Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Francesco Del Grosso
Fotografia: Daniele Anzellotti
Montaggio: Francesca Sofia Allegra
Musiche: Raffaele Inno
Suono: Daniele Guarnera
Italia, 2014 – Documentario – Durata: 85′
Interviste a (in ordine di apparizione) Marisa Gentile, Gianluca Cicinelli, Roberto Fratarcangeli, Alberto Gentile, Adele Gentile, Valentino Maimone, Licia D’Amico, Daniele Cervia, Erika Cervia, Stefano Piccheri, Luigi Sambucini, Sandro Silbi, Nino Marazzita, Giovanni Russo Spena, Ferdinando Imposimato, Falco Accame
Uscita nel paese d’origine: —
Rapimento senza riscatto
12 settembre 1990. Davide Cervia, tecnico specializzato della Enertecnel, dopo aver smontato dal lavoro non fa ritorno nella sua casa a Velletri. I famigliari allarmati ne denunciano la scomparsa presso le autorità, che subito si orientano verso l’allontanamento volontario, mentre alcuni testimoni avvaloreranno la tesi del rapimento. Inizia così uno dei casi di sparizione più ammantati di mistero avvenuti negli ultimi cinque lustri nel nostro paese.
Ma chi è (veramente) Davide Cervia?
Con un passato nella Marina Militare, dove aveva svolto corsi di alta specializzazione, ottenendo diplomi rilasciati addirittura dalla NATO, lo scomparso è uno dei pochi in Italia e al mondo a conoscere l’esatto funzionamento di armi elettroniche che la nostra nazione vende ad altri paesi, soprattutto mediorientali. Davide Cervia è un esperto di guerra elettronica e perciò ha “dovuto” accompagnare, suo malgrado, le strumentazioni che solo lui, come pochi altri, era in grado di manovrare. Vittima, appunto, di “fuoco amico”.
Questa è la tesi – fin qui la più verosimile! – dello sconcertante documentario di Francesco Del Grosso, già autore di Negli occhi e 11 metri, col quale chiude una sua ideale trilogia del “padre mancato”. Ed è la stessa dei famigliari, del Movimento per la verità sul caso e della commissione parlamentare d’inchiesta che ha cercato di far luce sulla realtà dei fatti. Il film è anche il racconto dei 24 anni dell’odissea di una famiglia ingiustamente privata del proprio fulcro e di una moglie e due figli che non hanno smesso mai e mai smetteranno di lottare. Il racconto di una famiglia alla quale sono state negate anche e soprattutto verità e giustizia.
Attraverso le parole imprescindibili della moglie Marisa, Fuoco amico ricostruisce il “solito” microcosmo all’italiana, all’interno di un più ampio macrocosmo di quarant’anni di depistaggi, insabbiamenti, false piste, inganni, che il nostro paese ben conosce. Se Marco Tullio Giordana nell’opera di finzione Romanzo di una strage tracciava un sottile filo rosso che da Piazza Fontana attraversava almeno altri due lustri di storia patria, Del Grosso col suo documentario ci illustra come il “caso Cervia”, nel suo “piccolo”, sia l’ennesimo esempio di un modus operandi che ha caratterizzato le ombre più o meno inquietanti dei governi dell’era repubblicana. Più che britannico understatement delle autorità al principio, falsi testimoni di dubbia attendibilità chiamati a confondere le acque mentre altri più credibili venivano gentilmente adagiati nel dimenticatoio, cialtroni che offrono una soluzione che si rivela presto una tragica presa in giro, intorno intanto il tempo passa e i più ingoiano e dimenticano. Modello applicabile a qualunque evento poco chiaro accaduto nel nostro paese, grosso modo – vedi sopra – da Piazza Fontana in poi.
Del Grosso in un tale ginepraio è stato molto abile anche stavolta a raggiungere, grazie alla propria sensibilità, la massima collaborazione da parte della famiglia – due anni prima fu contattato personalmente dalla stessa figlia di Davide, Erika, per raccontare la vicenda – e di selezionare attentamente grazie pure alla montatrice Francesca Sofia Allegra elementi e tracce validi all’interno della mole di materiale raccolto, spesso impresentabile per le incredibili ed assurde pieghe prese negli anni dagli eventi.
Fuoco amico, crogiuolo di verità ed emozioni, getta così insperata luce su un’altra pagina di storia italica che, peraltro ancora priva della parola “fine”, avremmo preferito non fosse stata mai scritta.
RARISSIMO perché… malgrado le immaginabili difficoltà già solo realizzative, il film sta cercando una distribuzione nel nostro paese.
Note: il documentario è stato presentato nel 2014 in concorso al Bif&St e a Contest – Il documentario in sala e fuori concorso al Biografilm Festival.
Voto: 8
Paolo Dallimonti
#IMG#Gente che scompare
Davide Cervia, un operaio specializzato residente con moglie e figli a Velletri, un giorno di settembre del 1990 scompare nel nulla senza apparenti spiegazioni. Questa è la storia di una vita svanita nel nulla, ma mantenuta vivida e presente nei ricordi della moglie Marisa e dei suoi famigliari.
Se siete abituati a vedere film di spionaggio, a leggere romanzi di John le Carré e a interessarvi di tutto quello che può riguardare il mondo dell’assurdo è molto facile che vi ritroviate e riconosciate fra le pieghe dell’ultimo film di Francesco Del Grosso, autore di documentari efficaci e toccanti come 11 metri, pellicola che il regista dedicò alla vita e alle gesta di Agostino Di Bartolomei. Questa volta l’autore originario di Roma torna a un passato abbastanza recente e altrettanto differente rispetto alle gesta dell’ex giallorosso, toccando un mistero che da quasi cinque lustri pare inesplicabile o quasi, cercando di narrare la storia in teoria inspiegabile di Davide Cervia, operaio trentunenne che il 12 di settembre del 1990 svanì nel nulla, apparentemente senza spiegazioni, quasi senza lasciare tracce se non un passato nella marina militare dove aveva avuto la possibilità di studiare quella che viene universalmente conosciuta come ‘guerra elettronica’, massima espressione della guerra di posizione navale moderna, divenendone uno dei migliori interpreti a livello NATO. I sospetti della famiglia e di coloro che da allora l’affiancano nel tentativo di scoprire che fine ha fatto Davide, giungono a pensare che l’ex ufficiale della marina possa essere stato rapito proprio dai suoi ex colleghi per cercare di utilizzarlo in quel ruolo per il quale era stato formato. Il film cerca attraverso la narrazione della moglie di Davide, Marisa, delle interviste a coloro che han costituito il gruppo di supporto alle sue ricerche, a partire da Gianluca Cicinelli, giornalista autore del romanzo scritto a quattro mani di inchiesta “Un mistero di Stato. Inchiesta sul rapimento di Davide Cervia tecnico di guerre elettroniche”, di ritrovare per lo spettatore tutte quelle prove necessarie a confermare una scomoda verità. Un documentario narrato con interviste e seguendo cronologicamente la vita di Cervia dal momento nel quale incontrò Marisa, sino ai giorni nostri. Ripercorrendo i numerosi colpi di scena e le inchieste televisive con le quali si è mantenuta ancora oggi viva una pagina triste della nostra penisola oltre a un dramma famigliare mai veramente sopito.
Voto: 9
Ciro Andreotti
Le biografie
DAVIDE CERVIA
Davide, è nato a Sanremo nel 1959, si era arruolato in Marina nel 1978, frequentando il corso di ETE/GE (tecnici elettronici/guerra elettronica) a Taranto dove fu l’unico a conseguire tutti i brevetti previsti per i tecnici elettronici: ECM (contromisure elettroniche disturbo emissioni radio altrui), ESM (ricerca segnali comunicazioni radar) e ECCM (disattivazioni disturbo nemico). Trasferito nel 1980 a La Spezia, cura il montaggio di apparecchiature segretissime del sistema “Albatros” sulla nave Maestrale gioiello della flotta militare italiana. Frequentò dei corsi di perfezionamento presso due importanti aziende belliche, la SMA di Firenze e la SELENIA di Roma, diventando lui stesso istruttore e uno dei massimi specialisti in sistemi d’arma elettronici tra i primi dieci in Europa e il migliore in Italia». Davide, si congeda nel 1983 e trovò lavoro come tecnico alla Enerctecnel Sud di Ariccia. La sera del 12 settembre 1990 mentre stava facendo ritorno a casa con la sua Wolksvagen Golf bianca fu bloccato da un commando che lo costrinse a salire su un’auto di colore verde scuro. Da allora non se ne è saputo più nulla.
FRANCESCO DEL GROSSO (regista)
Nasce a Roma nel 1982. Laureato al Dams dell’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi sul cinema di David Fincher, è autore di saggi per volumi collettanei e collabora a siti e riviste di critica cinematografica per i quali firma recensioni e segue in qualità di corrispondente Festival e rassegne. Come regista scrive, dirige e monta spot, cortometraggi e documentari, selezionati in numerosi Festival internazionali e vincitori di diversi premi, tra i quali Gli invisibili, Stretti al vento e Negli occhi, con il quale si aggiudica la “Menzione Speciale della Giuria di Controcampo Italiano” e il “Biografilm Lancia Award” alla 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il “Nastro D’Argento per il Miglior documentario sul Cinema” e il “Globo d’Oro Speciale”. Nel 2011 scrive e dirige il documentario su Agostino Di Bartolomei dal titolo 11 metri, evento speciale alla 6a edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, vincitore dell’Italian Sports Award e Nomination ai Nastri D’Argento e per la regia all’International Festival of Sport Movies Krasnogorski.
Filmografia Il viaggio (cm, 2001); Tra terra, cielo e mare (doc, 2002); L’illusione (cm, 2002); La trappola (cm, 2003); Corpi… (cm, 2003); Equilibrio precario (cm, 2004); Gianpistone: Il viaggio di un artista da Testaccio al Mondo (doc, 2005); Step on K (doc, 2005); Tudo è Capoeira (doc, 2006); Gli invisibili: esordi nel cinema italiano 2000 – 2006 (doc, 2007); Stretti al vento – Storie di navigazioni in solitario (doc, 2008); Negli occhi (doc, 2009); Giulietta e Federico (doc, 2010); 11 metri (doc, 2011); Fuoco Amico – La storia di Davide Cervia (doc, 2014).
GIULIA PICCIONE (produttrice)
Autrice e produttrice di diversi contenuti per diverse piattaforme che da anni si muove fluidamente tra vari ambiti creativi: teatro, radio, cinema, ed ideazione e organizzazione di manifestazioni culturali. Negli ultimi anni ha lavorato alla produzione di film tra cui il documentario di Francesco Del Grosso dal titolo Fuoco Amico – La storia di Davide Cervia e l’esordio alla regia di Giuseppe Bonito con Pulce non c’è, nelle sale ad Aprile 2014.
Dichiarazione del regista
Con “Fuoco amico” si chiude una personale trilogia sulla figura del padre mancato, iniziata nel 2009 con “Negli occhi” e proseguita due anni dopo con “11 metri”, rispettivamente dedicati alle vite di Vittorio Mezzogiorno e di Agostino Di Bartolomei. Un tema a me caro, diventato di fatto centrale nelle storie che ho deciso di raccontare e che adesso ritorna ancora più prepotentemente in questo terzo atto che ruota intorno a Davide Cervia e alla sua misteriosa scomparsa. Tre esistenze, le loro, legate ad altrettante storie così lontane, ma unite da uno stesso comune denominatore: l’assenza.
Quella di Cervia è un’assenza forzata, che lo ha portato lontano dai suoi affetti in un giorno che segnerà in maniera indelebile le vite di un gruppo di persone qualunque, al quale è stato negato l’amore di un padre, di un marito, di un parente e di un amico, il diritto a una vita normale e soprattutto alla verità.
Su questa assenza, sulle tante emozioni che ne sono scaturite in vent’anni e passa di lotta, di domande senza risposte, di paure e dubbi, di orgoglio e voglia di non mollare anche al cospetto di “un muro di gomma” invisibile eretto da chissà chi per insabbiare e occultare una verità troppo scomodo e pericolosa da rivelare, che ho voluto costruire l’architettura drammaturgica del mio nuovo documentario. Scrittura e regia confluiscono così in un viaggio nel tempo e nello spazio che narra e mostra da una prospettiva privata un dramma pubblico, sul quale si è preferito fare cadere un fitto velo di bugie e omertà. Gli eventi e le circostanze che segnano le tappe della vicenda di Cervia sono il baricentro di una storia ancora da scrivere, che dopo una lunga fase di stallo ha da poco tempo ripreso il cammino verso la scoperta di una verità sulla quale per interessi di varia natura si è preferito tacere.
“Fuoco amico” è prima di tutto un film su un affetto negato, che passa attraverso le parole, i ricordi, le emozioni e le istantanee di vita vissuta di persone che non hanno mai smesso, con coraggio, perseveranza e dignità, di cercare il proprio caro. Intorno a questa ricerca ho deciso d assemblare i pezzi di un mosaico audiovisivo che assume strada facendo i contorni di un’inquietante spy-story. Il risultato è una narrazione spiata, fatta di immagini e suoni che prendono forma e sostanza da una memoria passata che si riflette in un presente tormentato, chiamato a documentare l’involuzione di uno dei tanti misteri di Stato, nato e cresciuto nel ventre malato del nostro Paese.
Si parte dall’inspiegabile sparizione di un cittadino qualunque da un piccolo centro in provincia di Roma, per poi trovarsi a fare i conti con un segreto inconfessabile che oltrepassa i confini nazionali: chi è Davide Cervia e soprattutto cosa si nasconde dietro la sua sparizione? Già chi è Davide Cervia e quale segreto è stato costretto a tenere nascosto persino alla sua famiglia? In molti se lo sono chiesto quando dietro alla sua scomparsa hanno cominciato ad addensarsi ombre e nuvole. Altri, invece, hanno preferito non dare delle risposte a queste domande. Altri ancora hanno contribuito a vari livelli a fare in modo che la verità rimanesse sotterrata. Io non faccio parte, come tantissimi altri, di nessuna di queste categorie, perché prima di due anni fa, ossia quando sono entrato per caso per la prima volta in contatto con la storia di Davide, non ne avevo mai sentito parlare. Questo dovrebbe già fare riflettere circa il gigantesco lavoro di occultamento messo in atto per coprire la vicenda e l’enorme fatica dei familiari e delle persone che si sono battute per fare in modo che importanti dettagli relativi al destino di Cervia venissero alla luce, seppur tra mille difficoltà ed ostacoli. Dettagli che né gli inquirenti né lo Stato e i suoi rappresentanti hanno contribuito a fare emergere. Il documentario rievoca questo confronto faccia a faccia tra coloro che inseguono la verità e coloro che continuano, oggi come ieri, a negarla.
Francesco Del Grosso
Dichiarazione del produttrice
Con Francesco ci conosciamo dai tempi delle lezioni di cinema all’Università. Dunque, già con “Gli invisibili”, senza saperlo stavamo collaborando. Nel tempo abbiamo sempre mantenuto la curiosità e alimentato il desiderio di realizzare un film insieme.
Seguendo il suo percorso, mi sono resa conto che Francesco ha nella sue mani più attitudini e strumenti. Il suo linguaggio visivo, aderisce all’elaborazione del materiale d’archivio, mettendo insieme le diverse fasi di ricerca e realizzazione.
Il suo lavoro è incentrato sul tentare di dare forma alla raccolta di testimonianze, componendo un nuovo racconto che ricorda fedelmente il passato vissuto dai protagonisti dei suoi film, usando le domande come l’occasione per far fare loro un’analisi critica, delle sofferte e intricate vicende, tanto dal punto di vista personale che storico/generazionali. Non spettacolarizza, si limita con sensibilità a organizzare i contenuti, ascoltando e misurandone, in un modo quasi dimenticato, il timbro per coglierne pienamente la portata storica, e riportandone senza filtro il valore sociale.
Lavorare con lui è stata un’opportunità per attivare anche un impianto produttivo impostato, in parte, sull’offerta delle competenze dei membri della troupe. L’intento organizzativo ha generato un ennesimo esempio di progettualità indipendente, basato sull’armonizzazione della vocazione creativa con la capacità produttiva, di un gruppo di professionisti del settore.
Con “Fuoco Amico – La storia Davide Cervia”, si consegna, con umiltà, fianco a fianco ai protagonisti della vicenda, la famiglia Cervia, un rinnovato racconto che ci auguriamo possa esser utile alla memoria sociale relativa al mercato e traffico d’armi e di uomini, targato made Italy, che si estende su scala internazionale.
Questa serie di elementi hanno reso quest’operazione, ora che il caso torna in mano al Tribunale di Roma, un percorso privilegiato per l’osservazione e l’accertamento della verità che speriamo emerga dopo più di vent’anni dalla sparizione grazie anche a questo nostro impegno oltre che alla straordinaria tenacia della famiglia, della moglie, dei figli, degli amici del Comitato per la verità su Davide Cervia.
Giulia Piccione