questa volta ambientato su un aereo. Come dite? No, quello che avete visto l’altra sera è “Red eye”, sì, sempre ambientato tra le nuvole, ma un po’ diverso.
Vi chiedo un po’ di concentrazione, perché ora vi racconterò l’articolata trama (ma senza spoilerare!): Jodie Foster sale su un aereo con la bambina, questa scompare e non si capisce se la madre sia pazza o no. Fin qua ci siete, non vi è ancora venuto mal di testa per tutti questi dettagli? Bene, perché è quasi tutto qui.
Insomma, se avete visto i trailer potreste anche restarvene a casa a vedere “Elisa di Rivaombrosa”, tanto non è che vi perdereste ‘sto gran capolavoro. Se gli sceneggiatori non avessero scritto il film durante le sedute in bagno, tra la lettura di un Topolino e l’altro, magari qualcosa di più compatto, con meno incongruenze (in genere sono molto tollerante, ma qui si va oltre il ridicolo) ed inverosimiglianze narrative, sarebbe venuto fuori.

DA TENERE:
Sì, lo spazio chiuso, la capacità di girare un film al suo interno, la claustrofobia di un thriller che bla bla bla… Tutte cose già viste e straviste. Va bene, mi sforzo, qualcosa devo pur tenere: ah sì, aspetta, nei monitor attaccati ai sedili dell’aereo davano un film interessante…

DA BUTTARE:
Il bimbo di prima elementare che ha scritto le battute dei personaggi di contorno, cioè i commenti/brusii dei vari passeggeri: un bignami della banalità.

CONSIDERAZIONE FINALE:
Mi piace Jodie Foster, ma non si può puntare solo sulla sua capacità di esprimere preoccupazione e tenacia, queste cose le abbiamo già conosciute in altri suoi film. In realtà, anche se più sopra ci scherzavo, la trama alla “La signora scompare” non sarebbe neanche proprio da buttare, solo che lo svolgimento è davvero di un’insulsaggine preoccupante. Non volendo raccontare l’evolversi degli eventi, per non rovinare il film a coloro che, disgraziatamente, lo andranno a vedere, aggiungo solo che per coinvolgere il povero spettatore un minimo di plausibilità lo devi sempre concedere, a meno che lo scopo finale non sia solo quello di rubargli 7 euro e 20 per il
biglietto (del cinema, non del volo…).

BenSG
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