Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Marco Righi
Fotografia: Alessio Valori
Montaggio: Marco Righi, Arianna Bardizza
Scenografie e Costumi: Giorgia Mandriani
Musiche: Roberto Rabitti
Italia, 2010 – Drammatico – Durata: ’80
Cast: Lavinia Longhi, Marco D’Agostin, Gian Marco Tavani, Maurizio Tabani, Claudia Botti, Elide Bertani, Luigi Gandolfi
Uscita: 24 febbraio 2012
Distribuzione: Ierà

Sale: 3

 Giro di viti

Siamo nel settembre del 1984, nella provincia rurale dell’Emilia Romagna, in uno di quei posti in cui, come “cantano” gli Offlaga Disco Pax, “il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%”. Sono “i giorni della vendemmia”, in cui il raccolto non sarà però solo quello degli acini staccati dalle viti. A dare una mano alla famiglia dell’adolescente Elia (Marco D’Agostin), è giunta in paese la seducente e disinvolta Emilia (Lavinia Longhi), emancipata nipote di compaesani. Per lui, figlio di un padre che vive nel mito di quell’Enrico Berlinguer appena scomparso e di una madre cattolica e bigotta che organizza in casa incontri di preghiera, sarà anche l’occasione per il confronto con il fratello maggiore Samuele (Gian Marco Tavani), sempre in giro per l’Europa a scrivere di musica, del quale forse sa meno di quanto creda…
L’esordiente Marco Righi, già autore di corti e del documentario Abbasso il duce, realizza un film a metà tra il datato Malizia di Samperi e Teorema di Pasolini, pieno di suggestioni evocanti Pier Vittorio Tondelli, che vanno dalla presentazione in scena del suo primo romanzo “Altri libertini”, tenuto da Elia sul comodino, alla figura di Samuele, che in parte rimanda allo scrittore stesso ed in parte sembra essere stato preso di peso da uno dei suoi libri. Ambientata alla fine di un’estate che è anche la fine di un periodo devastante per il nostro paese, che si è appena chiuso con la morte di uno dei suoi uomini migliori ed in cui la nazione ha dovuto fare i conti col terrorismo e la strategia della tensione, con un clima da guerra fredda che rischiava di sfociare in quella civile, con l’escalation mafiosa e con il sogno infranto del “compromesso storico”, la pellicola mette a confronto tre generazioni: quella dei genitori, cresciuti nel dopoguerra e che simboleggiano all’interno della famiglia il dramma lacerante di una nazione col più grande partito comunista d’Europa; quella dei fratelli maggiori, che hanno vissuto il sessantotto; quella dei minori, che in quell’anno sono più o meno nati e che potrebbero forse costituire la vera speranza per il futuro.
La regia di Righi non lascia sfuggire nulla, fin dalle prime sequenze in cui ci mostra come il padre nasconda durante il rito delle preghiere una copia de “L’Unità” sotto la sedia, per arrivare alla comparsa in scena di Samuele, mostrato significativamente al centro tra Elia ed Emilia che gli si avvicinano. E se, in un momento clou verso il finale, l’utilizzo della parabola del “figliol prodigo” può risultare retorica ed eccessiva, il regista riesce a cavarsela grazie al montaggio composito e frammentato, curato da lui stesso insieme ad Arianna Bardizza, portato avanti in tutto il film, che prima accenna e poi mostra, prima allude e poi spiega, aggiungendo leggerezza e tensione narrativa, calibrando così l’effetto dirompente di Emilia e quindi di Samuele, due facce della stessa medaglia, sull’adolescenza di Elia, ormai alla fine.
I giorni della vendemmia è un’opera riuscita, che affascina e commuove, soprattutto chi quegli anni li ha vissuti in contemporanea col protagonista, anni in cui invece l’autore che li racconta nasceva. Grazie anche ad un efficace cast di semisconosciuti (se si esclude Tabani, volto più che noto, Tavani e la Longhi hanno avuto esperienze perlopiù di fiction televisiva, mentre il giovane D’Agostin quasi solo teatrali), i personaggi di quella tarda estate del 1984 rimarranno a lungo nella memoria.

Raro perché… perché è un piccolo grande film.
Note: uscito in un pugno di sale in Emilia, con notevole successo, il film ha poi raggiunto Vicenza, Venezia, Cagliari, Torino e dal 19 al 24 giugno sarà a Roma (Cinema Greenwich), Palermo (Multisala Gaudium) e Piacenza (Cinema Le Grazie) e a seguire a Milano (dal 22/06 al Cinema Mexico), Treviso (Cinema Multisala Edera), Firenze (dal 20/07, Odeon) e Udine (dal 18/07, Cinema Visionario).

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti