Scheda film
Regia: John Krokidas
Soggetto e Sceneggiatura: Austin Bunn e John Krokidas
Fotografia: Reed Morano
Montaggio: Brian A. Kates
Scenografie: Stephen H. Carter
Costumi: Christopher Peterson
Musiche: Nico Muhly
USA, 2013 – Drammatico/Biografico – Durata: 104′
Cast: Daniel Radcliffe, Dane DeHaan, Michael C. Hall, Jack Huston, Ben Foster, David Cross, Jennifer Jason Leigh
Uscita: 17 ottobre 2013
Distribuzione: Notorious Pictures
Il giovane Ginsberg, così piccolo e già così Allenato
Chi scrive non ha molta simpatia per i biopic – anche per la valanga di essi che si è ultimamente riversata nelle nostre sale – così come non la ha per le trasposizioni di opere letterarie – che ormai sono quasi l’alibi della mancanza di idee ad Hollywood come altrove. Però, in una sorta di un afflato voyeuristico, è altresì difficile negare l’attrazione che queste opere cinematografiche esercitano.
Che cosa dire perciò di un film come Giovani ribelli – Kill your darlings che si cimenta con gli anni giovanili di Allen Ginsberg, là dove Rob Epstein e Jeffrey Friedman con Urlo avevano affrontato in maniera non disdicevole le traversie del suo poema più famoso, e con la Beat Generation, che Walter Salles aveva toccato in modo molto meno brillante realizzando On the road dal romanzo omonimo di Jack Kerouac.
Rispettivamente prima con il volto di James Franco e poi sotto le mentite spoglie letterarie di Sal Paradise e col faccino di James Riley, Ginsberg ha stavolta le fattezze di Daniel Radcliffe, ancora alla ricerca di una dimensione attoriale a lui consona dopo la fine della serie di Harry Potter.
A dirigere le operazioni, l’esordiente su grande schermo John Krokidas, ottima promessa dalle ali però ancora fragili.
Al centro del racconto sono i primi anni universitari di uno dei profeti della Beat Generation, quando, studente della Columbia, conobbe Lucien Carr, Jack Kerouac e William S. Burroughs.
La vicenda di Lucien Carr e la sua relazione mai chiarita con David Kammerer, amico di Burroughs e più grande di lui di 14 anni, insieme all’omicidio di quest’ultimo da parte dello stesso Carr fanno da contraltare alla storia di Ginsberg, alle prese con un padre già famoso e con una madre dagli ingombranti problemi di salute mentale.
La Beat Generation pare portare con sé una sorta di maledizione, dovuta alla sua stessa essenza di movimento contestatore e di rottura, che la rende difficilmente inquadrabile dentro un piano cinematografico ed in qualche ora di durata. Come se la ribellione che ancora esprime fosse difficile se non inutile da domare.
L’essenza del film va però ricercata nel titolo originale Kill your darlings, che la distribuzione italiana ha solo accostato a quello molto fantasioso scelto per l’uscita nel nostro paese, Giovani ribelli: “uccidi i tuoi cari”, sia in maniera reale come fa Carr con l’amante Kammerer, sia in maniera metaforica come Ginsberg mette in pratica soprattutto con il padre, cercando di emanciparsi da lui, anche artisticamente. E il delitto al centro della vicenda cambierà per sempre i destini di tutti.
Il debutto di John Krokidas si rivela alla fine come una pellicola molto convenzionale, malgrado il montaggio spesso concitato di Brian A. Kates cerca di restituirgli quell’aura di rottura che gli scrittori protagonisti portavano con sé. Quello che lo sostiene dopo tutto è la prova attoriale dell’intero, robusto cast: se Daniel Radcliffe dà l’ennesima prova di poter superare indenne il “dopo Harry Potter”, non possiamo ignorare Dane DeHaan (Carr) – se un giorno qualcuno avrà in mente un altro biopic, stavolta sul duca bianco David Bowie, saprà su chi puntare, anche per la straordinaria somiglianza – né l’ottimo Ben Foster (un sulfureo Burroughs) né ancora l’impressionante Michael C. Hall (il Dexter televisivo) nei panni del morituro Kammerer.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti