Titolo originale: Tian bian yi duo yun
Regia: Tsai Ming-liang
Sceneggiatura: Tsai Ming-liang
Fotografia: Liao Pen-Jung
Montaggio: Sheng-Chang Chen
Anno: 2005
Nazione: Francia / Taiwan
Distribuzione: BIM
Durata: 109′
Data uscita in Italia: 25 novembre 2005
Genere: drammatico,sentimentale
Cast:
Lee Kang-Sheng
Shiang-Chyi Chen
Lu Yi-Ching
Yang Kuei-Mei

Bisogna aspettare mezz’ora prima di udire la prima battuta: “Vendi ancora orologi?”, che Shiang-chyi (lei) rivolge a Hsiao-Kang (lui). In effetti il ritmo non è certo la caratteristica migliore del film, o forse la sua lentezza serve a cogliere quelle sfumature emotive e visive, che molto cinema orientale è stato capace di darci, e quello di Tsai Ming-liang in modo decisamente personale.
Un uomo e una donna, Taiwan, la siccità e le loro solitudini metropolitane (noi abbiamo in memoria lo straordinario “Vive L’amour” dello stesso regista, memore anche della lezione di un certo cinema francese degli anni sessanta, ma anche il suo “The Hole”).
L’anguria in questo film c’entra e molto; c’è il grande caldo ed il governo stimola la popolazione all’acquisto di angurie per dissetarsi, vincolando questo messaggio anche all’idea del frutto come comunicazione amichevole o amorosa. Acqua ce n’è poca e tutti si dissetano come possono, anche con abbondante succo del prezioso vegetale, simbolo pure della nostra cultura mediterranea.
Lei lavora, rubando l’acqua dagli uffici dov’è impiegata, e bazzica una videoteca. Lui, che da non molto fa l’attore porno, accetta gli inviti di lei, ed entrambi si concedono delle esotiche (per noi) ed innocenti cenette, inoltre Hsiao le dà una mano in qualche piccola faccenda quotidiana, come per esempio aggiustare una valigia o trovare una chiave (aspetti simbolici?).
La narrazione viene condita da inserti musicali, che mischiano la cultura del film musicale americano con quella autoctona, creando qualche mix molto riuscito, come per esempio: l’episodio dove lui fa il bagno in una sorta di autoclave pubblico e si trasforma (o compare) in un tritone romantico e canterino ispirato dalla luna piena; l’episodio del brano musicale nei bagni pubblici, dove l’attore porno interpreta un pene che gironzola e si muove fra le donne delle pulizie come cantanti ballerine, che lo incitano a scelte del cuore e responsabili; l’episodio dark, vagamente da night club e bella epoque, con gli uomini ballerini che formano una sorta di ragnatela mobile, ma anche gli altri numeri musicali sono ben costruiti. Il fatto che questo “avanspettacolo d’autore” sia sospeso tra felici intuizioni e una coreografia accademica da saggio scolastico di fine anno, ivi compresi i costumi, ne costituisce un rafforzativo dal punto di vista della riuscita espressiva.
L’anguria ritorna sempre, così come il suo linguaggio simbolico e sessuale.
Da ricordare sono anche le scene erotiche, come quella iniziale del frutto spaccato a metà sulla vagina di una collega di Hsiao, che fa da perno al desiderio ed al gioco erotico, e dove l’anguria stessa diventa oggetto e tramite del gioco e del desiderio sessuale. Da ricordare anche il finale drammatico, dove l’attore porno interpreta una scena con una collega già morta, e qui l’eros si tinge di dolore e disperazione, con l’ “esplosione emotiva” finale che forse prelude all’amore vero.
Divertenti anche alcune circostanze, e ricordo in particolare l’attrice porno che, durante un’ “interpretazione con una bottiglia”, perde il tappo nella vagina, e gli altri si danno da fare per toglierglielo, e poi la scena dove lui “cavalca” una lei sotto la doccia, ma non essendoci acqua la doccia è una bottiglia di plastica bucherellata nella quale viene versata dell’acqua da assistenti ed attrezzisti.
Bravi gli attori.
Un film pieno di imperfezioni, ma anche stracolmo di idee e di intuizioni; in una definizione: più che bello è interessante!
Tsai Ming-liang in quest’opera alleggerisce il carattere drammatico dei suoi film, ma non la qualità ed il messaggio.
Orso d’argento a Berlino nella scorsa edizione, meritato!

Gino Pitaro newfilm@interfree.it