Scheda film

Regia: Nicolas Bary
Soggetto: Nicolas Bary, Jérôme Fansten e Serge Frydman, dal romanzo omonimo di Daniel Pennac
Sceneggiatura: Nicolas Bary e Jérôme Fansten
Fotografia: Patrick Duroux
Montaggio: Véronique Lange
Scenografie: Bettina von den Steinen
Costumi: Agnès Beziers
Musiche: Rolfe Kent
Francia, 2013 – Commedia – Durata: 92′
Cast: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Guillaume de Tonquedec, Emir Kusturica, Thierry Neuvic, Mélanie Bernier, Dean Constantin Gaigani
Uscita: 14 novembre 2013
Distribuzione: Koch Media

 Ne uccide più il Pennac che la spada

Benjamin Malaussène (Raphaël Personnaz) lavora presso i grandi magazzini “Le bonheur parisien”. Ma qual è il suo vero ruolo? Contrabbandato come responsabile tecnico, la sua mansione è in realtà quella di… capro espiatorio! Sì, il povero sventurato viene convocato dal suo diretto superiore, ogni qualvolta si presenti un cliente insoddisfatto, per sorbirsi un acceso pistolotto volto soltanto ad impietosire l’attaccabrighe giunto fin lì a reclamare i propri sacrosanti diritti, facendolo desistere dal desiderio di una qualsivoglia denuncia. Quando torna finalmente a casa, il povero Benjamin non sembra aver esaurito i propri compiti, poiché tra le mura domestiche ritrova una numerosa famiglia costituita in realtà da “soli” fratelli e sorelle, partoriti dalla stessa sua madre nel corso degli anni, che pure pare prendersela spesso con lui. In tutto questo scenario già non facile qualcun altro ancora sembra avercela con il disgraziato Malaussène: strani, mortali incidenti iniziano ad accadere ai grandi magazzini, incidenti che ogni volta – guarda caso – lo vedono coinvolto…
L’adattamento della saga dei celeberrimi romanzi di Daniel Pennac, iniziata nel 1985 con questo primo libro “Il paradiso degli orchi”, si prospettava come una delle più appetibili ma anche delle più a rischio di fallimento: per la complessità degli eventi narrati, per i numerosissimi personaggi e per l’inconfondibile stile del suo autore, permeato di inguaribile e caustica ironia. Nicolas Bary, al suo secondo lavoro dopo il da noi inedito Les enfants de Timpelbach, compie inaspettatamente il miracolo. Forte di un’aura fumettistica fatta di rumori pleonastici e di scene veloci, forse estranea all’originale letterario, riesce a trasmettere tutta l’enorme potenza evocativa ed il coloratissimo mondo concepiti da Pennac, traducendoli in efficace immagine filmica. Il divertimento trasuda così intatto dai velocissimi fotogrammi de Il paradiso degli orchi così come sgorgava dalle pagine scritte. Ed il merito va sì all’autore di “Come un romanzo”, ma anche al regista Bary ed ai suoi co-sceneggiatori Jérôme Fansten e Serge Frydman che hanno saputo conservarne lo spirito originario, pur non rinunciando alla narrazione in prima persona che finisce per tradursi inevitabilmente in voce fuori campo. Con la collaborazione di attori preziosi come Personnaz e Bérénice Bejo e l’incommensurabile partecipazione speciale di Emir Kusturica, il film ci conduce dolcemente e garbatamente per mano nell’irresistibile esplorazione di quel paradiso parigino che letteralmente vogliono essere i grandi magazzini in cui lavora Malaussène, lasciandoci scoprire come esso sia inaspettatamente popolato da orchi, più o meno buoni, più o meno vecchi, più o meno nuovi. Per fortuna che a far da guardiano, a noi, ai suoi tanti fratelli e sorelle e al provvidenziale grande amore “Zia Julia”, ci sia un insuperabile e formidabile capro espiatorio… 

Voto: 7

Paolo Dallimonti