Scheda film
Titolo originale: Grimsby
Regia: Louis Leterrier
Soggetto: Sacha Baron Cohen e Phil Johnston
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Phil Johnston e Peter Baynham
Fotografia: Oliver Wood
Montaggio: Jonathan Amos, Evan Henke e James Thomas
Scenografie: Kave Quinn
Costumi: Paco Delgado
Musiche: David Buckley e Erran Baron Cohen
Suono: Nico Louw
G.B./Australia, 2015 – Commedia/Azione – Durata: 83′
Cast: Sacha Baron Cohen, Mark Strong, Rebel Wilson, Freddie Crowder, Jon-Jon Lockwood, Shaun Thomas, Claudia Adshead
Uscita: 7 aprile 2016
Distribuzione: Sony Pictures/Warner Bros
Fratelli per le palle
Grimsby, non troppo ridente località britannica gemellata con Chernobyl. Nobby (Sache Baron Cohen), con due incredibili basettoni alla Liam Gallagher, vive la sua vita di mediocre tra il bar e lo stadio, con i suoi undici figli e la loro madre, Dawn Grobham (Rebel Wilson), di cui, pur non essendo lei propriamente una silfide, è profondamente innamorato perché per lui è la donna più bella del mondo. Nobby ha però un cruccio: ritrovare suo fratello Sebastian, dal quale si è separato molti anni or sono. Quello che però Nobby ignora è che Sebastian (Mark Strong) oggigiorno fa l’agente segreto nell’MI6 ed è pure nei guai, poiché qualcuno vuole incastrarlo, incolpandolo di guai dei quali non ha alcuna responsabilità. E Sebastian, per venirne a capo, sarà costretto suo malgrado a farsi aiutare dall’esuberante fratello…
È una regola non scritta: quando all’interno di una serialità, che fino ad allora non lo prevedeva, si inserisce la trama spionistica, c’è qualcosa che non va ed i risultati non saranno dei migliori. Accadde con Il vizietto II e con Cars 2, opere nient’affatto memorabili. La serialità in questione è naturalmente la carriera comica di Sacha Baron Cohen che qui commette un bel passo falso. Se nel precedente Il dittatore dietro eccessi e scurrilità si celavano una profonda e precisa scrittura, estremamente calcolata, qua tutto appare pretestuoso, poiché non c’è una satira ben delineata, se non su una certa necessità di apparire e di fare beneficienza da parte dei più noti e famosi – qua due bersagli facili sono il povero Daniel Radcliffe e Donald Trump – o, per contro, si riscontra soltanto una debole ironia sul sottoproletariato inglese, che comunque alla fine viene glorificato proprio in virtù della sua bassa essenza. Perciò gli eccessi di una sceneggiatura, cui ha partecipato anche lo stesso Baron Cohen, che arrivano perfino a toccare un doppio senso tra un escremento ed un pene maschile o due missili infilati nel didietro dei due protagonisti per evitare che esplodendo en plen air possano diffondere un letale virus o ancora il riparo sempre della coppia all’interno dell’utero di un’elefantessa, con tanto di penetrazione e copioso orgasmo da parte di una serie di focosi partner, suonano vuoti e gratuiti e fini a loro stessi, per quanto spesso innegabilmente divertenti. Qualche momento riuscito si ravvisa solo nei ricordi del passato che vorrebbero fare da contraltare ed anche da giustificazione allo straripante resto.
In tutto questo fanno tenerezza Louis Leterrier, regista principalmente di genere cresciuto alla corte di Alexandre Aja e scelto da Cohen proprio in virtù del suo curriculum, e Marco Giuseppe Salussola, in arte Mark Strong, che non a caso già avevamo visto come spia nello struggente ruolo di Jim Prideaux nel bellissimo La talpa di Tomas Alfredson tratto da Le Carré, che cerca di tenersi in piedi in questo pastrocchio, pur tradendo il sospetto di essersi divertito un bel po’.
Grimsby – Attenti a quell’altro non è comunque immune dall’intrattenere lo spettatore, che, purché sia di bocca buona, uscirà dalla sala senza rimpiangere il costo del biglietto e dopo essersi fatto un sacco di risate, anche se vince a mani basse la palma d’oro del cattivo gusto, ergendosi su di una trama debole e dispensando una morale fiacca e banalotta.
Riuscirà prima o poi Sacha Baron Cohen ad imboccare la strada di un cinema più adulto, cui la sua incredibile faccia sembra aspirare in ogni fotogramma delle proprie commedie, come ad esempio il già rifiutato ruolo di Freddy Mercury – due gocce d’acqua! – in un troppo atteso biopic su di lui?!
Voto: 5 e ½
Paolo Dallimonti