Scheda film
Titolo originale: Nous finirons ensemble
Regia: Guillaume Canet
Soggetto: basato su personaggi creati da Guillaume Canet
Sceneggiatura: Guillaume Canet e Rogolphe Lauga
Fotografia: Christophe Offenstein
Montaggio: Hervé de Luze
Scenografie: Philippe Chiffre
Costumi: Carine Sarfati
Musiche (supervisione): Emmanuel Ferrier
Suono: Rémi Daru, Jean Goudier e Jean-Paul Hurier
Francia, 2019 – Commedia – Durata: 131′
Cast: François Cluzet, Marion Cotillard, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte, Benoît Magimel, Pascale Arbillot, Clémentine Baert
Uscita: 12 settembre 2019
Distribuzione: Bim Distribuzione e Movies Inspired

“Non ho mai più avuto amici come quelli… Gesù, ma chi li ha?”

Un uomo di mezz’età (François Cluzet) si rifugia nella sua casa al mare. Le cose non gli stanno andando bene ed ha bisogno di un momento di riflessione ed anche di una svolta economica. Gli amici di sempre, pensando di fargli una gradita sorpresa ed ignari di cosa stia passando, fanno irruzione in occasione del vicinissimo compleanno. Sono quasi tutti i vecchi protagonisti di Piccole bugie tra amici di Guillaume Canet: Max, l’uomo di cui sopra in cerca di solitudine; Marie (Marion Cotillard), molto più battagliera ed incazzosa, con un figlio ormai cresciuto; l’affermato attore sciupafemmine Eric (Gilles Lellouche), stavolta con una figlia lattante ed una ingombrante bambinaia al seguito; Antoine (Laurent Lafitte), altro attore di meno belle speranze, al seguito del collega; Vincent (Benoit Magimel) con un occhio al suo nuovo compagno Alex (Mikaël Wattincourt) ed un altro alla ex moglie Isabelle (Pascale Arbillot), che sembra aver ritrovato una seconda giovinezza; Véronique (Valérie Bonneton), ex coniuge di Max, che ha ancora qualcosa da dire. Tra altre vecchie presenze e assenze, spicca la new entry Sabine (Clémentine Baert), attuale e giovane compagna di Max, che sembra amarlo nonostante tutto.

Anche nove anni dopo, tutti hanno piccoli e grandi segreti, quei “petits mouchoirs” del titolo originale, quelle “little white lies”, i fazzolettini bianchi messi lì, a coprire qualcosa che tutti fanno finta di ignorare che ci sia, ma che c’è. Tutti, a partire da Max che non riesce a rivelare a nessuno di essere finito in bancarotta e di avere le banche alle calcagna e di dover mettere in vendita l’amatissima villa al mare. E su tutto e tutti aleggia ancora il fantasma di Ludo (Jean Dujardin), l’amico scomparso allora…

Se avete amato, come chi scrive, il film di di Guillaume Canet girato nel 2010, ma uscito da noi solo due anni dopo, e i suoi immaturi personaggi, non potrete perdervi il seguito di quella storia, Grandi bugie tra amici, che il regista e attore francese ha sentito il bisogno di girare nonostante il tempo trascorso.

Se nella prima pellicola aveva molto da dire, tanto da non riuscire a far scendere la durata sotto le due ore e mezza, quasi in un flusso di coscienza dai toni autobiografici, qua forse si avverte maggiormente una scrittura più cesellata, che ha richiesto la non nuova collaborazione di Rodolphe Lauga, come se l’ispirazione in parte languisse.

Il risultato è comunque un film molto sentito, spesso ruffiano, a tratti perfino ricattatorio, con una colonna sonora strappacuore, che in alcuni momenti si sente in dovere di procedere verso rotte (melo)drammatiche, come se avesse paura di perdere l’attenzione di noi spettatori.  Però Grandi bugie tra amici funziona, perché ha il soffio lieve della vita, della quotidianità; ha il dono di voler esplorare il mistero dell’esistenza, dei rapporti umani; e vuole molto bene ai suoi personaggi, tanto da averli riportati ancora una volta sullo schermo per lasciarceli ammirare e farci ridere e piangere CON loro. Forse Canet vuole molto meno bene ai suoi meravigliosi attori, tanto da averne coinvolti almeno tre, Cluzet, la Cotillard e Lafitte in quello che sembra essere stato un vero lancio col paracadute, con un risultato assai coinvolgente e allo stesso tempo commovente, utilizzando le Go-Pro attaccate ai loro assistenti di lancio per cogliere ogni minimo dettaglio di quell’esperienza.

Ed alla fine, quando compare anche “il fantasma di” Ludo, con una funzione narrativa ben specifica, siamo davvero felici di aver rincontrato per un paio d’ore quel gruppo di amici, destinati ineluttabilmente a “finire insieme”, e le loro, piccole, grandi bugie.

Voto: 7

Paolo Dallimonti