Scheda film
Regia, Soggetto e sceneggiatura: Michele Botrugno e Daniele Coluccini
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Mario Marrone
Scenografia: Laura Boni
Costumi: Francesca Di Giuliano
Musiche: Paolo Vivaldi e Andrea Boccadoro
Suono: Filippo Barracco
Italia, 2017 – Drammatico – Durata: 105’
Cast: Vinicio Marchioni, Anna Foglietta, Vincenzo Salemme, Giulia Bevilacqua, Lucianna De Falco, Daniele Parisi, Michele Botrugno
Uscita: 28 settembre 2017
Distribuzione: Notorious Pictures
Morte della capitale
Alla periferia della capitale, in un condominio popolare, vive un gruppo di persone composto da una varia umanità alla quale si sono da poco aggiunti Bruno e Flaminia, una coppia desiderosa di farsi accettare dagli altri condomini. Alla vita del palazzo sono legati anche: Carmine, boss dello spaccio che collabora con Bruno e che desidera mettere le mani sul business dei migranti e della costruzione di case di accoglienza per profughi, e Walter, uno scrittore molto vicino a uno degli inquilini.
Ancora una volta Coluccini e Botrugno portano sullo schermo, dopo Et in Terra Pax, girato nel 2010 lungo il serpentone di Corviale, un nuovo capitolo della caduta negli inferi di una città che di eterno ha ormai ben poco. L’omonimo romanzo di Walter Siti, alter-ego nemmeno troppo nascosto del ‘professore’ interpretato superbamente da Vincenzo Salemme, è scandagliato in ogni suo anfratto restituendo continuità narrativa a un romanzo scritto sotto forma di capitoli tra loro uniti solo da una visione d’insieme e quindi visti come una sorta di diario della periferia romana. Il film, a visione ultimata, restituisce al pubblico una Roma che è ben distante dal centro storico più celebrato e da copertina e lambito solamente quando ci si avvicina al mondo della politica e del potere, restituendo allo spettatore una visione non certo possibilista per un presente costellato da droga, degrado urbano e, ancor prima, degrado morale di una metropoli descritta però in maniera troppo stereotipata, come se ci si trovasse davanti a un telegiornale o a una puntata di Suburra.
Proprio in questo manca il film presentato lo scorso anno al Festival di Venezia, pur in presenza di un cast di primo livello: oltre a Salemme è da sottolineare l’eccellente prova di Vinicio Marchioni, che pur ripercorrendo i medesimi solchi di Romanzo Criminale – La serie questa volta decide di dare anima e volto a un ruolo distante anni luce del criminale che lo ha reso celebre, calandosi nella parte di uno spiantato perennemente a caccia di denaro.
La pellicola, pur essendo guidata dalle migliori intenzioni, si perde quindi in una narrazione frammentaria, dettata dalla probabile difficoltà di restituire coesione a un romanzo non facile da tramutare in sceneggiatura, al quale si aggiunge la presunzione di una morale pseudo-pasoliniana, incarnata dal ruolo di Salemme, che s’abbandona a pensieri in libertà sul significato delle periferie rispetto alla vita di coloro che le popolano. Un vero peccato che però costa a una valida idea iniziale la credibilità da parte di un genere già esplorato in numerose occasioni.
Voto: 5 e ½
Ciro Andreotti