Scheda film
Regia: Massimiliano Bruno
Soggetto: Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti, Gianni Corsi
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Fotografia: Alessandro Pesci
Scenografie: Sonia Peng
Costumi: Alberto Moretti
Musiche: Maurizio Filardo
Italia, 2015 – Commedia – Durata: 103′
Cast: Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Ilaria Spada, Irma Carolina, Silvia Salvatori
Uscita: 12 novembre 2015
Distribuzione: 01 Distribution
Dal teatro al cinema
Massimiliano Bruno porta sullo schermo la sua pièce “Gli ultimi saranno ultimi” con l’amica e collega Paola Cortellesi che sul palcoscenico veste i panni di tutti i personaggi, mentre sul grande schermo è la protagonista Luciana Colacci. Una donna senza pretese, sposata con Stefano (Alessandro Gassman), un uomo che non vuole tornare a “lavorare sotto padrone” e si arrabatta con piccoli espedienti giornalieri, campando entrambi del lavoro da operaia di Luciana. Un amore semplice, “paesano”, fatto di piccole cose comuni, del ristorante con gli amici (solo per le grandi occasioni), della giornata al parco, della messa la domenica, del caffè in piazza. Le cose si complicano quando rimane incinta e non le viene rinnovato il contratto. La loro storia scorre parallela a quella di Antonio Zanzotto (Fabrizio Bentivoglio), un poliziotto trasferito in paese per una “brutta storia”, per un mestiere che non concede seconde possibilità per cui Antonio rimane vittima dei suoi sbagli.
Gli ultimi sono Luciana, Stefano, Antonio, ma anche Manuela (Irma Carolina di Monte) un travestito che fa la parrucchiera a domicilio; sono gli ultimi di una società che non regala niente, dove lavorare è un lusso e mettere al mondo un figlio significa perdere il posto, dove la “puzza” dei “mostri” senza scrupoli a cui spesso devi rendere conto al lavoro te la porti addosso fin dentro casa, ma è comunque meno forte della puzza di uno che non lavora… perché “se non lavori puzzi di più” (frasi scambiate in uno dei momenti più intensi del film). Sono vittime di un sistema che sembra inghiottirli mentre perdono lentamente dignità cercando inutilmente un riscatto: si prova rabbia e senso di impotenza per tutte le bugie, le ingiustizie e i diritti negati, anche civili (i pregiudizi nei confronti del travestito).
È un film sociale, da premiare per la sua attualità, per l’intento di voler raccontare il dramma moderno della perdita di lavoro attraverso rapporti umani, emozioni e sentimenti, spesso ambivalenti in questo tipo di circostanze. Ma nel voler rappresentare il dramma, Bruno esaspera toni e situazioni già di per sé eloquenti, non fidandosi della perspicacia dello spettatore. A tale ridondanza, si aggiungono forzature narrative (incontri tra personaggi che vogliono apparire casuali) che mal si addicono a una storia che deve raccontare la realtà, ancor più se drammatica.
Nella prima parte dove il film è pura commedia, gli elementi narrativi sono poco originali, con luoghi comuni e una comicità romanesca già vista che fanno preferire la seconda parte drammatica, nonostante le forzature citate. Nei momenti allegri è un’ironia semplice, pulita, basica, come lo sono gli stessi personaggi. Alla verve di Gassman (forse troppo imprigionato nel personaggio ormai noto di romano cialtrone e caciarone) si preferisce l’ironia delicata di Bentivoglio, che in più di un’occasione strappa una risata con una frase detta quasi sottovoce. Il poliziotto Zanzotto che viene da Nord Est è un omaggio a Carlo Mazzacurati che tanto amava gli “ultimi” e l’omonimo poeta.
Del film si apprezza per lo più la bravura degli attori (Cortellesi e Bentivoglio in primis), qualche risata e occhio lucido, un montaggio che regala momenti di suspence, il climax e il finale inaspettato (perché “nostro Signore ha detto che gli ultimi saranno i primi… ma non ha detto di preciso quando”).
Voto: 5
Marta Fresolone