Scheda film

Regia: John Madden
Soggetto: Assaf Bernstein, Ido Rosenblum (film originale Ha-Hov)
Sceneggiatura: Matthew Vaughn, Jane Goldman, Peter Straughan
Fotografia: Ben Davis
Montaggio: Alexander Berner
Scenografie: Jim Clay
Costumi: Natalie Ward
Musiche: Thomas Newman
USA, 2010 – Drammatico – Durata: 114′
Cast: Sam Worthington, Ciarán Hinds, Helen Mirren, Tom Wilkinson, Marton Csokas, Jessica Chastain, Jesper Christensen
Uscita: 16 settembre 2011
Distribuzione: Universal Pictures

 The Debt nasce come remake

The Debt nasce come remake della celebre pellicola israeliana, datata 2007, di Assaf Bernstein. Il film ruota attorno alle figure di David, Stefan e Rachel, tre agenti del Mossad arruolati per una pericolosa e segretissima missione: catturare il famigerato criminale di guerra conosciuto come Il chirurgo di Birkenau. Il sadico medico nazista, autore di crudeli esperimenti sugli ebrei, si nasconde nella Berlino sovietica degli anni sessanta dove, con una nuova identità, lavora come ginecologo. Gli agenti riescono nel loro piano e vengono celebrati in patria come degli eroi. Ma l’apparenza inganna e un improvviso colpo di scena rimescola le carte, facendo prendere alla storia dei percorsi inaspettati.
Ben strutturato, ben sceneggiato (Matthew Vaughn, Jane Goldman, Peter Straughan) e ben interpretato, soprattutto per quanto riguarda i ruoli femminili, il film si sviluppa attraverso numerosi flashback, alternando scene di vita nella Tel Aviv degli anni novanta a ricostruzioni delle gesta dei tre agenti, avvenute a Berlino, trent’anni prima. La formula funziona a tal punto che per quasi tutta la durata del film ci illudiamo di sapere già il finale. Ma il colpo ad effetto è dietro l’angolo e le certezze si frantumano. Qui però arriva la nota dolente. La parte finale del film appare forzata, troppo prolissa e, a tratti, noiosa.
Partendo dal presupposto che i remake raramente non scadono si deve ammettere che, anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad una brutta copia dell’originale, anzi ad una copia eccessivamente hollywoodiana della toccante ed intensa pellicola israeliana. Nonostante ciò, Madden riesce a creare un racconto introspettivo basato sulla storia di tre ragazzi segnati da perdite dolorose durante la guerra, che cercano giustizia. Giustizia per loro ma soprattutto per il popolo israeliano. L’orrore della guerra viene fatto trapelare indirettamente ed è una formula che funziona perché lo spettatore riesce comunque ad essere coinvolto dagli ideali dei tre agenti segreti. Con una maggiore attenzione alla parte finale del film, The Debt, è un buon prodotto, forse leggermente troppo americano, ma comunque di grande spessore.

Voto: * * *

Giada Valente

 Occhio per occhio, ebreo perdente

#IMG#1997, la figlia di Rachel Singer celebra in un libro le gesta della madre, occorse trent’anni prima: nel 1966 a Berlino Est tre agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, due uomini e Rachel, parteciparono ad una missione segreta: catturare Dieter Vogel (Jesper Christensen), criminale nazista noto come il chirurgo di Birkenau, che adesso si fa passare per il dr. Bernhardt, ginecologo, e garantirgli un processo, per far conoscere al mondo il suo folle operato. Appostamenti ed avvicinamenti, elementi di un elaborato piano, portano alla cattura dell’obiettivo, ma qualche imprevisto impedisce la consegna dell’ostaggio che, rimasto per giorni in balia dei suoi rapitori, riesce alla fine a fuggire. Soltanto la ferma mano di Rachel può piantargli a distanza una pallottola nel dorso, arrestando per sempre la sua fuga. Acclamati in patria come eroi, i tre agenti terranno per loro un segreto, che tradirebbe il reale svolgimento dei fatti, per lunghi anni fino a quando, nel 1997, un giornalista ucraino comincia ad avere qualche sospetto. Toccherà allora proprio a Rachel, l’unica ancora abile, porre rimedio alla situazione, anche a costo della vita…
Il debito, ovvero la cura può essere peggiore della malattia o la reazione alla guerra più esecrabile della guerra stessa, in una escalation di menzogne?
Dei metodi non esattamente ortodossi utilizzati dal Mossad ci aveva già raccontato Spielberg nello splendido Munich, mentre il regista John Madden, qui rielabora un film israeliano del 2007, Ha-Hov di Assaf Bernstein, per raccontarci quanto le guerre ed i folli ideali siano direttamente ed indirettamente esecrabili, tanto da infangare qualsiasi risposta ad essi. Al di là di ogni considerazione sull’ideologia nazista, i tre cacciatori del criminale, che, anche se non lo dice espressamente, avrà obbedito a degli ordini, sono poi tanto migliori di lui, pur usando la violenza soltanto a buon fine, cioè per garantirgli un processo che egli stesso definirà “farsa”? Quanto si è uomini e donne migliori se si approfitta delle nebbie del tempo per arrogarsi meriti impropri? E pertanto il “mostro”, conoscendo l’innata debolezza dei suoi avversari, non esita a provocarli ed a cercare nella loro ira una via di salvezza, per quanto potenzialmente letale.
Grazie ai suoi eccezionali attori che interpretano al di qua ed al di là del tempo Rachel, Stefan e David, rispettivamente ieri Jessica Chastain, Marton Csokas e Sam Worthington (mai così espressivo), ed oggi Helen Mirren, Tom Wilkinson e Ciàran Hinds, Madden inizia con la retorica delle celebrazioni per poi gettarci nel mistero fitto dei primi quindici minuti in cui ben poco appare chiaro. Gioca molto con le immagini mostrandocele e rimostrandocele, uguali ma diverse, facendo assumere loro ogni volta un significato differente. E si diverte tra cinema (il racconto filmico ed in qualche modo oggettivo) e letteratura (la narrazione filtrata, la versione ufficiale degli eventi), trasformando tutto in pura settima arte, in un sublime ed elevato distillato iconico che rinnega le parole. Pur se l’ultima parte, quella del “risanamento del debito”, si dilunga, perde di mordente e sa di posticcio, per quanto sia irrinunciabile, Il debito è più di un riuscito film d’azione, ponendo numerose e profonde domande allo spettatore.

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti