Scheda film
Regia: Giuseppe Francesco Maione
Sceneggiatura: Tommaso Arnaldi
Fotografia: Matteo Bruno
Montaggio: Giovanni Santonocito
Scenografie: Gaspare De Pascali
Costumi: Beatrice Genolini
Musiche: Giordano Maselli
Suono: Matteo Botticelli
Italia, 2015 – Thriller/Horror – Durata: 86′
Cast: Guglielmo Scilla, Lorenzo Richelmy, Claudia Genolini, Tommaso Arnaldi
Uscita: 28 maggio 2015
Distribuzione: Flavia Entertainment
Thriller Indie Italiano, con eredità di Youtube
Distribuito in pochissime sale italiane, Hybris è un film thriller/horror proveniente dalla scena indipendente, italiana stavolta. La premessa percorre un territorio familiare per il genere, quello della casa abbandonata nel bosco e di ragazzi che vanno là per isolarsi o motivi del genere, con conseguenze nefaste… perchè altrimenti non sarebbe un thriller od un horror!
Un gruppo di quattro ragazzi, per rispettare le ultime volontà di un loro caro amico, vanno in una casupola isolata nel bosco e, sempre per onorare il suo testamento, portano le sue ceneri con loro.
Però si ritrovano forzati a trascorrere una notte nella vecchia casa per un’improvvisa ed inspiegabile scomparsa di porte e finestre, mentre rancori accumulati nel corso degli anni e eventi dell’oscuro passato dei ragazzi riemergono violentemente, dando inizio ad un gioco al massacro, sobillati l’un contro l’altro dalla paranoia o, forse, dalla stessa casa…
Hybris non mostra particolare creatività, visto che infiniti sono i film a cui si potrebbe ricondurre la sceneggiatura, la premessa ed i personaggi, ma non sarebbe poi così male, se non fosse per il cast. In primis perchè abbiamo “prestiti” dal web, con Guglielmo Scilla, meglio noto con il soprannome di Willwoosh su Youtube, e Claudia Genolini, che recitò nella web-series Freaks!, che francamente affondano quello che poteva essere qualcosa di accettabile.
Il signor Scilla ha la faccia fotogenica, indubbiamente, ma deve trovare le sue battute molto gustose, perchè tende a mangiarsele a metà o dirle con troppa fretta, lasciando il pubblico incerto su cosa abbia detto di preciso. Claudia Genolini è sicuramente più comprensibile e capace come attrice, ma specialmente con lei non si è mai sicuri se quando dice qualcosa voglia essere seria o meno.
La loro recitazione scade spesso nel ridicolo, ma almeno vi farete qualche risata, anche se il più delle volte l’intenzione non era chiaramente quella, anzi.
Fortunatamente abbiamo anche veri attori, come Lorenzo Richelmy, meglio noto per il personaggio titolare della serie drammatica/fantastico/storica Marco Polo di Netflix.
Anche Tommaso Arnaladi (che è pure sceneggiatore e produttore ed ha un po’ di esperienza televisiva), nei panni del quieto quanto inquietante fratello incestuoso della ragazza, è più convincente nel ruolo rispetto a Scilla ed alla Genolini. Sì, avete letto bene: c’è il fratello inquietante e viscido che è innamorato di sua sorella, giusto per aumentare il fattore repulsione del film.
Il resto dei personaggi non sono stereotipati ma risultano poco interessanti: anche la figura di Valerio, l’amico morto, è poco esplorata e dimenticabile, quando poteva essere più approfondita.
Sarebbe stato comunque un film mediocre girato alla meglio, visto che i dialoghi rimangono quello che sono, spesso ridicoli cumuli di esposizione detta in maniera ridicola, pezzi di script lanciati come palle di un match di tennis tra gli attori invece di veri dialoghi, esposti ora in modo gretto, ora in modo inutilmente sovraccaricato. Fatto sta che, anche quando i personaggi non si beccano di continuo tra loro e parlano in maniera seria, spesso risultano involontariamente comici.
Ed a causa della brutta sceneggiatura, questo film, che non raggiunge (per poco) i 90 minuti scarsi, vi sembrerà tirato per le lunghe, anche per le ampie dissertazioni dei dialoghi su oscuri eventi passati, che che il regista avrebbe potuto mostrare pure tramite flashback.
La trama di per sé non sarebbe male, in quanto cerca di mischiare allucinazioni, paranoia e dubbi su cosa sia vero, possibilmente immaginato (paure e desideri proiettati dei personaggi) o veramente suggerito da una casa che sussurra nella mente dei ragazzi per metterli l’uno contro l’altro. Se non altro non è chiaro fin da subito dove il tutto vada a parare e questo va riconosciuto.
È inoltre quel tipo di film horror/thriller indie in cui potete notare facilmente il basso budget dal fatto che non viene mostrato il gore, tagliando l’inquadratura sopra la parte del corpo colpita da armi come accette o bastoni.
D’altro canto però è montato assieme (da Giovanni Santonocito) in maniera decente , la fotografia di Matteo Bruno è buona e si apprezzano le qualità della produzione che non tradisce la sua natura “indie” fin dalla prima immagine.
Hybris non è un buon film, è l’ennesimo thriller/horror bruttino che poteva aspirare ad essere un po’ meglio, se non fosse stato per il cast, metà recuperato da youtube, e che soffre per i dialoghi comunque mediocri e risibili e per il ritmo pessimo, facendo sembrare molto più lungo del dovuto un film di neanche 90 minuti.
Almeno è tecnicamente messo assieme in maniera più che dignitosa, non sembrando un filmino fatto in casa, e, almeno, le recitazioni involontariamente goffe, ridicole e comiche vi strapperano qualche risata. Non proprio i migliori complimenti possibili per un horror/thriller, ma di certo si può fare molto di peggio, specialmente per un film di debutto (e di genere) di un regista italiano ventunenne.
Voto: 4 e ½
Alessio Becheracci