Scheda film
(Tr. Lett.: Esportazioni rare)
Regia: Mirko Locatelli
Soggetto: Giuditta Tarantelli
Sceneggiatura: Mirko Locatelli e Giuditta Tarantelli
Fotografia: Ugo Carlevaro
Montaggio: Fabio Bobbio e Mirko Locatelli
Musiche: Baustelle
Suono: Paolo Benvenuti, Simone Olivero e Daniele Sosio
Italia, 2013 – Drammatico – Durata: 102′
Cast: Filippo Timi, Jaouher Brahim, Gabriel e Tijey De Glaudi, Dragos Toma, Nahim Chalbi, El Farouk Abd Alla
Uscita: 3 aprile 2014
Distribuzione: Strani Film, in collaborazione con Mariposa Cinematografica
Sale: 12
Stranieri in patria
Antonio (Filippo Timi), il papà del piccolo Pietro, lo segue e lo assiste nella sua lotta contro un tumore che troppo presto gli ha aggredito il cervello, mentre la mamma è rimasta a casa a badare agli altri due figli.
Giunto dalla provincia umbra in un vero e proprio viaggio della speranza, durante la degenza in ospedale a Milano fa la conoscenza con il quindicenne Jaber (Jaouher Brahim), un giovane arabo di fede musulmana, migrato in Europa da poco, in fuga dal Nord Africa e dagli scontri della primavera araba, che viene a trovare Youssef (El Farouk Abd Alla), un ragazzo connazionale molto malato. Tra l’uomo ed il giovane si instaura un rapporto dapprima di diffidenza, poi di graduale comprensione, poiché, ognuno a suo modo, sono lì entrambi per qualcuno cui vogliono bene…
Un tumore che cresce in un bambino; uno straniero immigrato nel nostro paese; un piccolo essere malato per suo padre che lo vede e vive diverso; un genitore all’interno di un ospedale, di un’altra città e forse di un ruolo troppo grande per lui: sono tutti i corpi estranei del titolo di quest’opera seconda di Mirko Locatelli, nata dall’immagine di un padre ed un figlio osservata da sua moglie, la co-sceneggiatrice Giuditta Tarantelli, in un reparto di oncologia pediatrica.
Vero e proprio one-man-show di Filippo Timi, qui al suo meglio, maturo come non mai, il film si regge interamente sulla sua robusta interpretazione e sul suo accento umbro, a tratti dolce, a momenti aspro e sgraziato.
Per il resto però Locatelli, che pur conosce la malattia, essendo tetraplegico da oltre vent’anni e dirigendo da una sedia a rotelle, non riesce purtroppo a sviluppare le interessanti tematiche messe in campo (la malattia e la xenofobia e la metafora che esse innescano reciprocamente), lasciando ad un certo punto che la pellicola vaghi senza una meta precisa. Anche la figura di Jaber non viene approfondita come dovrebbe, rimanendo enigmatica ed alla fine poco incisiva.
I corpi estranei, che relega pure le musiche dei Baustelle annunciate dai titoli di testa alla sola canzone “Il futuro” su quelli di coda, resta anche agli occhi più indulgenti possibili un film poco coinvolgente che gira perlopiù a vuoto, malgrado gli argomenti potenzialmente interessanti e vincenti. Rimane così un’occasione mancata, salvata solo in parte dalla prova attoriale del suo immenso protagonista.
RARO perché… è un’opera seconda poco riuscita.
Note: il film è stato presentato in concorso al Festival del Film di Roma 2013.
Voto: 6
Paolo Dallimonti