Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Julia Ducournau
Fotografia: Ruben Impens
Montaggio: Jean-Christophe Bouzy
Scenografie: Laurie Colson
Costumi: Elise Ancion
Musiche: Jim Williams
Suono: Mathieu Descamps
Francia/Belgio, 2016 – Horror – Durata: ’95
Cast: Garance Marillier, Ella Rumpf, Rabah Naït Oufella, Laurent Lucas, Joana Preiss, Jean-Louis Sbille
Mangia che cresci
La percezione aptica è il processo di riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto. Quella olfattiva invece rende possibile, tramite i chemiocettori, l’individuazione della qualità, della quantità e dell’identità di molecole volatili presenti nell’aria.
Tanto l’uno, che l’altro, sono elementi non rilevabili nel cinema. Certo, i braccioli delle poltrone in sala hanno un loro preciso tessuto e i pop corn posso essere profumati al caramello o meno. Ma il film non si può toccare, né odorare.
Almeno non tutti.
Raw – Una cruda verità (Grave) opera prima di Julia Ducournau, ha questo dono, lo avverti addosso.
Un tanfo nauseante come la carne di un animale morto portato sul tavolo autoptico del veterinario. Proprio come succede nel campus di Justine, timida adolescente francese che si è appena iscritta in una prestigiosa università di veterinaria in Belgio. Una strada quasi obbligata per la ragazza, visto che ad attenderla nell’istituto, c’è la sorella maggiore. Entrambi i genitori, poi, anni prima hanno fatto gli stessi studi. Justine, vegetariana da sempre, viene costretta ai soliti riti d’iniziazione goliardici degli studenti più grandi di lei, come quello di ingurgitare carne. Non una gustosa bistecca, come quella di Joe “Cypher” Pantoliano (“I know this steak doesn’t exist”) di Matrix, ma pezzi di interiora, viscere di coniglio e quanto di più ostile per chi si nutre da sempre di quinoa e patate. Si chiama nonnismo.
Ma il corpo della ragazza subisce dei cambiamenti, si squama, si irrita e Justine inizia a provare sensazioni diverse, non paga della carne animale, inizia a bramare quella umana, diventando di fatto una giovane e affascinante cannibale in un campus universitario. Potrebbe sembrare il plot di un modesto B-Movie americano, ma questo horror è inaspettatamente primordiale, vivo e sessuale.
Il pretesto narrativo, infatti, serve alla Ducournau per raccontare altro. Il disgustoso rito di passaggio, prima e il cannibalismo poi, sottintendono la trasformazione del corpo della ragazza, da adolescente a donna.
Ma non lo fa alla recente maniera di Abdellatif Kechiche (La Vie d’Adèle e Mektoub, My Love: Canto Uno) o di François Ozon (Jeune et Jolie, L’amant double).
La giovane Ducournau è un altro tipo di regista. La sua mise-en-scène e il suo approccio filmico è ancora genuino e laido, tanto da rievocare le abbuffate di Ferreri o le metamorfosi cronenberghiane.
Raw, o forse è meglio chiamarlo Grave, a Cannes ha fatto vittime, con tanto di spettatori che scappavano dalle sale, disturbati da scene come quella (e qua entriamo nel terreno minato dello spoiler) in cui Justine, corteggia, lecca e sgranocchia la falange mozzata della sorella.
Scena cult. Film cult.
Destino comune ad un altro regista e differente pellicola, quel Martyrs di Pascal Laugier, presentato giusto 10 anni fa alla 61ma edizione del Festival di Cannes.
Una nuova generazione di registi d’oltralpe che, pur nutrendosi dei maestri europei, strizzano l’occhio al cinema di genere americano.
Da vedere, ma a stomaco vuoto.
Note: il film è uscito il 23 agosto 2017 in DVD con etichetta Universal con il titolo Raw – Una cruda verità, ma da noi NON è MAI uscito in sala.
Voto: 7 e ½
Giuseppe Silipo