Regia di Olivier Dahan, con Jean Reno, Benoit Magimel, Christopher Lee

Mah…
Se il primo film prometteva bene per poi perdersi in un finale dispersivo e frettoloso, questo seguito promette peggio, ma in comune ha comunque un finale dispersivo e frettoloso.
Ci sono film da vedere al cinema ed altri da recuperare solo a noleggio? Forse per qualcuno bestemmierò, ma per me è così. Certo, a meno che non siate dei disperati (come me ed alcuni miei amici) che vanno a vedersi “quasi” tutto quello che esce. Ogni tanto mi domando se non lo facciamo per risparmiare sul riscaldamento di casa…
Credete che sia il caso di aggiungere qualche divagazione pseudocinefila per una pellicola di questo tipo solo per poter dire che questa è una recensione? Dall’alto della mia incommensurata magnanimità vi dispenso questo prezioso suggerimento: le giornate si sono allungate, comincia a far caldo… andate a mangiarvi un buon gelato!

DA TENERE: Jean Reno con la sua solita espressione catatonica che, per contratto, deve esibire in ogni film prodotto e/o scritto e/o diretto dal suo principale Luc Besson.
DA BUTTARE: Ovviamente la sceneggiatura di Luc Besson! Se solo ogni tanto rileggesse quello che scrive forse riuscirebbe ad evitare inutili banalità… La differenza tra i film che dirige ed i film che produce e/o scrive è quasi abissale.
NOTA DI MERITO: L’atmosfera “marcia”, con la pellicola sgranata tendente al marrone, che da sola “quasi” nobilita questo filmetto.
NOTA DI DEMERITO: Il fatto che, quasi sicuramente, prima o poi dovremo subire un terzo episodio. Non che la storia non finisca, anzi, è solo che ormai anche in Francia hanno capito che le serializzazioni all’americana ai botteghini funzionano alla grande.

Ben, aspirante Supergiovane