Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Fotografia: Hirokata Takahashi
Montaggio: Takeshi Seyama
Musiche: Joe Hisaishi
Giappone, 1986 – Animazione/Fantastico – Durata: 124′
Cast di voci: Mayumi Tanaka (Alex Polidori), Keiko Yokozawa (Eva Padoan), Kotoe Hatsui (Sonia Scotti), Minori Terada (Tony Sansone), Fujio Tokita (Dante Biagioni)
Uscita: 25 aprile 2012
Distribuzione: Lucky Red

 L’isola che forse c’è

La giovane Sheeta viaggia prigioniera su un’aeronave, sotto la custodia del perfido colonnello Muska. Quando il velivolo viene assaltato da una spericolata banda di pirati capeggiata da una donna, Dola, la fanciulla precipita nel vuoto, ma viene salvata dal magico ciondolo che porta al collo, il quale, rendendola immune alla forza di gravità, la lascia planare tra le braccia del piccolo minatore Pazu. Sheeta è in realtà una principessa, proveniente dalla mitica e leggendaria isola volante di Làputa, terra che il padre raccontava a Pazu di aver visto e che Muska, insieme ai suoi soldati, brama per gli immensi poteri e tesori ivi riposti. Tutti i protagonisti della vicenda, ognuno per un proprio motivo, cercheranno di scovare il fantomatico luogo…
Onore alla Lucky Red che prosegue nella meritoria opera di divulgare in Italia tutti i preziosi lavori di Hayao Miyazako, sfuggiti negli anni alle nostre distribuzioni, se si escludono estemporanee uscite in DVD ad opera della Buena Vista/Disney, allora proprietaria dei diritti, come nel caso di questo film, apparso fugacemente in home video nel 2004 e poco dopo misteriosamente ritirato.
Realizzato nel 1986, ambientato in un luogo ed un tempo imprecisati, Il castello nel cielo non è il debutto di Miyazaki alla regia, avvenuto nel 1979 con Lupin III – Il castello di Cagliostro, bensì è il primo film ultimato sotto l’egida dell’allora appena fondato Studio Ghibli.
Zeppa di tutte le tematiche care al regista giapponese – l’avventura ed il volo, un cielo fin troppo popolato, la sfiducia nei confronti della tecnologia e sopratutto verso il suo (cattivo) uso da parte dell’uomo, i riferimenti letterari (qui le citazioni sono la Laputa de “I viaggi di Gulliver” di Swift, Jules Verne e “L’Isola del tesoro” di Stevenson), l’umorismo, la magia e l’animismo, associati al concetto sfumato di una terra/Gaia vivente, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e non ultimo l’amore – la pellicola nella sua lunga durata è un vero e proprio campionario dell’universo di Miyazaki, contenendo già in nuce gli spunti per tutti i suoi futuri lungometraggi.
Ispiratosi per gli sfondi al Galles degli scioperi dei minatori, che visitò proprio nel 1984, il caparbio cineasta ha costellato il film di diversi elementi steam-punk ispirati a Verne, ravvisabili nelle numerose macchine volanti a metà tra il futuribile ed il retro, compresi i leggeri “flaptor”, velivoli biposto usati dai pirati che volano sbattendo leali come fossero leggiadre libellule, avvalendosi allora ancora di un’animazione del tutto artigianale, ricca di tutta la passione e le inestimabili qualità dello Studio Ghibli, ma estremamente efficace, soprattutto nelle movimentate e velocissime scene di esplosioni, combattimenti e concitati inseguimenti.
Arricchito inoltre da personaggi indimenticabili come Ma Dola e la sua scalcinata famiglia di bucanieri, Il castello nel cielo è un film che riemerge dagli abissi della memoria, forte di un doppiaggio appositamente realizzato, sotto la cura e la direzione di Gualtiero Cannarsi, mantenendo intatti come un eterno classico tutti i suoi messaggi e l’insuperabile capacità di ammaliare ed intrattenere.

Voto: * * * *

Paolo Dallimonti