Scheda film

Regia: Hossein Amini
Soggetto e Sceneggiatura: Hossein Amini – tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith
Fotografia: Marcel Zyskind
Montaggio: Nicolas Chaudeurge, Jon Harris
Scenografie: Michael Carlin
Costumi: Steven Noble
Musiche: Alberto Iglesias
G.B./USA/iFrancia, 2013 – Drammatico – Durata: 96′
Cast: Viggo Mortensen, Kirsten Dunst, Oscar Isaac, David Warshofsky, Daisy Bevan, Aleifer Prometheus
Uscita: 9 ottobre 2014
Distribuzione: Videa CDE

 Anime sole

Potrebbe sembrare enigmatico come titolo, I due volti di gennaio, e – non temete – questa volta la traduzione italiana è assolutamente fedele, ma, post-visione, se si pensa all’etimologia di “gennaio” ci rendiamo conto di quanto la scrittrice Patricia Highsmith volesse essere evocativa e, al contempo, giocare con le parole. Se da un lato il dio romano Giano rappresentava ogni forma di mutamento, dall’altro quel “due” rafforza ancor più l’idea di un gianobifrontismo insito negli uomini ed è proprio su questo che il romanzo e ancor più il film lavorano e scavano.
Siamo nel 1962, in Grecia tre esistenze si incrociano: Chester (Viggo Mortensen) sta facendo un viaggio – apparentemente – turistico con la moglie Colette (Kirsten Dunst) che, col suo charme seduce da lontano, Rydal (Oscar Isaac), un giovane che fa la guida turistica per non ricadere nel passato. Si crea un triangolo strano: a colpire il ragazzo non è solo l’eleganza della donna, ma anche la raffinatezza dell’uomo, un hidalgo nel mondo degli affari. Ed è qui la chiave che inizierà a svelare un po’ di sottotracce, mascherate da bugie e modi affabili.
Hossein Amini, sceneggiatore di successo (tra i suoi ultimi lavori Drive di Nicolas Winding Refn), ha deciso di passare dietro la macchina da presa mosso dall’esigenza di raccontare questa storia, conosciuta vent’anni fa e da allora non l’ha più lasciato nonostante nel testo originario ci fossero alcune imperfezioni e incongruenze. Non è la prima volta che l’artista iraniano adatta romanzi (nel ’98 è stato candidato a un BAFTA e a un Oscar per Le ali dell’amore tratto dal libro di Henry James), si sente che sa maneggiare la parola, ma per quanto si sia sforzato di colmare ciò per cui il testo della Highsmith non risultava riuscito, non ce l’ha fatta a far quadrare il cerchio – probabilmente doveva spingere il pedale sull’acceleratore delle corde del thriller. La scrittrice statunitense è diventata famosa grazie al personaggio di Tom Ripley, truffatore e al centro di ben cinque romanzi e di diversi film tra cui Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella. Ne I due volti di gennaio torna un po’ questo archetipo, le acque si contaminano per rendere onore al genere, idem per le diverse sfumature insite nella natura umana, ma la confezione “classica” risente della mancanza di uno slancio maggiore che ci sarebbe voluto. La fotografia quasi acceca – soprattutto all’inizio tra i colori del lusso e la solarità della Grecia – creando lo scontato simbolismo rispetto al mondo interiore dei personaggi; ma lo sviluppo drammaturgico, troppo lineare, non coinvolge come avrebbe potuto fare.
I due volti di gennaio resta una pellicola lodevole per le interpretazioni di Mortensen, Dunst e Isaac.

Voto: 6 e ½

Maria Lucia Tangorra