Scheda film

Regia: Ben Stiller
Soggetto: Steve Conrad, dal racconto di james Thurber
Sceneggiatura: Steve Conrad
Fotografia: Stuart Dryburgh
Montaggio: Greg Hayden
Scenografie: Jeff Mann
Costumi: Sarah Edwards
Musiche: Theodore Shapiro
Suono: Danny Michael
USA, 2013 – Commedia/Avventura – Durata: 114′
Cast: Ben Stiller, Kristen Wiig, Jon Daly, Kathryn Hahn, Terence Bernie Hines, Adam Scott, paul Fitzgerald
Uscita: 19 dicembre 2013
Distribuzione: 20th Century Fox

 I sogni son desideri

In origine fu il racconto “The secret life of Walter Mitty” scritto da James Thurber nel 1939. Poi Norman Z. MacLeod ne trasse un celeberrimo musical cinematografico omonimo – in Italia Sogni proibiti – interpretato da Danny Kaye nel ruolo del sognatore ad occhi aperti. Nel 1982 il nostro Paolo Villaggio ne mette su un irresistibile remake, Sogni mostruosamente proibiti, diretto da Neri Parenti, quand’era ancora un regista rispettabile.
Anno 2013: Ben Stiller firma questo sontuoso rifacimento, molto musicale e musicato, ma non proprio “musical”, allargandone l’esperienza, i contenuti e naturalmente i significati.
Walter Mitty (Ben Stiller) lavora presso la rivista Life in qualità di editor fotografico e trascorre il tempo a sognare ad occhi aperti quella vita rocambolesca che, nell’anonimato dei suoi giorni, vive riflessa nelle foto che aiuta a stampare, in particolare quelle dell’avventuroso Sean O’ Connell (Penn). Dal momento in cui la testata per cui lavora decide di chiudere per passare dal cartaceo al solo “on-line” ed un antipatico cacciatore di teste, Ted Hendricks (Adam Scott), entra nell’organico per ridimensionarlo, i tempi per il candido Walter si fanno ancor più duri. Quando però il suo fotografo preferito gli invierà i suoi ultimi scatti, ancora su pellicola, eleggendo il n. 25 del rullino ad ultima copertina di Life, per il povero editor scatterà la tragedia: il fotogramma indicato non si trova! Ostinato a non arrendersi e minacciato dallo scorbutico cacciatore di teste, Walter avrà solo una scelta: realizzare i sogni di sempre e lanciarsi davvero nell’avventura in giro per il mondo ad inseguire fotografia e fotografo…
Pur garantendo intrattenimento allo stato puro, la riflessione di Ben Stiller è davvero ad ampio raggio: la rivista Life (ossia “vita”, con tutti i doppi sensi ed i cortocircuiti semantici possibili immaginabili) che si contrappone ai sogni del protagonista; l’avventura e la fotografia, che però è sempre “mimesis biou”, riproduzione della vita, come la creazione artistica stessa; ed infine il cinema, vero e proprio esempio di sogno condotto ad occhi aperti.
In questo contesto si muovono i sogni segreti di Walter Mitty o, meglio, si agita la sua vita (“life”) segreta, come continua fuga da una realtà a volte troppo stretta, altre troppo larga.
E se pure Ben Stiller è un gran goliarda, non risparmiandosi adorabili sparate come la prima scena onirica in cui si lancia dalla fermata della metro in un palazzo in procinto di esplodere, compiendo nel mezzo tutta una serie di improbabili azioni, o quella in cui fa “urban surf” sull’asfalto a cavallo di una striscia pedonale sfidando l’infame Ted o ancora quella della lunga discesa in skateboard in Islanda, alla fine ci insegna come e quanto la vita reale possa essere più affascinante di quella immaginata: basta solo osare viverla!
Così, tra comprimari di lusso come Shirley MacLaine (la madre) e Sean Penn e paesaggi insuperabili come quelli islandesi, l’indimenticabile regista dei sottovalutati Zoolander e Tropic Thunder (già critiche ad altri mondi, quelli della moda e del cinema) lancia pure in tempi iper-tecnologici una sfida ad internet – Life chiude tutto sommato per colpa del web – quale ulteriore via di fuga dalla realtà.
Date fiducia all’attonito Walter Mitty: sarà dolce perdersi nei suoi sogni ad occhi aperti, per poi chiuderli e spalancarli nuovamente di fronte all’universo tangibile, per scoprirlo allettante come non mai ed assai ricco di sorprese. 

Voto: 7

Paolo Dallimonti

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