In programma 86 film (30 lungometraggi e 56 corti); 5 masterclass, un concerto speciale, i focus sui webtoon – L’era dei webtoon che coesiste con i video – e gli anni ‘60 in Corea del Sud oltre ai successi al botteghino e le novità del cinema indipendente coreano. In chiusura al Teatro Verdi il compositore Jung Jae-il, autore di iconiche colonne sonore.
L’attore divo globale Lee Byung-hun, presente nel cult “Squid Game”; la star Song Kang-ho, volto noto e attore nel film premio Oscar “Parasite”, l’eccentrico regista Kim Jee-woon, uno dei talenti più puri dell’ultimo cinema coerano, e ancora il compositore Jung Jae-il, autore delle colonne sonore degli ultimi successi internazionali già citati, cinque masterclass in cui gli ospiti si racconteranno al pubblico, oltre ai focus su webtoons, i fumetti digitali in voga tra le giovani generazioni asiatiche, e il cinema anni ‘60, momento storico focale in Corea del Sud, per oltre 80 proiezioni, in sala e online: questo e altro sarà nel programma della prossima edizione del Florence Korea Film Fest, il più importante festival italiano dedicato al meglio della cinematografia sudcoreana contemporanea, giunto alla sua 22esima edizione, che si terrà a Firenze dal 21 al 30 marzo al cinema La Compagnia e con un programma selezionato per l’online su MyMovies e Più Compagnia.
Il ricco cartellone presenta i film divisi in varie sezioni: i maggiori successi al botteghino in Orizzonti Coreani; le giovani promesse in Independent Korea e i cortometraggi in Corto, Corti!. Novità dell’edizione 2024 sarà appunto il tributo al cinema coreano degli anni ’60 con una serie di proiezioni e approfondimenti previsti su storia, cultura e attualità del recente passato del paese asiatico.
A bittersweet life/달콤한 인생/Dalkomhan insaeng/Una vita dolce-amara (Kim Jee-Hyun). Seon Woo è proprietario de “La Dolce Vita”, un american bar che funge anche da quartier generale per le attività illecite che il giovane porta avanti come braccio destro del boss locale, Kang. I guai per Seon Woo cominceranno quando Kang, sospettoso, gli ordinerà di pedinare la propria giovane fidanzata, Hee-soo. Trovata Heo-soo tra le braccia del proprio amante, Seon-woo deciderà istintivamente di lasciarli fuggire. Kang, furioso, dichiara guerra a Seon woo, costretto così ad una battaglia inevitabile contro quello che un tempo era il suo branco… Meraviglioso film di quasi vent’anni fa, invecchiato benissimo, tanto da sembrare girato oggi. Una delle pietre miliari del regista Kim Jee-Hyun e del nuovo cinema sudcoreano. Una storia che guarda a Tarantino, senza perderemai la propria screziatura ironica, ma girato anche in maniera sublime. La classica storia di amore contrastato – una sorta de “I promessi sposi” concentrato in salsa action – virata verso un vortice di auto/etero-distruzione. Imperdibile. Omaggio a Lee Byung-hun. Voto: 8 e ½
Microwave love/마이크로웨이브 러브/Amore a microonde (Kwon Chan-young). Un giorno, un microonde emette un segnale sonoro a un aspirante scrittore in difficoltà, iniziando una comunicazione tra esseri umani e macchine attraverso il Codice Morse. I due colmano reciprocamente le proprie solitudini e si avvicinano. Delirante e spassoso piccolo film sulla storia d’amore tra una ragazza e… un forno a microonde! In questa bizzarra love-story è ricostruito il microcosmo di ogni storia d’amore, ma qui con una marcia in più! Appassionante ed esilarante. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 8
Aimless bullet/오발탄/Obaltan/Pallottola vagante (Yu Hyun-mok). Attraverso la storia di una famiglia umile che vive una vita di stenti, la pellicola rivela le difficoltà della società coreana del dopoguerra. L’impiegato contabile Chul-Ho, suo fratello veterano ormai disabile e il resto della famiglia cercano di affrontare la dura realtà solo per vedersi fallire, perdendo nel frattempo la direzione verso cui sono diretti… Restaurato nel suo opaco biancoenero, il film del maestro Yu Hyun-mok racconta di un paese allo sbando al termine della guerra civile, portando sullo schermo un light-noir neorealista (o corealista, come potrebbe dire qualcuno), consapevole della lezione italiana, ma senza il quale non ci sarebbero stati, sulla lunga distanza, i film connazionali a venire, come ad esempio A bittersweet life, appena rivisto in questo festival. Corealista. Cinema anni sessanta. Voto: 7 e ½
Battery mommy/건전지 엄마/Mamma batteria (Jeon Seung-bae). Le batterie, utilizzate nella vita di tutti i giorni per garantire giornate tranquille, hanno anche bisogno di essere ricaricate… Divertente e tenero spaccato in animazione a in stop-motion della vita di una batteria, sempre impegnata a renderci felici fornendo l’energia necessaria, ma dovendo affrontare a fine giornata, come noi umani, una piccola flessione. Elettrizzante! Corto, corti! 3ª giornata. Voto: 7 e ½
How to make cheddar/안현송/Come produrre formaggio (An Hyun-song). La gatta Cheddar scopre di non essere considerata altrettanto carina degli altri gatti. Si sente completamente persa, ma scopre di avere un talento eccezionale: catturare topi. Per perseguire il suo talento, ottiene un lavoro in una fabbrica di formaggi… Intelligente e divertente cortometraggio che in sei minuti racconta la parabola di una talentuosa e simpaticissima felina. E vissero felini e contenti! Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 7 e ½
Immortal woman/불멸의 여자/Bul-myol-eu ye-ja (Choi Jong-tae). In un negozio di cosmetici, Hee-kyeong e Seung-ah devono mantenere un sorriso costante e un atteggiamento accomodante. Quando incontrano Jeong-ran, una cliente difficile, la loro pazienza è messa alla prova. Nonostante le sfide, si sforzano di rimanere professionali, sperando in un finale positivo… Il film, altamente sperimentale, comincia in un teatro, giocando sulla dimensione artefatta della narrazione, ma anche sulla messinscena che le commesse quotidianamente devono tenere per i loro clienti: il sorriso costante e la voglia di vivere, anche al di là della mera esistenza “in scena”, ossia in negozio. Pellicola meta-teatrale da leggere a più livelli, compresa la doppia trama gialla che la pervade, tra tradimenti e presenzialismo. Istrionico. Independent Korea. Voto: 7 e ½
Last stand/라스트 스탠드/Ultima difesa (Kim Dong-ha). La mattina dopo una notte di ubriachezza, la tasca del marito rivela una sospetta carta da visita. Proprio mentre la rabbia della moglie è alle stelle, l’uomo perde conoscenza e un’improvvisa e forzata minzione di colore verde brillante si riversa, aggiungendo all’assurdità della situazione. Ma è solo l’inizio… Surreali e divertenti venti minuti di pura follia sulle relazioni matrimoniali che spesso conducono ad avere segreti piccoli ma che il silenzio ingigantisce a dismisura. Un piccolo film da godere dall’inizio alla fine, tutto d’un fiato! Una erezio… ehm… lezione di vita. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 7 e ½
The curse of X/X의 저주/La maledizione di X (Kim Hee-soo). Un uomo ha perso l’erezione a causa della maledizione di X, la sua ragazza con la quale si è appena lasciata. Torna indietro per trovare X, ma neanche X conosce il motivo, negando di averne la colpa. Entrambi cercano di rompere questa malefica maledizione e lungo il cammino riflettono sulle proprie relazioni amorose… Divertente e stralunata ventina di minuti per questo cortometraggio che gioca sul sesso e sulle superstizioni in un mix davvero gustoso e piccante. Maledetto! Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 7 e ½
-196°C (Hwang Hye-in). Young-won si dirige verso un negozio di gelati in offerta chiuso durante il funerale di suo marito. Allunga le braccia per misurare le dimensioni del congelatore. Quella notte, un fattorino arriva con una grande scatola contenente il corpo di suo marito, Byeong-gwan. La (non) elaborazione del lutto passa per infinite vie, come dimostra questo piacevole piccolo film in cui quella che poteva essere sulla carta una trama horror diventa invece una storia dolce e romantica e, a dispetto del titolo, scalda il cuore. Criomantico. Corto, corti! 3ª giornata. Voto: 7
50cm (Kim So-jeong). In una calda giornata estiva, Ga-yeong, non vedente, e la sua compagna Eun-jeong si preparano per una maratona. Le due corrono sull’asfalto fiammeggiante, mantenendo una distanza di 50 cm, né toccandosi né stando separate. Forte metafora dell’amore attraverso la competizione sportiva, dove entrambi possono valicare qualsiasi frontiera. Diciannove minuti con due interpreti superlative. Senza frontiere. Corto, corti! 2ª giornata. Voto: 7
Black snowman/검은 눈사람/Pupazzo di neve nero (Shin Ji-eun). Il direttore delle pompe funebri Yoon-su, tormentato dalla solitudine e dalla depressione, tenta il suicidio, ma viene salvato quando l’attaccapanni si rompe. Si troverà così costretto ad organizzare il funerale di un’anziana signora che lo aveva delegato tempo prima. E si troverà nel bel mezzo di una contesa famigliare… Curioso e originale apologo sull’importanza della vita e… della morte, sui rapporti umani, amicizie e parentele. Un lucido e originale spaccato di vita quotidiana. Vitale. Corto, corti! 2ª giornata. Voto: 7
Car Camping/차박/Campeggio in auto (Jung Hae-sim). Se-jin, una YouTuber, è famosa per i suoi contenuti di campeggio solitario in auto. Quando le persone iniziano a dubitare dell’autenticità dei video, decide di girare un video di campeggio in auto con uno dei suoi iscritti. Ma avrà non pochi problemi… Horror in poco più di un quarto d’ora, efficace ed anche a tratti spaventoso, che si trasforma presto in una sorta di revenge movie con fantasma. Più annessa critica ai social. Anti-social(e). Corto, corti! 4ª giornata. Voto: 7
Closed world and its friends/닫힌 세계와 그 친구들/Un Mondo ristretto e i suoi amici (Lee Nu-hae). Nel futuro, dove la realtà virtuale è diventata parte integrante della vita quotidiana, Soo-min lavora come consulente nel suo stesso mondo virtuale… Quasi un mediometraggio per una storia che dietro l’allure fantascientifico parla, come la migliore fantascienza, dell’essere umano. Ed anche in maniera non banale. Umano. Corto, corti! 5ª giornata. Voto: 7
Computer (Kim Eun-seong). Ju-yeon ha lasciato la casa in cui vive con il suo ragazzo, Il-ji, a causa della sua dipendenza dal gioco. Il-ji sta pianificando di distruggere il computer per farla tornare. Venti minuti per raccontare una storia d’amore, una storia di dipendenza, ma non soltanto affettiva, in cui è difficile capire chi perda e che cosa e chi altro perda. Aleatorio. Corto, corti! 2ª giornata. Voto: 7
Mother and a guest/사랑방 손님과 어머니/Sa-rang-bang Son-nim-gwa Eo-meo-ni/La Madre e un Ospite (Shin Sang-ok). La piccola Ok-hee vive con la nonna (Han, Eun-jin), la madre (Choi, Eun-hee) e la governante (Do, Geum-bong) in un’abitazione nota come “casa delle vedove”. Il nome deriva dal fatto che tutte e tre le donne della casa hanno perso il marito. Un giorno, il signor Han, un amico dello zio di Ok-hee, viene a stare in una pensione e la bambina, che non aveva mai incontrato suo padre prima, si affeziona all’uomo. Alla fine, la madre di Ok-hee e il signor Han si innamorano segretamente l’uno dell’altra e Ok-hee diventa un messaggero segreto tra i due. Il signor Han invia una lettera attraverso Ok-hee dichiarando il suo amore per la madre di Ok-hee. Tuttavia, la madre di Ok-hee è preoccupata per la suocera e la figlia e rifiuta la confessione d’amore del signor Han… Dramma con alcuni spunti di commedia, il film, proveniente, previo restauro, dal lontano 1961, ha una sua durezza di fondo che non consentirà ai suoi personaggi di godere di un lieto fine. Fotografato in un lucido biancoenero, il film brilla nel suo restauro e ci offre un ritratto di una Corea antica, lontanissima dall’oggi. Patriarcale. Cinema anni sessanta. Voto: 7
The Lee families/이씨 가문의 형제들/Le famiglie Lee (Seo Jeong-mi). Dopo la morte del padre, delle sorelle di mezza età progettano di ereditare la casa di campagna di famiglia. Tuttavia, inaspettate apparizioni di una cognata e di un nipote complicano la situazione… Divertente melodramma famigliare che in meno di mezzora ha in miniatura lo stesso quantitativo di colpi di scena di una telenovela di più lunga durata. Curioso. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 7
The moon/Deo mun/La luna (Kim Yong-hwa). In un prossimo futuro la prima missione coreana sulla Luna si rivela un disastro a causa di un’esplosione. Cinque anni più tardi un’altra missione parte con successo, ma un imprevisto vento solare causa una serie di incidenti in seguito ai quali sopravvive soltanto un giovane astronauta, Sun-woo, che rischia di rimanere abbandonato nello spazio. L’unica speranza è richiamare l’ex-direttore Kim Jae-guk, il solo in grado forse di riportare il ragazzo sulla terra… Epico e potente (melo-)dramma spaziale, ridondante di tutta la retorica coreana (e stiamo parlando solamente di quella del Sud!) che richiama alla mente recenti successi occidentali quali Gravity e Sopravvissuto – The martian, ma che trova la sua originalità anche negli ottimi effetti speciali e si lascia guardare per oltre le due ore di durata senza staccare mai gli occhi dallo schermo. Apocalittico. Orizzonti coreani. Voto: 7
Unknown planet/미지의 행성/Pianeta sconosciuto (Kim Seong-min). Un uomo al volante della sua macchina attraverso un tunnel si lancia in un mondo fantastico, immergendosi nello spazio più buio, ma la sua anima è in realtà legata a un unico luogo… Toccanti e delicati tre minuti che danno uno spaccato del lutto tipicamente coreano, con l’immagine delle suggestive tombe. Si rimane con l’amaro in bocca dopo un volo pindarico. Riflessivo. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 7
A long alone/유령이 떠난 자리/Da solo per molto tempo (Yeo Eun-a). Quasi un esperimento di video-arte per raccontare in un video accelerato di appena 8 minuti una casa dopo la solitaria morte di una persona. Sembra un horror, nella sua freddezza appena cinica, dove nell’unità di spazio il tempo si amplifica e si restringe all’unisono. Da vedere. Curioso. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 6 e ½
A slice room/쪽방/Stanzino (Lee Na-kyung). Il signor Kim, di 70 anni, ha vissuto nella stessa stanza angusta per 17 anni e crede di essere diverso dai suoi vicini… Apologo sulla diversità e sulle apparenze di noi esseri umani, che veniamo spesso etichettati sull’onda di un banale pregiudizio. Commovente, ma anche bizzarro e beffardo. Corto, corti! 5ª giornata. Voto: 6 e ½
Baby bathtub/유아용 욕조/Una vasca per neonati (Choi Beom-seok). Durante la celebrazione della nuova opera del fumettista Hae-sung, un incidente che coinvolge un bambino scatena eventi misteriosi a casa sua. Sua moglie inizia a parlare in modo incomprensibile, aggiungendo un’atmosfera inquietante… Quindici minuti da incubo per un film inquietante che però alla fine getta la maschera, vanificando quel po’ d’interesse che aveva suscitato fino a quel momento. Onirico. Corto, corti! 5ª giornata. Voto: 6 e ½
Birth/탄생/La nascita (Nam Soon-a). Costretta in una misera casa di riposo dalla figlia, una solitaria nonna affronta la sua paura dell’abbandono. Uno sciamano, testimone della sua tragedia, le offre un patto con il diavolo. Riuscirà la nonna ad avere la sua rivincita?… Fotografia livida e slavatissima da sembrare quasi in biancoenero per quindici minuti di orrore, sensi di colpa e tentativi di rivalsa. Visivamente disturbante, anche se mantiene meno di quel che promette. Moderatamente disturbante. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 6 e ½
Come home/귀가/Torna a casa (Lim Su-yeon). È una buia sera d’inverno. Un bambino e il suo tutore sono in macchina, sulla strada di casa. Inizia a nevicare quando il tutore esce dal veicolo tenendo il bambino che tossisce… Cinque minuti poetici per un racconto senza parole che però non riesce a giovarsi pienamente dell’ellissi che cerca di sfruttare, finendo per rimanere irrisolto. Tenero. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 6 e ½
Greenhouse/비닐하우스/Bi-nil-ha-u-seu/La Serra (Lee Sol-hui). Moon-jung, una donna divorziata, vive da sola in attesa del ritorno dal riformatorio del figlio Jungwoo. Lavora per Tae-kang e Hwa-ok, che dipendono completamente da lei. La morte improvvisa e accidentale di Hwa-ok, Moon-jung innescherà una serie di eventi inarrestabili… Partito bene come commedia drammatica, il film piano piano sprofonda verso il thriller e il (melo)dramma, ma in maniera troppo estrema per essere pienamente godibile e divertente, nonché credibile. Comunque ben girato, con continui parallelismi tra le scene che si succedono, il lungometraggio finisce però per smarrire il suo obiettivo. La teoria della sfiga. Independent Korea. Voto: 6 e ½
Home/기억의 집/Casa (Jeong Jae-hee). La madre ha frequenti attacchi che la lasciano terrorizzata, con lo sguardo perso nel vuoto. Dopo la sua morte, la figlia inizia a mettere in ordine gli effetti personali della madre, ma strani eventi iniziano ad accadere in casa… Solito horror che nei tredici minuti di sviluppo cerca di raccontare situazioni poco originali e già viste… Casalingo. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 6 e ½
No Heaven, but love/우리는 천국에 갈 순 없지만 사랑은 할 수 있겠지(우.천.사)/Urineun cheonguge gal sun eopjiman sarangeun hal su itgetji(u.cheon.sa)/Nessun paradiso, ma solo amore (Han Jay). In un mondo dove la violenza è in costante aumento, due adolescenti, Joo-young e Ye-ji, trovano conforto l’una nell’altra. La loro amicizia si trasforma gradualmente in una storia d’amore intensa che diventa la loro forza per affrontare le sfide della vita. Un racconto di crescita emotiva che, nonostante le difficoltà, offre un barlume di speranza, partendo come una deliziosa commedia, un “coming-of-age”, per poi assumere connotazioni da thriller, ma sbilanciandosi in un racconto non sempre armonico, affrontando la tematica della violenza sulle (giovani) donne. Finale consolatorio per un’opera che, toccando troppi argomenti, prometteva più di quello che alla fine riesce a mantenere. Sconsolato. Independent Korea. Voto: 6 e ½
Small fry (잔챙이/Jan-chaeg-Yi/Il Pesce Piccolo) Park Joong-ha. Ho-joon, un attore sconosciuto e appassionato di pesca, fallisce un’audizione per il film “Canary”. Incontra il regista Nam e l’attrice Hee-jin durante una sessione di pesca. Ognuno di loro affronta i propri problemi e aspirazioni, sperando in un futuro migliore… Non troppo interessante lungometraggio quasi meta-cinematografico, con due attori e un regista che parlano di se stessi e… di cinema. Tutto già visto, tutto poco interessante, perfino la variabile “social”, con il protagonista più famoso come youtuber che sul grande schermo. La classica occasione sprecata. Independent Korea. Voto: 6 e ½
The north and south/남과북/Il nord e il sud (Kim Kee-duk). Nel 1952, durante la Guerra di Corea, un maggiore nordcoreano arriva a sud, oltre il confine, e si arrende per incontrare di nuovo sua moglie. Lei è già peró diventata la moglie del comandante della sua truppa. Il comandante si sente in agonia e decide di lasciare che lei lo raggiunga. Così si offre volontario per scendere in campo entrando in un corpo d’attacco speciale in cui ogni soldato torna vivo. Ma il maggiore la rifiuta perché è diventata la moglie di un altro uomo… Melodrammore sul 38° parallelo tra due ufficiali innamorati della stessa donna, di stampo teatrale e datato 1964, presentato in un’edizione non proprio perfetta e sgargiante e grondante retorica da ogni fotogramma. Ma, in tempi di poca pace come i nostri, porta ancora con sé intatto un messaggio di speranza da non sottovalutare. Transtemporale. Cinema anni sessanta. Voto: 6 e ½
You know, there are ghosts under the tree/소년유랑/Lo sai, ci sono fantasmi sotto l’albero (LeeRuri). Durante un’estate torrida, Biin e Tae-ho non riescono a partecipare all’evento pre-festival a scuola. Il piccolo film vuole affrontare con calma ciò che gli adulti possono fare per i bambini erranti, ma non riesce a colpirenel segno, pur sorprendendo per le interpretazioni degli attori, soprattutto quelle dei giovani protagonisti. Irrisolto. Corto, corti! 1ª giornata. Voto: 6 e ½
Immortal woman/불멸의 여자/Bul-myol-eu ye-ja/La donna immortale (Choi Jong-tae). In un negozio di cosmetici, Hee-kyeong e Seung-ah devono mantenere un sorriso costante e un atteggiamento accomodante. Quando incontrano Jeong-ran, una cliente difficile, la loro pazienza è messa alla prova. Nonostante le sfide, si sforzano di rimanere professionali, sperando in un finale positivo.
Il premio al miglior film va a Cobweb di Kim Jee-woon, atto d’amore per il cinema, ambientato nella Corea del Sud negli anni ‘70. In concorso nella sezione Orizzonti Coreani, il film è interpretato dall’ormai leggendario Song Kang-ho, noto anche al pubblico più mainstream per Parasite, e racconta la storia del regista Kim Ki-yeol, convinto a rigirare il finale del suo film in poco tempo e alle prese con mille vicissitudini.
Menzione speciale per la Miglior regia: Greenhouse di Lee Sol-hui (in concorso nella sezione Independent Korea)
Menzione speciale per la Migliore opera prima: Hail to Hell di Lim Oh-jeong
Premio del pubblico in sala: Honeysweet di Lee Han
Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.