Scheda film
Regia. Soggetto e Sceneggiatura: Gianluca Jodice
Fotografia: Daniele Ciprì
Montaggio: Simona Paggi
Scenografie: Tonino Zera
Costumi: Andrea Cavalletto
Musiche: Michele Braga
Suono: Angelo Bonanni
Italia/Francia, 2020 – Biografico/Storico/Drammatico – Durata: 106′
Cast: Sergio Castellio, Francesco Patanè, Tommaso Ragno, Clotilde Courau, Fausto Russo Alesi, Massimiliano Rossi, Elena Bucci
Uscita in sala: 20 maggio 2021
Distribuzione: 01 Distribution

Il buon federale

1936. Il giovanissimo Federale di Brescia Giovanni Comini (Francesco Patané), viene inviato da Starace (Fausto Russo Alesi) in missione speciale alla corte di Gabriele D’Annunzio (Sergio Castellitto) per tenerlo sotto controllo. Qui il ragazzo, ingenuamente pervaso dall’ideologia fascista, entrando in contatto con l’eroe di Fiume inizierà ad avere qualche dubbio…

Dopo mille difficoltà legate al Covid-19 – era annunciato ad ottobre 2020 – arriva nelle sale in circa 200 copie, che se già non sono poche, nella quarta settimana di riapertura delle sale, non ancora tutte in esercizio, sono una vera enormità, Il cattivo poeta, scritto e diretto da Gianluca Jodice. E lo fa a gamba tesa, rivelandosi non un vero bio-pic sul celebre poeta, ma una vicenda complessa e intricata che racconta anche gli ultimi suoi due anni di vita. Il pretesto è la storia, anch’essa vera, del Federale Giovanni Comini,

Ed è questa originalità che colpisce e conquista, oltre a un D’Annunzio inedito: come non tutti sanno, pur iniziale sostenitore del fascismo, egli poi ne divenne un grande critico, disprezzando l’alleanza di Mussolini con Hitler e cercando anche disperatamente di dissuadere Il Duce.

Avvalendosi della magnifica e “unica” fotografia di Daniele Ciprì, che slava tutto in un granitico bianco fascista, Gianluca Jodice dopo numerose e accurate ricerche scrive e gira un film d’esordio “avatiano”, che pone il piccolo uomo, pur di responsabilità, in un contesto molto più grande di lui, come l’ultimo Il signor diavolo“, dove il protagonista Furio Momenté (Gabriel Lo Giudice) è quasi sovrapponibile al Comini (Francesco Patané), o come in tante altre epopee umane del buon Pupi.

Se i dialoghi di D’Annunzio sono tutti reali, anche se spesso presi in prestito da scritti del poeta vate, risultando un po’ retorici proprio perché letterari, la pellicola attinge freschezza dal personaggio principale del Federale, attraverso il suo ingenuo scoprire che cosa nasconda veramente quell’ingombrante ideale fascista, andando a scorgere ciò che stesse accadendo nelle segrete del suo palazzo, toccandolo con mano e arrivando però a scrivere una preoccupata lettera a Roma che gli costerà cara.

All’idea vincente di girare presso l’autentico Vittoriale degli Italiani, per gentile concessione di Giordano Bruno Guerri, e ad un Sergio Castellitto perfettamente in parte, al quale, come ha detto lui stesso, è bastato solo “rasarsi il cranio”, si aggiungono i volti sinistri e lombrosiani di Fausto Russo Alesi e di Lino Musella, perfetti nei loro ruoli e in netto contrasto col candore di Comini.

Voto: 7 e ½

Paolo Dallimonti