Scheda film

Regia e Sceneggiatura: Ralph Bakshi
Soggetto: dai personaggi di Robert Crumb
Fotografia: Ted Bemiller, Gene Borghi
Montaggio: Renn Reynolds
Musiche: Ed Bogas, Ray Shanklin
USA, 1972 – Animazione/Commedia – Durata: 78′
Cast di voci: Skip Hinnant (Oreste Lionello/Giancarlo Giannini), Rosetta LeNoire, John McCurry, Phil Seuling, Ralph Bakshi (non accreditato)
Uscita: 1973
Distribuzione: Medusa

 Fritz, “pornogatto” fricchettone…

Fritz, “pornogatto” fricchettone e pseudo-rivoluzionario dalle fattezze umane (come tutti gli altri animali), si barcamena tra squallide bettole e circolini elitari per rimorchiare facili prede e sconvolgere il sistema. Dal fumetto pulp di Robert Crumb, un film d’animazione celebre soprattutto (anche per chi non l’ha visto) per essere stato il primo cartone vietato ai minori di 18 anni: Bakshi vuole celebrare il testo di partenza – critico nei confronti della società e del sogno americano – e contemporaneamente demistificare lo strapotere disneyano con uno stile grafico volutamente sporco e apparentemente rozzo (in realtà, invece, elaborato nel corso di vari anni). Il suo limite principale, comunque, resta quello di non sapere infondere vivacità e ritmo a un esperimento potenzialmente interessante – anche se, visto oggi, appare non tanto simpatico (l’ironia è davvero di basso gusto) quanto risibile e pedante: accoppiamenti felini, droga-party, gattone discinte e parolacce sono tutte cose superate di gran lunga nei manga animati, ben più radicali e coraggiosi. Alti costi ma incredibile incassi ne hanno fatto un immediato cult-movie, spesso sopravvalutato per il suo statuto di prodotto controcorrente da intellettualoidi snob che lo stesso personaggio di Fritz, in fondo, incarna e satireggia. Generalmente aborrita, la versione italiana (in cui lo slang americano viene distillato in un doppiaggio che assegna alle varie figure dialetti italiani diversi, con spiazzamento linguistico forse ma una resa espressiva e colorita che rende merito allo spirito originario del progetto di Bakshi) risulta invece simpatica e mai fine a sé stessa, nonostante qualche termine inventato di sana pianta o non pedissequamente rispettato dall’originale (viene citato persino Mike Bongiorno). I titoli di coda presentano immagini reali che sfumano, alla fine, di nuovo in disegni animati. Con un seguito (praticamente sconosciuto in Italia): Le nove vite di Fritz il gatto [The nine lives of Fritz the cat del 1974 di Robert Taylor (in seguito disegnatore per la Disney, suo il televisivo Aladdin e il re dei ladri del 1996), durata 77’ (curiosamente simile nel titolo a uno dei primi porno firmati con uno pseudonimo da Abel Ferrara, Nine lives of a wet pussycat del 1976)]. Bakshi tenterà ancora, sempre con scarsi risultati (accompagnati stavolta da scarsissimi esiti commerciali), la via dell’animazione adulta: prima col Signore degli anelli, poi con Fuga dal mondo dei sogni. Prodotto da Steve Krantz.

Voto: *½

Roberto Donati