Scheda film
Titolo originale: The mule
Regia: Clint Eastwood
Soggetto: ispirato dall’articolo del New York Times Magazine
“The Sinaloa Cartel’s 90-Year Old Drug Mule” di Sam Dolnick
Sceneggiatura: Nick Schenk
Fotografia: Yves Bélanger
Montaggio: Joel Cox
Scenografia: Kevin Ishioka
Cast: Clint Eastwood,Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest,
Andy Garcia, Alison Eastwood, Taissa Farmiga, Ignacio Serricchio, Loren Dean
Musiche: Arturo Sandoval
USA, 2018 – Drammatico – Durata: 116’
Uscita: 7 febbraio 2018
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Il tempo non si può comprare
Ci sono poche certezze nella vita e Clint Eastwood è una di queste. Scorrendo la sua straordinaria filmografia in cabina di comando, infatti, raramente ha deluso le attese, semmai quelle pochissime volte che non le ha soddisfatte a dovere (vedi Hereafter) ha comunque lasciato delle tracce nel fruitore di turno. Non manca occasione in cui il veterano attore e regista statunitense non riesca a sorprenderci con una pellicola che reca in calce la sua prestigiosa firma. Con la sua ultima fatica dietro la macchina da presa dal titolo The Mule, nelle sale nostrane a partire dal 7 febbraio con Warner Bros. Pictures, non solo ci regala l’ennesima perla cinematografica degna di essere ricordata ma anche una nuova e indimenticabile performance attoriale. Era dai tempi di Gran Torino, vale a dire dal 2009, che il quattro volte premio Oscar® non si divideva tra il lavoro davanti e dietro la cinepresa. L’Eastwood attore, invece, mancava dalle scene dal 2012, anno in cui ha messo corpo e voce al servizio del collega Robert Lorenz per il ruolo di Gus in Trouble with the Curve.
Da quel momento il mondo intero – noi compresi – si era messo l’anima in pace, accettando a malincuore quello che a tutti gli effetti sembrava un addio alla recitazione, ma per fortuna non è stato così. In The Mule e alla soglia dei novant’anni Eastwood ha deciso di concedere a se stesso e alla platea un altro magnifico assolo, calandosi nei panni di Earl Stone, un uomo di 80 anni che si ritrova al verde, da solo, e di fronte al fallimento della sua società, quando gli viene offerto un lavoro che richiede semplicemente la guida di un’auto. Cosa facile, ma, a sua insaputa Earl è appena diventato un corriere della droga per un cartello messicano. Svolge bene il suo nuovo lavoro, talmente bene che il suo carico aumenta esponenzialmente, e gli viene assegnato un responsabile. Ma questo non è l’unico a tenere d’occhio Earl: il misterioso nuovo ‘corriere’ della droga è finito anche nel mirino dell’agente della DEA, Colin Bates. Anche se i suoi problemi finanziari appartengono ormai al passato, i suoi errori invece cominciano ad affiorare incidendo pesantemente sulla sua vita; non si sa se Earl avrà il tempo di rimediare a quei torti prima che le forze dell’ordine, o gli esecutori del cartello, lo prendano.
Poliziesco, dramma umano e un briciolo di mistery si fondono per dare forma e sostanza ad un film da non lasciarsi sfuggire. Film, questo, la cui storia non è però il frutto dell’immaginazione di Eastwood, tantomeno di quella di chi ha realizzato lo script per suo conto, ossia Nick Schenk. Quest’ultimo ha attinto a piene mani dall’articolo di Sam Dolnick pubblicato sul New York Times Magazine battezzato “The Sinaloa Cartel’s 90-Year Old Drug Mule”, a sua volta tratto dalla storia vera di Leo Sharp, un veterano della seconda guerra mondiale che negli anni ottanta divenne uno spacciatore di droga e corriere per il cartello di Sinaloa. Una storia che il caro vecchio Clint non ha esitato nemmeno un attimo a portare sul grande schermo e che lo ha convinto addirittura a tornare sui suoi passi. Perché diciamoci la verità, lo sappiamo noi e siamo sicuri che lo sapeva anche lui quando ha preso la decisione, non c’era altro attore in circolazione capace di indossare quei panni. E non a caso è proprio la performance di Eastwood a rappresentare la carta vincente nelle mani dell’Eastwood regista. Di fatto, in The Mule si ripete quello che era accaduto in Gran Torino, con la mente dello spettatore che non può non tornare in più di un frangente proprio al disegno di Walt Kowalski, alla sua ferocia e alle immancabili battute politicamente scorrette, razziste e al vetriolo. Un uomo che aveva chiuso le porte in faccia al mondo e che decide poi di riaprirle prima che il tempo scrivesse la parola fine. E sulle stesse traiettorie si muove anche Earl Stone, chiamato dalla vita e dal suo passato ad un’ultima chance per redimersi e chiedere perdono a chi ha ferito.
The Mule è un’opera che tocca il cuore, lo accarezza e lo schiaffeggia al tempo stesso. E per farlo si avvale di passaggi drammatici e altrettanti che cedono il testimone ad uno humour nero spiazzante che diverte e affonda il colpo quando meno te lo aspetti. Merito della scrittura e del modo in cui il nostro caro e vecchio Clint sa trasformare in materia audiovisiva tutto ciò decide di mettere in quadro.
Voto: 8 e ½
Francesco Del Grosso