Scheda Film
Titolo originale: Spotlight
Regia: Tom McCarthy
Sceneggiatura: Tom McCarthy, Josh Singer
Fotografia: Masanoby Takayanagi
Montaggio: Tom McArdle
Musiche: Howard Shore
USA, 2015 – Drammatico/Biografico/Thriller – Durata: 128′
Cast: Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber
Uscita: 18 febbraio 2016
Distribuzione: BIM
Il prezzo del silenzio
Ci sono storie a lungo insabbiate che una volta svelate possono innescare vere e proprie reazioni a catena. Storie che, una volta sottratte al buio del cono d’ombra che per decenni le ha celate, possono avere sulla Società che le ha accolte nel proprio grembo le medesime ripercussioni di un Vaso di Pandora scoperchiato. Quella al centro de Il caso Spotlight, quinta fatica dietro la macchina da presa del polivalente attore, sceneggiatore e regista Tom McCarthy, presentata con successo nel fuori concorso della 72esima edizione della Mostra di Venezia e ora nelle sale nostrane con BIM a partire dal 18 febbraio con la spinta delle sei nomination agli Oscar e le tre ai Golden Globe conquistate, è una di quelle.
La pellicola del regista statunitense si fa vettore di una di quelle storie che farebbero tremare i polsi a chiunque, per il solo peso specifico del quale si fa carico. Di conseguenza, il solo aver deciso di trasformarla nel baricentro drammaturgico di un’opera cinematografica, a maggior ragione se prodotta e diffusa a poco tempo di distanza dall’anno giubilare indetto in via speciale da Papa Francesco, è un elemento che va tenuto seriamente in cosiderazione nel momento stesso in cui ci si approccia criticamente all’opera, al di là che questa piaccia oppure no. Per quanto ci riguarda è risultato determinante ai fini del giudizio finale, alla pari dei meriti emersi dalla visione sul piano della scrittura, della regia e della performance corale del cast. Il film narra, infatti, le vicende reali venute a galla dopo l’indagine del quotidiano The Boston Globe sull’Arcivescovo Bernard Francis Law, accusato di aver coperto casi di pedofilia avvenuti in diverse parrocchie. Inchiesta, questa, che è valsa agli autori il prestigioso Premio Pulitzer nel 2003 per l’importanza delle sue rivelazioni e che ha portato alla luce migliaia di casi di abusi sui minori in 102 diocesi a tutte le latitudini.
Plot alla mano è piuttosto facile intuire quale livello di difficoltà si porta dietro un argomento come questo. Fare un film sulla pedofilia nella Chiesa mette nelle condizioni l’autore di turno di misurarsi con una serie di ostacoli che rendono il percorso un campo minato, lo stesso che devono aver attraversato anche i vari Alex Gibney, la coppia Bellino-Luzi e Larraìn durante le lavorazioni dei rispettivi Mea Maxima Culpa, The Prey e El Club. McCarthy e il co-sceneggiatore Josh Singer dribblano abilmente tutti gli ostacoli possibili e immaginabili, quanto basta per portare sullo schermo un film d’impatto, che fa della crescita esponenziale della tensione l’ariete con il quale buttare giù tutte le barriere, anche quelle più reistenti. Quest’ultima è il riflesso condizionato di un modo di fare cinema che non ha paura di dire e di mostrare, che nel farlo finisce con il rendere il giusto tributo a un mestiere come quello del giornalista d’inchiesta. E questo è un altro grande merito da riconoscere all’operazione. In tal senso, la mente torna anche al recente Truth di James Vanderbilt.
Diversamente dal passato e da pellicole come Mosse vincenti o L’ospite inatteso, per Il caso Spotlight McCarthy sceglie una regia classica e di buona fattura, intelligentemente al servizio della scrittura, dei personaggi e del lavoro davanti alla macchina da presa degli attori che sono stati scelti per interpretarli, a cominciare dal redivivo Michael Keaton chiamato a guidare un cast in stato di grazia. Il tutto seguendo alla lettera, ma con la giusta distanza, la lezione impartita nel lontano 1976 da Pakula con quel capolavoro dal titolo Tutti gli uomini del presidente.
Voto: 8
Francesco Del Grosso