Scheda film
Regia: Tom Vaughan
Sceneggiatura: Matthew Newman
Fotografia: David Tattersall
Montaggio: Matt Friedman
Scenografia: Kat Wilson
Costumi: Lizzy Gardiner
Musiche: Stephen Endelman
USA, 2014 – Commedia/Sentimentale – Durata: 102′
Cast: Pierce Brosnan, Jessica Alba, Salma Hayek, Malcolm McDowell, Brandi Burkhardt, Ben McKenzie, Marlee Matlin, Paul Rae, Ivan Sergei, Juliet Mills
Uscita: 22 luglio 2015
Distribuzione: Adler Entertainment
Love is all you need
A volte si ha proprio bisogno di vedere qualcosa che sai già come si concluderà. Potrà apparire banale dirlo, ma questa è una delle caratteristiche del genere commedia romantica, per quanto, poi, alcuni script originali sappiano sorprendere per il modo con cui ti regalano le rassicurazioni e la cosiddetta “favola” che cerchi.
Immaginiamo che lo spettatore di turno che si approccerà alla visione de Il fidanzato di mia sorella diretto da Tom Vaughan, sarà attratto in primis dalla presenza di Pierce Brosnan, una garanzia di charme, oltre che per i suoi tempi da commedia. L’attore irlandese naturalizzato statunitense interpreta un professore di letteratura inglese, Richard Haig, innamorato della materia che insegna e, soprattutto nella prima parte del film, dell’immagine da tombeur de femmes costruita anche grazie ai versi di Byron, Keats & Co. La poesia è uno degli elementi principali di questo lavoro, dichiarato sin dai titoli di testa scritti come se fossero versi; essa torna non solo come disciplina, ma anche come richiamo, appunto, alla commedia romantica. L’uomo, forte di un atteggiamento leggero e spensierato, ha una relazione con una studentessa del suo corso, Kate (Jessica Alba), da cui si ritroverà “incastrato” per la nascita di un figlio. Sarà questa l’occasione per Haig per far un viaggio fisico (si trasferisce da Cambridge a Los Angeles), ma anche interiore partendo dal fare i conti con le responsabilità di fronte a un figlio e il suo essere ancora un po’ “Peter Pan”. Forse, però, per poter essere padre, nel senso più costruttivo e adulo del termine, bisogna far i conti col proprio di padre (un Malcolm McDowell sempre in parte), una presenza ingombrante, un’ombra che lo accompagna anche nel suo sentimento di inferiorità. Anche George è stato un professore, anzi, come si suol dire, la fama lo procede, e anche lui ha instaurato un rapporto complesso con le donne.
Come in molte trame del genere, non poteva non venirsi a creare un triangolo, chiuso dalla sorella di Kate, Olivia, a cui dà corpo e volto Salma Hayek, capace di essere giocosa, sensuale e fragile allo stesso tempo.
Per quanto possiate intuire l’epilogo, non tocca a noi spoilerare o esplicitare troppo, la sceneggiatura di Matthew Newman sceglie di mettere a tema l’amore (da quello filiale a quello passionale, ma non solo, passando per la scoperta dell’amore verso se stessi) con un linguaggio semplice e diretto che, per merito del giusto cast, diventa ancora più credibile tradotto sul grande schermo. A funzionare maggiormente sono le dinamiche tra Brosnan e la Hayek, un incontro tra due mo(n)di di comicità, è come se i due siano specchio della nazione da cui provengono: il primo si caratterizza, infatti, per un humor più britannico, lei per battute al vetriolo calienti con tanto di scena madre di cui vi lasciamo il gusto della scoperta.
Ci teniamo a sottolineare che Il fidanzato di mia sorella, non solo soddisfa le aspettative degli inguaribili romantici, ma fa sognare anche per le location e non poteva essere diversamente dato il lavoro compiuto da David Tattersall, il direttore della fotografia. La platea vive proprio il passaggio di Haig, «da un lato abbiamo aule rivestite di quercia, dall’altro cemento bianchissimo… abbiamo incupito il più possibile le location inglesi e aggiunto molta più luce a quelle californiane, reso ancora più grigi i marciapiedi di Londra per inserire colori vivaci nella casa di Malibu».
Una relazione che inevitabilmente trasmette tenerezza è quella tra l’uomo e suo figlio di quattro anni (un dolcissimo Duncan Joiner), ed è quest’ultimo a creare idealmente il ponte con suo padre George e, ancor più, a fargli comprendere le priorità nella vita.
Ne Il fidanzato di mia sorella si ride e talvolta ci si fa trasportare emotivamente proprio da quelli aspetti così conosciuti e per cui tanto ci piacciono le commedie romantiche e che ci fan glissare, alla fine, su qualche caduta per soluzioni un po’ improbabili (come il fatto che McDowell interpretasse il padre di Brosnan, vedi anche la poca differenza d’età tra i due).
Voto: 6 e ½
Maria Lucia Tangorra