Scheda film
Regia, Soggetto, Fotografia: Matteo Calore e Stefano Collizzoli
Montaggio: Matteo Calore e Stefano Collizzoli, con la consulenza di Marco Fantacuzzi
Musiche: Claudio Conforto, Alerto Cagol
Italia, 2011 – Documentario – Durata: 45′
Uscita: 24 novembre 2011
Distribuzione: ZaLab
Sale: 1 (ItineRARO)
Tunisi in fiamme
Mohamed Bouazizi, venditore abusivo di frutta e verdura in quel di Sidi Bouziz, Tunisia, il 17 dicembre 2010 si vede confiscare dalla polizia tutta la sua merce. Il pomeriggio dello stesso giorno si dà fuoco davanti al palazzo del governatore locale. Morirà il 4 gennaio 2011.
Il suo gesto però nel frattempo ha incendiato metaforicamente tutta la Tunisia, innescando una rivolta che porterà alla caduta del regime del dittatore Zine El Abidine Ben Alì, meglio noto solo con gli ultimi due nomi, in auge da ben ventitré anni. Ad avere una ricaduta immediata è l’Europa, sotto forma di Italia, che inizia a riempirsi di quelli che sarà difficile distinguere – soprattutto filtrati dalla demagogia dei nostri politici di destra – tra esuli politici e clandestini.
Nei campi d’accoglienza di Mineo, Manduria e Palazzo San Gervasio, i documentaristi Matteo Calore e Stefano Collizzoli, sotto l’egida e secondo il consueto format di Zalab – misto di testimonianze dirette ed immagini di repertorio per restituire la fotografia di un momento di cronaca recente che abbia interessato i diritti umani – intervistano Nader, Mouez, Fehti, Mehrez e Adel, fuggiti dalla Tunisia in occasione della rivoluzione occorsa nel loro paese.
Il loro è un racconto di libertà, che non significa fare qualsiasi cosa, “la Libertà è esprimersi in tutti i modi, ma senza fare torti alle persone, nel senso che la libertà è andare ovunque vuoi in Europa, è vedere delle cose…”; di un dittatore le cui immagine e presenza imperversavano ovunque, tranne ovviamente che in prigione, e che arrivava a prendere alle elezioni il 99,99 % dei voti, in maniera tutt’altro che reale e trasparente; ed è anche il racconto di un cambiamento reso in gran parte possibile dalle nuove tecnologie che, attraverso facebook e le videoriprese realizzate con i cellulari, hanno permesso il diffondersi a macchia d’olio della protesta nel mondo. Mondo che ha risposto in maniera non troppo rassicurante: come ci informano alcune didascalie, “il 5 aprile 2011, il governo italiano firma un accordo con i governo provvisorio tunisino: la chiusura immediata della frontiera in cambio di un permesso di soggiorno per chi è già in Italia; tra fine aprile e inizio maggio dopo due mesi di attesa nei campi 11.000 tunisini ricevono un titolo di vaggio e un permesso di sei mesi per motivi umanitari”, mentre al 7 ottobre 2011 sono stati rimpatriati con la forza 3.385 giovani tunisini.
I nostri anni migliori è un mediometraggio che vuole essere la testimonianza “di una generazione di giovani cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che hanno deciso di provare a prendersela fino in fondo”.
“…Se un giorno il popolo volesse la vita… il destino dovrà sicuramente rispondere… sicuramente l’oscurità verrà spazzata via e sicuramente le catene si spezzeranno… e chi non vuole scalare le montagne vivrà per sempre tra le rocce”.
Raro perché… meglio nascondere la polvere sotto i tappeti, no?
Note: il film inizia il suo tour lungo la penisola il 14 novembre 2011 a Padova presso il Centro San Gaetano ed il 24 a Roma al Piccolo Apollo c/o ITIS Galilei. Segui il suo percorso QUI.
Voto: 7
Paolo Dallimonti