Scheda film
Titolo originale: The magnificent seven
Regia: Antoine Fuqua

Sceneggiatura: John Lee Hancock, Nic Pizzolatto
Montaggio: John Refoua

Fotografia: Mauro Fiore
Scenografie: Derek R. Hill

Costumi: Sharen Davis
Musiche: James Horner, Simon Franglen
Suono: Ed Novick
USA, 2016 – Azione/ Western/Drammatico – Durata: 133’


Cast: Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Haley Bennett, Peter Sarsgaard, Vincent D’Onofrio, Matt Bomer, Lee Byung-hun, Cam Gigandet, Vinnie Jones, Sean Bridgers, Luke Grimes, William Lee Scott
Uscita: 22 settembre 2016
Distribuito da Warner Bros. Italia

Il western-samurai-movie targato Fuqua

Viene in mente la storia di quel tale che è precipitato dal decimo piano… Ad ogni piano diceva “per ora va bene”. 
Quelli che gli scocchi quattro frecce indemoniate in corpo e continuano ad avanzare, tra sabbia torrida e sangue. Quelli che gli pianti una pallottola in petto e ti coprono dal fuoco nemico, sorridendo sfiancati e soddisfatti. Quelli che si appiattiscono all’ombra di un campanile aspettando l’alba della vendetta. Quei derelitti che perdono sempre. Quei sette magnifici loosers, balordi, cacciatori di taglie, teste distrattamente appese al collo, drop-outs, outlaws. Quei sette arraffati dal caso che non conoscono una causa, se non la mera sopravvivenza (forse), ma che conoscono la purezza della lealtà. L’adrenalinico autore di Training day e The equalizer, Antoine Fuqua, dirige l’ennesima “sua” storia di un misterioso granitico ronin armato di minimale pazienza (saggezza atavica e loquacità killer minima sindacale), e dei suoi sei compagni orfani di terra giustizia ma non di libertà.
Dalle catene feudali spezzati dalla nobiltà tragica de I sette samurai di Akira Kurosawa al simil-letterale remake de I magnifici 7 di John Sturges (1960), l’epicopolpettone firmato da Fuqua investe lo spettatore di carrelli e mucchi selvaggi, in un montaggio chirurgico e avvincente che non reca tuttavia in sé il calore viscerale della passione di quei mitici incauti perdenti che pretende di raccontare.
La piccola cittadina mineraria di Rose Creek è assediata dall’esercito poco regolare del magnate senza scrupoli Bogue, che minaccia di radere al suolo ogni casa e alito vitale e di strappare la terra agli abitanti che la occupano per nascita e per duro lavoro di generazioni non ancora wasp, per accaparrarsi, col bene placito delle cosiddette, svendute autorità locali, il dominio della regione e il suo sfruttamento ad libitum. Assoldato da una giovane vedova in-consolabile, il cacciatore di teste Sam Chisolm, spinto da un mal celato desiderio di riscatto da orribili torti subiti in un recente passato, aiuta la donna a liberare la città, reclutando al suo fianco una allegra meticcia banda di disperati, riproducendo, in un marasma primordiale post secessionista il tipico melting pot americano, tra neri spazza-crimine adottati dalle istituzioni, accoltellatori cinesi, ex ufficiali depressi e (in)fallibili, irlandesi ubriaconi e così via nella waste land degli anti eroi, mine vaganti della giustizia di frontiera. Non quella analizzata e sbudellata nonché impiccata dal gioco intellettuale e politico del tagliente (pur citazionistico esercizio di stili) The hateful eight di Quentin Tarantino, che mette alla berlina con sarcasmo verboso, deliberatamente inglorioso, gli stessi stereotipi del sogno democratico americano sommariamente tracciati da questo nuovo I magnifici 7. Che invece non si sposta (nonostante la cosceneggiatura dell’altrove ottimo Nic Pizzolato, autore di True detective) dal polverone action, buddie movie a cavallo e a mano armata, incastonato con nitore tonitruante ma senza pathos né catarsi nell’arido west in cui i barbari si confondono agli indigeni, gli invasori agli invasi, tutte figurine divertenti ma amorfe di una storia troppo vista, poco magnifica.

Voto: 5

SP (VC)