Scheda film
Regia: Iginio Straffi
Soggetto e Sceneggiatura: Iginio Straffi, in collaborazione con Michael J. Wilson
Fotografia: Gianmario Catania
Musiche: Bruno Zambrini
Italia, 2012 – Animazione/Avventura – Durata: 95′
Cast di voci: Luca Argentero, Laura Chiatti, Belen Rodriguez,
Uscita: 18 ottobre 2012
Distribuzione: Medusa
Rainbow nun fa la stupida stasera…
Il piccolo Timo, rimasto orfano durante l’eruzione di Pompei del 79 D.C. e salvato dal centurione Chirone, cresce sotto la sua guida. Ma, una volta adulto, nonostante gli sforzi del padre adottivo, non sembra affatto interessato a diventare un gladiatore, mentre il suo cuore batte per la sorellastra Lucilla, una ragazza dagli sfavillanti capelli rossi, colta e bella. Quando Cassio, il nipote dell’imperatore Domiziano che sta costruendo il Colosseo, viene promesso suo sposo, Timo lo sfida dopo aver assunto una pozione fortificante propinatagli dalla maga Circe, nonna di un suo amico, altro aspirante combattente nell’arena. Ma, una volta scoperto, viene ripudiato dallo stesso Chirone. Al ragazzo non resterà che affidarsi alle cure di Diana, personal trainer affascinante ed ostinata, fino al giorno dell’agone nel Colosseo…
Dopo il prototipo Winx club: Il segreto del regno perduto del 2007, ancora rozzo, ma efficace, ed il successivo, riuscito e sbalorditivo Winx club 3D: Magica avventura del 2010, impreziosito dalla tecnologia tridimensionale, all’epoca all’avanguardia in Italia, Iginio Straffi, creatore dell’impero Rainbow ed inventore delle Winx, cambia decisamente rotta e, dopo quattro anni di lavorazione, propone un ambizioso soggetto originale che, saggiamente, attinge alla storia patria, fonte d’interesse all’estero e vero ed unico patrimonio nazionale.
Il livello dell’animazione, l’accuratezza degli sfondi e la tecnica 3D sono davvero strabilianti ed in grado di competere con le grandi produzioni targate Pixar e Dreamworks e soprattutto, come appena detto, trovano un’idea nuova, scavando in quel peplum che negli anni cinquanta e sessanta fece la fortuna del cinema (di genere) italiano, senza disdegnare un occhio a Il gladiatore di Ridley Scott ed all’Hercules disneyano.
Unici limiti di una storia divertente ed astutamente costruita per un pubblico di tutte le età sono, a dispetto della tecnologia che sfrutta gli occhialini, la mono-dimensionalità dei personaggi, tra i quali quello un po’ più approfondito, ma nemmeno troppo, è il solo Timo, ed alcune trovate meta-cinematografiche che tradiscono l’intento meramente commerciale del film: come se Straffi non credesse più di tanto in quello che ci sta mostrando, volendo in maniera subliminale screditarlo, ridendoci su. Non possiamo infatti dimenticare il gigantescoo merchandising che gira intorno alla pellicola, cui è dedicata anche una nuova attrazione del Parco Rainbow Magicland di cui la società di Straffi possiede una quota.
Tra infinite citazioni, messaggi educativi (l’anti-doping ed un sottofondo ecologista), canzoni in inglese riservate già in partenza al mercato estero, un uso ammiccante di brani musicali noti ed una serie di riferimenti colti, quali il Minotauro ed il non disprezzabile ricorso al latino, la sceneggiatura procede sviluppando interessanti personaggi di contorno, pur ricalcando modelli già usati dal team marchigiano – i baby-gladiatori non possono non far pensare alle Pixie della serie Winx – ma comunque consolidati.
Il risultato è uno sfolgorante film in animazione tridimensionale stereoscopica che, costruito sapientemente su più livelli, offre sicuro divertimento ed è destinato a non deludere né grandi né piccini.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti