Regia: Riccardo Milani
Sceneggiatura: Riccardo Milani, Domenico Starnone
Fotografia: Arnaldo Catinari
Musiche: Leandro Piccioni – Piccola Orchestra Avion Travel
Scenografia: Paola Comencini
Costumi: Gianna Gissi
Montaggio: Marco Spoletini
Interpreti: Michele Placido, Silvio Orlando, Claudio Santamaria, Paola Cortellesi
Sito ufficiale: www.ilpostodellanima.it

In tempi di recessione mondiale e di ridimensionamento dell’organico, espressione elegante che nasconde le tragedie personali e famigliari della cassa integrazione, del prepensionamento e della disoccupazione, il bel film di Milani ci racconta la storia di un gruppo di operai che, dopo anni di sacrifici e lavoro in condizioni disumane e insalubri, ricevono una lettera di licenziamento dalla casa madre americana dell’azienda per cui lavorano, la Carair. L’azienda produttrice di pneumatici che, a suo tempo aveva fatto ampiamente ricorso alle agevolazioni statali in cambio dell’apertura di uno stabilimento in Abruzzo, ritiene di dover rivedere l’organizzazione produttiva in Europa. Sono cinquecento gli operai coinvolti, più un indotto di mille persone circa. Guidati da un sindacalista Salvatore (Michele Placido) e dai suoi due fraterni amici Antonio (l’eccellente Silvio Orlando) e Mario (Claudio Santamaria), il personale produttivo decide di non arrendersi e di avviare una lotta con tutti i mezzi legali a disposizione per contrastare la misura adottata dall’azienda.
Alla questione politica, si affiancano le vicende personali dei tre protagonisti. Salvatore ha una moglie intelligente e forte e un figlio che non capisce: trascorre il proprio tempo davanti al computer o al pub con gli amici. Mario, che non riesce talvolta a controllare la propria aggressività, entra in contrasto con la moglie che sembra quasi accusarlo di non essere stato abbastanza accorto. Antonio è fidanzato con Nina, che vive a Milano ormai da anni, perché non riesce più a vivere in una realtà così limitata e soffocante come quella di paese. Non mancheranno gli attriti anche fra gli amici, soprattutto quando Mario cercherà di reagire alla sconfitta costituendo una piccola azienda, un pastificio, nella speranza che la libera impresa possa salvarlo dalle difficoltà economiche che si trova ad affrontare.
Il film deve molto alla buona recitazione degli attori, alle musiche sempre coinvolgenti ma, soprattutto, alla solida sceneggiatura che lo sorregge costantemente, evitando la facile trappola della retorica. I personaggi sono credibili nella loro spontaneità e buona fede pur rimanendo uomini, con tutte le loro debolezze e una totale assenza di eroismo. La vicenda è del tutto verosimile, non è altro che la versione cinematografica di tante notizie che leggiamo ormai quotidianamente sul giornale. Pur affrontando un tema così delicato e drammatico, non manca l’occasione di sorridere se non di ridere alle numerose battute dei protagonisti. Si resta nell’alveo della commedia, a tratti amara, ma che non chiude mai la porta alla speranza.

Mariella Minna