Scheda film
Regia: Fabio Mollo
Soggetto: Andrea Paolo Massara, Fabio Mollo, Josella Porto
Sceneggiatura: Fabio Mollo e Josella Porto
Fotografia: Debora Vrizzi
Montaggio: Filippo Montemurro
Scenografie: Giovanna Cirianni
Costumi: Andrea Cavalletto
Musiche: Giorgio Giampà
Suono: Piero Fancellu
Italia/Francia, 2013 – Drammatico – Durata: 90′
Cast: Vinicio Marchioni, Miriam Karlkvist, Valentina Lodovini, Andrea Bellisario, Alessandra Costanzo, Giorgio Musumeci
Uscita: 5 dicembre 2013
Distribuzione: Cinecittà Luce
Dietro Pietro
Grazia (Miriam Karlkvist) è un’adolescente che vive a Reggio Calabria sola con il padre Cristiano (Vinicio Marchioni), il quale gestisce una rivendita di pesce-stocco, e con la saltuaria presenza della nonna (Alessandra Costanzo). Sulla famiglia e sulla ragazza stessa grava l’ingombrante assenza del fratello Pietro (Giorgio Musumeci), della quale Grazia non riesce a farsi una ragione, forse anche perché nessuno ha mai avuto il coraggio di dirle tutta la verità. Quando il genitore si vede costretto a cedere l’attività e l’abitazione a dei potenti boss locali, pensando di garantire un futuro a sé ed alla figlia nel profondo Nord, la giovane, alle soglie dell’esame di maturità, continuando ad inseguire le tracce del fratello dovrò confrontarsi con la dura ed amara realtà…
Il debutto nel lungometraggio di Fabio Mollo, già autore di numerosi cortometraggi, pur tra lungaggini ed incertezze colpisce per il suo procedere in maniera determinata e solenne, complice pure il personaggio di Grazia, ben delineato in sede di sceneggiatura ed ottimamente portato in scena dall’esordiente Miriam Karklvist: l’attrice, androgina per natura, conferma l’essenza di maschiaccio che la protagonista da lei interpretata si trova a vivere sulla propria pelle per colmare quel vuoto affettivo e reale derivatole dall’assenza del fratello. E se anche il casting non sia stato molto accurato – ci si mette un po’ a realizzare, per la troppo poca differenza d’età, che Marchioni sia il padre della Karlkvist e non, come a prima vista potrebbe sembrare, il di lei fratello – l’omertà calabra e le volute ellissi del copione generano una sorta di trance ipnotica in cui lo spettatore riesce dolcemente a perdersi. Ed è questa la chiave della pur parziale riuscita di un film come Il Sud è niente: una sorta di realismo magico che Mollo arriva a mettere in scena perfettamente, affrontando così in maniera inusuale un tema risaputo ma sempre attuale come la criminalità organizzata ed affidando – forse in maniera eccessivamente retorica – all’acqua quella dimensione uterina in cui poter rinascere, in cui quel Sud del titolo è niente, ma solo per un attimo, prima di una nuova vita. È infatti proprio in riva al mare che Miriam si riconcilia con Pietro, una volta appresa la verità, e sempre lì con la barca che porta il suo nome si lancerà divertita ed ora sorridente nella sequenza conclusiva.
Un esordio imperfetto, ma decisamente promettente.
Voto: 6
Paolo Dallimonti