Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Aurelio Grimaldi
Fotografia: Alfio D’agata
Montaggio: Daniele Camaioni
Musiche: Marco Werba
Suono: Luca Bertolin
Italia, 2019 – Storico – Durata: 97′
Cast: Antonio Alveario, Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco
Uscita: 2 luglio 2020
Distribuzione: Cine1 Italia
La famosa invasione dei mafiosi in Sicilia
La mattina del 6 gennaio 1980 il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, mentre si sta recando a messa con la propria famiglia, viene ucciso da un giovane che si avvicina alla sua auto e a sangue freddo gli spara addosso con una pistola. Il delitto commesso ai danni di un uomo che stava cercando di portare nella sua isola una forte aria di rinnovamento, pur nelle fila di un partito, come la Democrazia Cristiana, che anni dopo risultò ampiamente collusa col sistema mafioso, apparve fin da subito alquanto anomalo. Dopo i primi depistaggi verso il terrorismo di sinistra, le indagini vennero condotte da subito dal sostituto procuratore di turno, Pietro Grasso, e poi proseguite dal giudice istruttore Giovanni Falcone che porterà alla luce agghiaccianti relazioni tra mafia, politica, NAR e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e servizi segreti.
Piersanti Mattarella aveva dalla sua parte solo il segretario del suo partito, Benigno Zaccagnini, e il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, ma aveva contro di lui tutti gli esponenti siciliani della propria parte politica, in primis Salvo Lima e Vito Ciancimino, autori del famigerato “Sacco di Palermo”.
Il delitto Mattarella, quarant’anni dopo, vuole fare luce su una vicenda che non fu mai chiarita fino in fondo e su un uomo che rischia di essere dimenticato, tant’è che in grosse città come Roma e Milano nessuno ha mai pensato di dedicargli una piazza o una via. Purtroppo però lo fa in un modo tutto suo che ha molto poco di cinematografico. Siamo dalle parti di un lugo servizio televisivo di lusso, discretamente documentato e con ricostruzioni messe in scena con attori di un certo calibro e di una certa rilevanza. Anche il commento musicale di Marco Werba, forse uno degli elementi più cinematografici che il film si conceda, non riesce a prescindere da quelle note di basso suonate al pianoforte di morriconiana memoria del quale ogni pellicola italiana d’impegno civile pare non possa ormai più fare a meno.
E se Tony Sperandeo, Tuccio Musumeci e un inedito Sergio Friscia regalano rispettivamente un Vito Ciancimino, un Salvo Lima e un Rosario Spatola più veri del vero, e se lo stupefacente Francesco Di Leva si cala nei romanissimi panni di un esponente di spicco della banda della Magliana, decisamente inaccettabile risulta l’Andreotti da Bagaglino che compare in più momenti.
Aurelio Grimaldi non ha la rozzezza di Renzo Martinelli, ma neanche la raffinatezza e il mestiere che colleghi della sua generazione come Marco Risi, Michele Placido e Marco Tullio Giordana adoperano quando dirigono film impegnati civilmente. E mentre in alcuni momenti osa, mostrando quell’Andreotti di cui sopra in situazioni scomode, ma ampiamente documentate nei verbali dei processi, non riesce mai a pronunciare, ad esempio, il nome di Valerio Fioravanti, qui adombrato come “Aurelio”, pur sbucato fuori più volte nelle numerose indagini svolte nel corso degli anni e riconosciuto persino da Irma, moglie di Piersanti, testimone oculare.
Il risultato è appunto un prodotto difficilmente inquadrabile, grondante retorica, che però, ripetiamo, tende ad inserirsi più nella produzione televisiva giornalistica, pur con punte di rilievo. E questo, nonostante le buone e oneste intenzioni, non gli permette neanche di sfiorare la sufficienza.
Voto: 5
Paolo Dallimonti