Un Film Di John Boorman
Con
SAMUEL L. JACKSON
JULIETTE BINOCHE
BRENDAN GLEESON
FESTIVAL DI BERLINO 2004
IN CONCORSO
Uscita: 7 maggio 2004
CAST ARTISTICO
Langston Whitfield Samuel L.Jackson
Anna Malan Juliette Binoche
De Jager Brendan Gleeson
Dumi Mkhalipi Menzi « Ngubs » Ngubane
Anderson Sam Ngakane
Elsa Aletta Bezuidenhout
Edward Morgan Lionel Newton
Boetie Langley Kirkwood
Revernd Mzondo Owen Sejake
CAST TECNICO
Regia John Boorman
Sceneggiatura Ann Peacock
Tratto dal libro « County of my Skull » di Antjie Krog
Direttore della Fotografia Seamus Deasy
Montatore Ron Davis
Scenografia Emelia Roux-Weavind
Produttori esecutivi Chris Auty Neil Peplow Mfundi Vundla
Duncan Reid Sam Bhembe Jamie Brown
Prodotto da Robert Chartoff Mike Medavoy John
Boorman Kieran Corrigan Lynn Hendee
Produttore Sud africano David Wicht
Una produzione The film Consortium Merlin Films in associazione con UK Film Council in associazione con l’Industrial Development Corporation of South Africa Limited
Coproduzione Regno Unito – Irlanda
Durata 104’
Ufficio Stampa Studio Nobile Scarafoni
SUD AFRICA
Superficie: 1.223.226 Kmq.
Popolazione: 40.580.000 (censimento 1996).
Gruppi etnici: 35% Zulu, 15% North Sotbo, 14% Xhosa, 10.4% Seshoesboe,
7.5% Tswana, 6.7% Shangaan, 5.5% Swazi, 2.5% South Ndebele, bianchi
13.2%, meticci 8.6%, asiatici 2.5%.
Comunità italiana: 53.000 persone.
Capitale: Pretoria.
Sede del Parlamento: Cape Town.
Sede dell’Alta Corte di Giustizia: Bloemfontein.
Città principali: Johannesburg, Durban, Port Elizabeth, East London.
Lingua: le lingue “ufficiali ” sono undici, l’Inglese, I’Afrikaans e 9 lingue delle
varie etnie. La lingua più diffusa è l’inglese.
Religioni principali: il 78% professa la religione cristiana, nelle diverse deno-
minazioni Protestanti. I Cattolici sono più di 2 milioni, gli Ebrei circa 125.000
e gli asiatici sono Induisti (1,7%) o Musulmani (1,1%).
Ordinamento dello Stato: il “Nuovo Sudafrica” è retto dalla Costituzione del
1999 negoziata in modo da garantire la convivenza multirazziale attraverso la
tutela dei gruppi di. minoranza. Il Parlamento è composto dall’ Assemblea
Nazionale (400 deputati eletti col sistema proporzionale di cui 50% sul liste na-
zionali e 50% su base regionale) e dal Senato (90 membri, 10 per ciascuna delle
9 regioni). Il Partito ANC ha la maggioranza sia alI’Assemblea Nazionale che
al Senato.
Suddivisione amministrativa: il Paese è diviso in nove province con ampia
autonomia.
Moneta: unità monetaria è il rand (100 centesimi). 1 Rand = +/- 0,15 Euro.
CRONOLOGIA STORICA
Verso il 1000 a.C. primi insediamenti di pastori khoikhoi (ottentotti) che subentrano
ai cacciatori san (boscimani). Successivamente, in un periodo imprecisato che si ritiene
di poter collocare intorno al 300 d.C., altre popolazioni bantu penetrano nell’area australe da nord e da est.
1487 Bartolomeo Diaz raggiunge l’odierno Capo di Buona Speranza seguito, dieci anni più tardi, da Vasco de Gama che costeggia l’Africa orientale sbarcando nella zona da lui battezzata Natal.
1652 L’olandese Jan van Riebeeck stabilisce al Capo una stazione di rifornimento per le navi della Compagnia olandese delle Indie Orientali.
1652-1780 Affluiscono contadini olandesi calvinisti (“boeri”) che in poco più di un secolo sottomettono i nativi khoikhoi, san e xhosa.
1795-1806 Intervento della Gran Bretagna che, dopo alterne vicende, si assicura il possesso della colonia del Capo strappandola ai boeri.
1816-1828 Nella zona del Natal il re Shaka crea l’impero zulu.
1820 Alcune migliaia di coloni inglesi arrivano in Sudafrica.
1835-1845 Oltre cinquemila boeri abbandonano la colonia del Capo spostandosi ad est e a nord, dove fonderanno le repubbliche del Transvaal e dell’Orange. È il Grande Trek, evento centrale nella mitologia afrikaner.
1838 I boeri sconfiggono gli zulu nella battaglia di Blood River.
1860 Da parte degli inglesi, inizia l’importazione di lavoratori indiani nelle piantagioni di canna da zucchero che durerà per circa cinquant’anni.
1879 Conflitto armato fra inglesi e zulu che dopo un iniziale successo dei nativi si conclude con la loro disfatta e la fine dell’impero fondato dal re Shaka.
1877-1881 L’annessione del Transvaal da parte degli inglesi provoca il primo scontro armato con i boeri, che riescono a prevalere ripristinando lo status quo.
1882 Prima azione di protesta dei lavoratori africani con uno sciopero per ottenere aumenti salariali; viene fondata la prima organizzazione politica africana, l’lmbumba Yama Afrika.
1886 La scoperta di giacimenti auriferi nel Witwatersrand scatena la
febbre dell’oro che risveglia appetiti britannici con incursioni armate respinte dai boeri.
1899-1902 Guerra anglo-boera, durissima nei metodi, che termina con la vittoria britannica; viene costituita l’Unione Sudafricana come dominion della Corona comprendente il Transvaal, il Natal, l’Orange e la Colonia del Capo.
1912 Nasce il South African Native National Congress (SANNC) che nel 1923 prenderà il nome di African National Congress (ANC).
1913 Con il Natives Land Act la terra viene espropriata ai nativi, ai quali rimane soltanto il 7% del territorio definito come riserva (verrà portato al 13% neI 1936).
1918 Nasce. Nelson Rolihlahla Mandela, di etnia xhosa. Nello stesso anno i nazionalisti boeri fondano la società segreta Afrikaner Broederbond.
1922 Fondazione del South African Communist party (SACP).
1924 La contrapposizione tra boeri e inglesi si ricompone nella coalizione fra National Party e Labour Party che si affermano nelle elezioni politiche; viene in tal modo sancito il potere dei bianchi sulla popolazIone nera.
1943 Fondazione della Youth League dell’ANC guidata da Nelson Mandela.
1946 Sciopero di centomila minatori africani nel Rand; intervento della polizia che provoca morti, feriti e migliaia di arresti; le miniere vengono chiuse.
1948 Vittoria elettorale del National Party; il governo di D.F. Malan vara il suo programma che definisce la struttura politica del cosiddetto sviluppo separato, sancendo di fatto l’apartheid.
1949 La dirigenza dell’ANC adotta il programma della sua Lega giovanile la cui strategia prevede mobilitazioni di massa.
1950 Vengono emanate numerose leggi segregazioniste. Il partito comunista sudafricano è messo fuori legge.
1952 Albert Luthuli, Nobel per la pace nel 1960, diventa presidente dell’ANC e lo rimarrà fino alla morte (1967).
L’ANC lancia una campagna di .massa basata sulla disobbedienza civile e sulla resistenza passiva.
1955 L’ANC adotta la Freedom Charter (Carta della Libertà) a cui aderiscono il Congresso Indiano, quello dei coloured (meticci) e dei democratici. I principi fondanti della Carta saranno la base della Costituzione del 1996.
1959 Scissione nell’ANC: si stacca l’ala africanista più radicale che fonda il Panafricanist Congress (PAC).
1960 Massacro di dimostranti pacifici ad opera della polizia a Sharpeville; indignazione a livello internazionale e risoluzione di censura dell’ONU
a carico del governo sudafricano. Pretoria mette fuori legge tutte le organizzazioni dei neri, incluse ANC e PAC, che entrano in clandestinità e iniziano la lotta armata.
1961 L’ANC crea una propria organizzazione armata clandestina, l’MK, diretta da Mandela; l’Unione Sudafricana esce dal Common-wealth proclamandosi Repubblica indipendente.
1962 La polizia arresta Mandela.
1964 Processo di Rivonia che vede imputato Mandela e i principali dirigenti dell’ANC, tutti condannati all’ergastolo o a lunghissime pene detentive.
1966 L’ONU condanna I’apartheid come crimine contro l’umanità.
1969 Steve Biko fonda la South African Students Organization (SASO).
1973 Viene costituito il movimento estremista di destra AWB, Afrikaner Weerstandbeweging, (Movimento di resistenza afrikaner) capeggiato da Eugene Terre’Blanche.
1974 Il Sudafrica viene sospeso dall’ONU e da altre organizzazioni internazionali, ed escluso dalle Olimpiadi.
1975 Il capo zulu Magosuthu Buthelezi rilancia l’organizzazione Inkatha, fondata nel 1928, che verrà usata e strumentalizzata da Pretoria contro i movimenti di liberazione.
1976 La polizia spara contro manifestanti disarmati a Soweto: sono oltre seicento le vittime degli scontri a catena innescati nel paese.
1977 Steve Biko viene arrestato ed assassinato in carcere.
1978 Sotto la presidenza di P.W. Botha il governo dà inizio alla “strategia totale” di repressione nei confronti dei neri.
1981 Conferenza internazionale dell’ONU sulle sanzioni da applicare al Sudafrica.
1984 Il Premio Nobel per la pace viene assegnato a Desmond Tutu, arcivescovo della chiesa anglicana sudafricana.
1985 Fondazione del Congress of South African Trade Union (COSATU), primo sindacato dei neri.
1989 F.W. de Klerk succede a P.W. Botha alla guida del National Party.
1990 Viene tolto il bando contro ANC, P AC e SACP; Mandela viene scarcerato ed ha inizio il rilascio generale dei prigionieri politici.
1991 Abrogazione progressiva delle leggi dell’ apartheid; inizio delle trattative tra governo e movimenti di liberazione per un nuovo ordine costituzionale.
1992 Periodo di transizione nel corso di difficilissimi, negoziati. Il paese è funestato da violenti scontri tra l’ANC e l’Inkatha che tenta di inserirsi nel dialogo costituzionale.
1993 Formazione di un governo di unità nazionale e approvazione di una Costituzione ad interim.
1994 Viene assassinato Chris Hani, uno dei principali leader dell’ANC e segretario del Partito comunista. Le elezioni generali sanciscono la vittoria dell’ANC. Nelson Mandela è eletto presidente con F .W. De Klerk e Thabo Mbeki vicepresidenti. Il Sudafrica viene riammesso all’ONU e in altre sedi internazionali.
1996 Viene approvata la Costituzione definitiva. Il National Party esce dal governo. Iniziano i lavori della Truth and Reconciliation Commission.
PREAMBOLO
ALLA NUOVA COSTITUZIONE DEL SUDAFRICA
Noi, popolo del Sudafrica,
riconosciamo le ingiustizie del nostro passato,
onoriamo chi ha sofferto per la giustizia e la libertà
nel nostro paese,
rispettiamo chi ha lavorato per la sua costruzione e sviluppo.
Noi, uniti nella nostra diversità,
crediamo che il Sudafrica deve appartenere a chi ci vive.
Noi intendiamo risanare le divisioni del passato .
per costruire una società fondata
su valori di democrazia e di giustizia sociale,
e basata sui fondamentali diritti umani.
Quel che bisogna sapere del dolore
a cura di Paola Splendore
L’evento più clamorosamente “simbolico”, quello che più di ogni altro ha segnato un punto di svolta nel nuovo sudafrica, è stato forse l’istituzione della “Commissione per la verità e la riconciliazione” {Trc), I’organismo di mediazione politica che ha operato dal dicembre 1995 all’estate del 1998. Voluta da Nelson Mandela e dall’arcivescovo Desmond Tutu, la commissione aveva il compito di accertare e rendere pubbliche le gravi violazioni dei diritti umani emerse dai racconti delle vittime dell’apartheid, garantendo l’amnistia a chi avesse reso piena confessione degli abusi compiuti. AI di là dell’importanza dell’operato della commissione, si può affermare che proprio nei suoi obiettivi principali, -assicurare “un futuro fondato sul riconoscimento dei diritti umani, della democrazia e della pacifica coesistenza…per tutti i sudafricani”, e far sì che il risarcimento dovuto fosse in primo luogo ‘simbolico’, cioè contemplasse in primo luogo l’ubuntu, il riconoscimento dell’altro e della sua dignità umana- la Trc ha rappresentato una sorta di pubblico rito di passaggio da un sistema all’altro, dall’apartheid alla democrazia. Un grande rito catartico cui l’intera popolazione si è sottoposta, bianchi neri e coloured, per la prima volta con pari diritto di parola e dignità, riconoscendo la necessità di “interrogare il silenzio”, di fare i conti con le zone d’ombra più nascoste. Su questo evento può leggersi in italiano il volume curato da Marcello Flores Verità senza vendetta. L ‘esperienza della commissione sudafricana per la verità e la riconciliazione, pubblicato dalla Manifestolibri nel 1999.
Fine ultimo della Trc è stato dissotterrare la verità sul passato e renderla pubblica per poter curare le ferite di una nazione traumatizzata, compito che ha svolto con procedimenti inconsueti e controversi, che hanno suscitato polemiche dentro e fuori del paese, ma che ha avuto il merito di portare in primo piano il riconoscimento del dolore sofferto. Il rilievo dato al racconto delle vittime, come emerge ad esempio dal volume Country or My Skull (1998, che ancora attende una traduzione italiana) della poetessa e
giornalista Antjie Krog -straordinaria opera di testimonianza in cui l’autrice mette in gioco tutta se stessa, la propria identità di boera e di donna -e il coinvolgimento di un’intera nazione all’ascolto, attraverso i media, hanno trasformato la Trc in teatro di grandi narrazioni e di grande suggestione metaforica. Trasmesse alla radio e in televisione, le “udienze” sono state in un certo senso pubbliche, e nessuno si è sottratto all’ascolto per quanto doloroso e insostenibile potesse essere, come se venisse a soddisfare un bisogno di confessione e di espiazione troppo a lungo soppresso. L’esposizione delle gravi ferite inferte, i sacrifici umani sofferti sono stati così parte essenziale del trauma della nascita del nuovo sudafrica, ed è da queste ferite, dal bisogno di conoscere e di capire qualcosa di più del dolore, che nasce il ciclo di poesie di Ingrid de Kok.
Ingrid de Kok è nata a Johannesburg nel 1951. Ha studiato in Sud Africa e in Canada, paese in cui ha a lungo soggiornato. Nel 1984 è tornata in Sud Africa dove attualmente dirige il programma di educazione degli adulti all’Università di Cape Town. Ha pubblicato tre raccolte di poesia: Familiar Ground, nel 1988, Transfer nel 1997 e Terrestrial Things nel 2oo2. La poesia qui tradotta è tratta da Transfer e da Terrestrial Things.
L’arcivescovo presiede la prima udienza
Il primo giorno,
dopo poche ore di testimonianze,
l’arcivescovo ha pianto.
Ha appoggiato il capo grigio
sul lungo tavolo
di carte e protocolli
e ha pianto.
Cameramen nazionali
e internazionali
hanno ripreso il suo pianto,
le lenti appannate,
le spalle singhiozzanti,
la richiesta di aggiornamento.
Non importa quello che pensavate
-prima o dopo- dell’arcivescovo,
dell’accordo, della commissione,
o quello che gli antropologi accorsi
da crimini e dolori meno studiati,
hanno detto del suo discorso,
ne quante tesi di dottorato,
libri, e istallazioni ne siano derivate
e neppure se pensate che questa poesia
semplifichi, celebri
romanticizzi, mistifichi.
C’era il lungo tavolo, abiti porpora inamidati
e dopo poche ore di testimonianze
l’arcivescovo, presidente della commissione,
ha appoggiato il capo sul tavolo e ha pianto.
È così che è cominciato.
di Ingrid De Kok – Per gentile concessione della rivista Lo Straniero.
Verità, Amore, e Riconciliazione.
Sinossi
Langston Whitfield (Samuel L. Jackson) è un giornalista del Washington Post. Il suo editore lo manda provocatoriamente in Sud Africa a seguire le udienze della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, durante le quali i perpetratori di omicidi e torture di entrambe le parti durante il periodo dell’Apartheid sono invitati a farsi avanti e a confrontarsi con le loro vittime. Raccontando la verità nuda e cruda e dimostrando un sincero pentimento, potrebbero assicurarsi l’amnistia.
Le ferite profonde dell’Apartheid possono guarire per mezzo della riconciliazione? Langston è profondamente scettico. Rintraccia Col. De Jager, il più famoso torturatore nella polizia sud africana e cerca di penetrare la mente di un mostro, un’esperienza che lo obbliga a confrontarsi con i suoi stessi demoni.
Anna Malan (Juliette Binoche), è una poetessa Afrikaans[1] che segue le udienze per conto di una radio. Essendo una sud africana bianca è distrutta dai racconti di crudeltà e depravazione commessi dai suoi compatrioti.
Sia Anna che Langston devono interrogarsi sul loro senso di identità. A chi appartengono? Quanto sono responsabili di ciò che viene fatto in nome dei loro rispettivi paesi?
Le commoventi testimonianze delle vittime li colpiscono profondamente. Entrambi, per motivi diversi, non sono più in buoni rapporti con le loro famiglie, e l’esperienza che condividono li fa avvicinare sempre di più.
È una storia sulle profondità impenetrabili della crudeltà umana ed il potere di redimere del perdono e dell’amore.
Dichiarazione del regista
Ho viaggiato moltissimo in Sud Africa durante il periodo dell’Apartheid. Ho visitato diverse comunità di neri incluso Soweto. Sono stato in una fattoria nello Stato Libero di Orange e ho visitato le università di Durban, Cape Town e Johannesburg, e sono andato a Port Elizabeth per incontrare Athol Fugard.
Ero venuto ad ammirare il coraggio di queste persone, bianche e nere, che si opponevano al sistema come Van Zyl Slabbert, un afrikaner[2] che a quel tempo era a capo del opposizione parlamentare. Ho visto sputare addosso a sua moglie da un afrikaner che sentiva che suo marito aveva tradito la loro razza.
Come tutti quanti mi sono entusiasmato di fronte al trionfo della vittoria morale e alla generosità di Mandela. Mi ha profondamente commosso il libro di Antjie Krog ed il suo modo di riportare le Udienze per la Verità e la Riconciliazione, l’ho trovato un tentativo coraggioso di lenire le divisioni e le ferite profonde che hanno fatto seguito all’Apartheid e ho colto l’opportunità di farne un film.
In quanto estraneo, sebbene simpatizzante ed in qualche modo informato dei fatti, l’idea di raccontare una storia così importante per i sudafricani mi metteva in ansia. Ma poi, i miei amici sudafricani mi convinsero che solo uno straniero oggettivo avrebbe potuto trovare una strada nei meandri delle complessità del problema e con l’aiuto di una fantastica troupe sudafricana ho cercato di renderlo il più autentico possibile e l’ho girato in maniera semplice e disadorna.
Avere a che fare giornalmente con il dolore e l’agonia di tutte queste storie sul passato dell’Apartheid, è stata l’esperienza emotiva più travolgente della mia carriera.
Mentre preparavo il film forse la decisone più importante che ho dovuto prendere è stata quella del casting di Anna. La metà delle star di Hollywood e d’Europa volevano interpretare la parte. Ho scelto Juliette Binoche per la profondità delle sue emozioni e per la sua onestà intellettuale. Ho riguardato il film di Kieslowski Tre colori: film blu e mi ha colpito la sua abilità di apparire totalmente vulnerabile nell’espressione del dolore senza alcuna indulgenza, verso se stessa o autocommiserazione. Lavorare con lei per me è stata una rivelazione. Come si può essere così fragili e così forti come lei?
Sam Jackson d’altro canto è un attore bravo, ironico e spiritoso che riesce a darti qualunque cosa al primo colpo. Ognuno di questi attori si aspettava da me uno stimolo diverso, che gli permettesse di arrivare a fare la scena insieme. Avevano un profondo rispetto per le tecniche dell’altro.
Per armonizzare con Juliette, Sam ha scavato nelle sue emozioni private, cosa che sospetto, generalmente nasconda alla telecamera, e Juliette ha risposto alla brillante abilità di Sam di improvvisare durante la scena. La storia d’amore tra Anna e Langston, bianco e nero, rispecchia il conflitto e la riconciliazione tra le comunità sud africane bianche e nere, e nel loro rapporto echeggiano le storie raccontate durante le Udienze della Commissione per la Verità e la Riconciliazione.
Questa esperienza, mi ha insegnato che esiste la possibilità di rendere il mondo un poco migliore. È magnifico che il Sud Africa, che ha sofferto così terribilmente a causa del razzismo, sia ora in grado di dare al mondo una lezione di vita. Il mio desiderio più grande è che il film, che è dedicato a Nelson Mandela e agli oppressi del Sud Africa, sia riuscito a catturare in qualche modo questo spirito.
Background
Ogni tanto, da qualche parte nel mondo, avviene un miracolo e lo spirito umano trionfa, apparentemente contro ogni probabilità. “Country of My Skull”, prima e soprattutto, è la celebrazione di questo miracolo.
Dopo la caduta del regime di apartheid in Sud Africa, già di per sé un miracolo, i nuovi leader cercarono di raccontare la verità sull’entità delle atrocità commesse dal regime precedente, di porre un termine a quelli che erano stati secoli di oppressione e creare un ambiente in cui tutti i sud africani potessero ricominciare daccapo. Da questo desiderio di riconciliare il passato nacque l’idea della Commissione per la Verità e la Riconciliazione (TRC). “Significava dare spazio e fare un po’ di luce su quanto era accaduto, ” dice il regista John Boorman.
Ciò che rese la TRC unica fu il fatto di essere una soluzione africana ad un problema africano. Invece di introdurre un tribunale per i crimini di guerra, l’Arcivescovo Desmond Tutu ed altri si rifecero all’usanza africana dell’UBUNTU per porre fine alle sofferenze passate. Ubuntu, è una filosofia di umanitarismo, che enfatizza il legame tra l’individuo e la collettività, con la premessa che ciò che ferisce uno, ferisce tutti e che le azioni di una persona avranno un effetto per tutti. Tenta di unire le persone attraverso la comprensione di ciò che ci rende uguali, piuttosto che di ciò che ci rende diversi. Ubuntu si sforza di creare un’armonia tra tutte le persone assolvendo le trasgressioni invece di punirle.
“Il concetto che potesse esserci una via di mezzo, che le persone potessero raggiungere una sorta di esperienza catartica attraverso il confronto tra la vittima e il perpetratore – dove il perpetratore parla onestamente, alcune volte coraggiosamente, delle sue azioni ed in cui il perdono e l’amnistia siano i risultati sperati, e non la punizione, – aveva un grande fascino per me in quanto essere umano, ” dice il produttore, Robert Chartoff.
La TRC non regnò senza opposizione. Ricordando altri tribunali di guerra internazionali alcuni detrattori insinuarono che la TRC avrebbe aperto la strada ad una caccia alle streghe, alla persecuzione e all’esecuzione, negando contemporaneamente ogni possibilità di riconciliazione. Inoltre, tra le famiglie delle vittime, c’era come il presentimento che questa fosse un’altra iniziativa atta a ripulire la coscienza dei sud africani bianchi. “Venne criticata perché la popolazione nera era stata oppressa in maniera così dura da questa gente e adesso non avevano il diritto di vendicarsi!?” commenta il regista, John Boorman.
I sud africani assistettero con orrore e repulsione alle rivelazioni delle udienze della TRC. Per molti, era la prima volta che venivano obbligati ad affrontare tutta la portata della depravazione del regime Apartheid, un regime che avevano appoggiato e lasciato senza controllo per così tanto tempo. Mentre i perpetratori che apparivano di fronte alla TRC erano in grado di trovare una qualche sorta di assoluzione, era molto più difficile per i sud africani bianchi comuni, – tormentati dai sensi di colpa, disgustati e spaventati dalla loro stessa colpevolezza,- riuscire a perdonarsi la loro cecità verso la sofferenza dei loro compatrioti, e ottenere in qualche modo il perdono di coloro che, consapevolmente o inconsapevolmente, avevano fatto soffrire.
Questo sgomento e questa vulnerabilità trovarono una voce nella persona della poetessa Afrikaans, Antjie Krog alla quale venne affidato il compito di seguire le udienze della TRC per conto della radio di stato e per i quotidiani Mail e Guardian. Le sue reazioni molto umane alle udienze ed i suoi articoli commoventissimi hanno parlato per molti. “Antjie aveva veramente ridato vita al dolore incredibile che aveva sopportato la gente, ” dice la sceneggiatrice, Ann Peacock. “Sapevamo tutti che il sistema dell’apartheid era stato causa di grandi sofferenze, ma non ne conoscevamo l’esatta portata. Antjie ci ha mostrato quanto sia stato terribile e ci siamo vergognati”
Uno dei problemi che Antjie portò alla luce fu la questione dell’appartenenza. Come era possibile che i primi coloni bianchi potessero considerarsi africani? Seguendo le udienze della TRC, Antjie fu obbligata ad esaminare l’anima delle sue convinzioni, la sua eredità di afrikaner bianca, trovando così il modo di trascendere il suo senso di colpa, la colpevolezza dei suoi antenati e riaffermare la sua africanità.
Il libro estremamente personale ed introspettivo di Krog, Country of My Skull, è il punto di vista dall’interno del processo della TRC, dei suoi fallimenti e dei suoi trionfi ma, più di questo, è una magnifica esplorazione dell’anima di una nazione che cerca disperatamente di esorcizzare il suo passato e trovare un modo per andare avanti, libera dalle catene di un passato troppo spesso doloroso.
Nonostante i suoi limiti, la TRC fu un successo straordinario grazie al quale la dignità e l’umanità di un paese vennero messi alla prova oltre ogni limite dimostrando di essere superiori rispetto a quanto si sarebbe mai pensato. Rivelando la verità su come erano andate le cose prima, accettando la responsabilità e cercando veramente il perdono, i perpetratori hanno aiutato a chiudere uno dei capitoli più dolorosi della storia sud africana. È una lezione di umiltà e capacità di perdonare, come al mondo esiste raramente, “L’esperienza specifica appartiene interamente alla gente sud africana, ma il messaggio della TRC è per tutti,” commenta Lynn Hendee. “Ovviamente, questa è una storia che deve essere raccontata al maggior numero di persone al mondo possibile.”
Adattare il libro di Krog per lo schermo è stato un atto d’amore per Ann Peacock che ha passato quattro anni a lavorare sulla sceneggiatura. “Vengo dal Sud Africa e capivo molti dei problemi che affronta Antjie nel libro,” dice Peacock. “quello che effettivamente ho cercato di fare quando ho scritto la sceneggiatura era rispondere a due domande, ossia, ‘come arriviamo a fare l’impensabile?’ e ‘basta raccontare la verità?’ Volevo usare una storia personale, quella di Anna e Langston per raccontare la storia universale di perpetratori che commettono atrocità. È un modo per permetterci di capire ciò che sembra al di fuori di ogni comprensione.”
Peacock ha creato due persone estranee ai fatti, facendone i personaggi principali di modo che il pubblico, anch’esso estraneo ai fatti, si possa relazionare più facilmente con questa storia straordinaria. “Ann ha romanzato il libro prediligendo un approccio cinematografico, piuttosto che uno stile documentaristico,” dice Hendee. “Questo ci ha permesso di introdurre la TRC ed i suoi contenuti attraverso gli occhi di questi personaggi.”
Peacock ha anche aggiunto Col. De Jager, la personificazione del male ed un uomo responsabile del terrore scatenato da un governo paranoico nei confronti dei propri cittadini. “È stato interessante per me scoprire come sia possibile che chiunque possa diventare come De Jager,” dice Peacock. “È una specie di mostro comparso improvvisamente da nulla o è solo uno come noi? È possibile che in fondo a noi stessi esita la possibilità di diventare così corrotti, così maligni?
Nello scegliere quali udienze includere nella sceneggiatura, Peacock ha scelto quelle che l’avevano commossa maggiormente e che sentiva illustrassero in maniera più drammatica il grado di depravazione nel quale erano caduti coloro incaricati di eseguire gli ordini del governo e la complessità del processo della TRC. “Ho mescolato realtà e finzione per conseguire il mio scopo,” dice Peacock. “Volevo che le Udienze si imprimessero nella mente del pubblico in maniera tale da non poterle mai più dimenticare. Molte persone mi hanno domandato perché ho scelto il vecchio che rivoleva indietro i suoi alberi perché rispetto a tutto il resto, questa sembra una piccola perdita. Comunque, per quest’uomo, nel contesto della sua vita, la perdita di quegli alberi era enorme. L’atto dei perpetratori era così vendicativo, astioso e superfluo. Il punto è che non puoi cercare di paragonare il grado delle perpetrazioni e delle perdite.”
Ispirata dalle questioni sollevate nel libro di Krog, Peacock si è interessata sempre di più al problema della verità. “Credo che la verità possieda una realtà che esiste e ed esercita un potere, a prescindere dal fatto che la verità sia più o meno nota,” spiega Peacock. “Il fatto che il governo sud africano abbia nascosto la verità non ha diminuito il potere di quelle azioni sulla psiche del paese. I perpetratori sono stati disumanizzati dalle atrocità che hanno commesso, sono state confezionate delle bugie elaborate e delle giustificazioni. Le bugie hanno dato vita ad ulteriori bugie e si è sviluppata una cultura di sotterfugi, una cultura che non si fida dell’autorità ”
La produzione
Quando il giornalista del Washington Post, Langston Whitfield viene mandato in Sud Africa per intervistare Col. De Jager, uno dei peggiori perpetratori dell’Apartheid e parlare della TRC, immagina che questo sia solo una specie di scherzo dell’editore. Perché lui? Come dice al suo editore “ Non ho bisogno di volare per 5000 miglia per vedere un pugno di poliziotti bianchi cavarsela dopo aver ucciso dei neri. Posso farlo benissimo da casa mia.” Ciononostante, il suo viaggio nel cuore di una nazione lo obbliga ad abbandonare tutte le sue idee preconcette ed abbracciare uno spirito di perdono che non aveva mai immaginato possibile. “Il viaggio di Langston è un viaggio illuminante, dice Peacock. “Ma rappresenta anche tutti gli uomini, nel senso che è la finestra attraverso la quale il mondo esterno sperimenta la TRC. È gli occhi e le orecchie del pubblico.”
“Langston ha un senso di giustizia americano, che la punizione si addice al crimine, quindi, l’idea del perdono gli è estranea, gli appare addirittura ridicola,” commenta Samuel L. Jackson. “Comprendendo i principi dell’Ubuntu, capisce che la vendetta distrugge le persone che cercano vendetta tanto quanto coloro sulla quale viene applicata. Il perdono e la comprensione sono tutte cose che si possono ottenere se la gente si siede e ascolta gli altri.”
Questo spirito di perdono e riconciliazione, a prescindere dal tempo e dal luogo aveva affascinato il produttore Robert Chartoff. La sua determinazione a portarlo di fronte ad un pubblico internazionale lo ha condotto al celebre regista John Boorman. “Volevo lavorare di nuovo con John Boorman da molto tempo, ma non ne avevo mai avuto l’opportunità. Sapevo che John aveva visitato il Sud Africa circa 20 anni fa e conosceva profondamente la situazione del paese. Il tempo passato in Sud Africa aveva avuto un forte impatto su di lui e, durante le nostre chiacchierate nel corso degli anni, avrebbe spesso menzionato quel paese. Rispetto la sua coscienza sociale e non ho mai avuto nessun dubbio sul fatto che ci fosse qualcuno migliore di lui per dirigere questo film,” dice Chartoff.
“John rende tutto facile a tutti. Sa esattamente cosa vuole ma è anche aperto ai suggerimenti, cosa che trovo una stupefacente linea di condotta,” dice Hendee. “È creativo e fantastico ed è una persona su cui si può sempre fare affidamento.” L’atteggiamento di Boorman sempre calmo e di sostegno hanno favorito un clima perfetto in cui gli attori sono stati in grado di dare ampio spazio alle emozioni richieste dalla sceneggiatura. “È stato un dono perché mi ha dato lo spazio per volare e fare qualunque cosa mi sentissi di fare,” parla con entusiasmo Binoche. “Penso che il tipo di energia che un regista ti dà è necessaria a farti aprire le ali per volare.”
“Ho visto abbastanza film di John per sapere che volevo veramente lavorare con lui, le mie aspettative non hanno superato la realtà,” dice Jackson. “Mi sono divertito molto a lavorare con lui, non mi aspettavo che mi permettesse di avere la libertà che mi ha dato. Il fatto che voglia sapere come ti senti e voglia conoscere il processo specifico con cui arrivi ad un certo punto è molto importante, ti fa venire voglia di dare ancora di più.”
“Langston arriva pieno di buone intenzioni, ma crede che questo sia solo un’altra opportunità per l’uomo bianco di ripulirsi ed essere assolto da qualsiasi marachella,” commenta Boorman. Questo è certamente il punto di vista di Langston prima del suo incontro con De Jager. Comunque non è affatto pronto per giocare a gatto e topo come fa De Jager o per il peso psicologico che assumerà il suo incontro con quest’ultimo.
“La sceneggiatura è sconvolgente e pone molte domande difficili,” dice Brendan Gleeson che interpreta De Jager. “Penso che questo uomo si trovasse nel cuore del potere al punto tale da avere il diritto di fare qualunque cosa volesse, e così ha fatto, poi è stato semplicemente abbandonato dalle persone che fino ad allora lo avevano appoggiato. Molte delle cose che crede che possano giustificare le sue azioni hanno a che fare con la lealtà, il dovere e la nozione della processione gerarchica verso Dio interpretata in maniera maniacale.”
Tagliato fuori dalla gerarchia che lo proteggeva, De Jager è impotente, vulnerabile e isolato. “penso che sia la solitudine a far sì che De Jager parli con questo intervistatore americano nel modo in cui lo fa, “dice Gleeson. “Sta per vuotare il sacco, ma non sa da dove cominciare. Una parte di lui vorrebbe condividere ed una parte di lui vorrebbe essere riconosciuto come essere umano anche se tutti lo hanno demonizzato. Ha un carattere terribile, ma alla fine è molto vulnerabile. È solo umanizzando qualcuno come De Jager che siamo in grado di capirlo o conoscerlo.”
Il continuo schernire di De Jager risveglia in Langston il suo odio profondamente radicato e quando la sua vendicatività emerge in superficie, si trova ad un passo dal perdere la sua superiorità morale. Davanti a ciò che crede essere il vero volto del male, Langston rischia per un pelo di dare sfogo al suo lato vendicativo assalendo il Colonello. “Alcune volte devi passare attraverso il buio per trovare la luce,” dice Gleeson. “È veramente necessario affrontare il lato oscuro perché impariamo da esso e, in qualche modo, una volta affrontato, ci liberiamo della paura.”
Questa sequenza così intensa e difficile tra Langston e De Jager è stata girata nell’arco di una settimana e ha richiesto molta energia ad entrambi gli attori. “Eravamo entrambi preparati a guardare dentro il personaggio,” dice Jackson. “C’era una sorta di cameratismo e ci siamo subito piaciuti cosa che ci è venuta in aiuto quando è arrivato il momento delle parti orribili. Nessuno dei nostri personaggi era dominante o remissivo, era come giocare a tennis, andare avanti e indietro senza farsi intimidire.”
“Il più grande sollievo che ho avuto quando ho incontrato Sam Jackson è stato trovare una generosità immediata da parte sua,” commenta Gleeson “È un uomo divertente e allegro ma quelle tra noi erano scene molto pesanti. Trovo sempre molto più interessante quando è il lavoro a diventare un problema e non le persone.” “Ci siamo divertiti a fare in modo che il pubblico simpatizzasse con entrambi i punti di vista – dando loro qualcosa a cui pensare,” aggiunge Jackson.
“Langston è un uomo che si è allontanato, non solo dalla sua famiglia, ma anche dal suo paese, “dice Boorman. Questo viene messo in luce dal suo modo di interagire con Anna. “Anna gli fa capire di essere fatta, di provenire e di appartenere al suo paese,” dice Jackson. Questo da’ a Langston materia su cui riflettere non avendo lui mai considerato i bianchi come africani. Sentire Anna che lo afferma con tale passione e convinzione per lui è fastidioso perché non sente la stessa cosa per il suo paese, l’America. Non si sente ben accetto lì e non è un paese per il quale vorrebbe morire. Impara anche che non appartiene all’Africa, può essere anche il luogo da cui sono arrivati i suoi antenati, ma non fa parte del suo cuore né della sua anima. È un anima sperduta e alla deriva nel mondo.”
Anna d’altro canto, nonostante sia una donna afrikaans, possiede delle radici, un forte senso di appartenenza e prova orgoglio per il suo paese. Ciononostante, scoprendo la verità rivelata durante le udienze della TRC è costretta ad esaminare la sua identità. “La sua lingua, l’afrikaans, nella quale ha scritto parole d’amore e di tenerezza e di bellezza, ora è la lingua dell’orrore, della mutilazione e della morte. Le persone con cui condivide una storia, una cultura, una sensibilità ora scopre che sono dei mostri,” dice Peacock. “Significa che lo è anch’essa? È fatta della loro stessa pasta? Quanta parte di responsabilità deve prendersi per le azioni della sua gente?” “Ciò che tormenta Anna è che quello che non condivideva era il punto a cui era arrivata questa oppressione” aggiunge Boorman.
Improvvisamente, Anna che non ha mai messo in dubbio il suo amore per il suo paese e, ovviamente, il suo senso di appartenenza, comincia a sentirsi vulnerabile. Le rivelazione scioccanti delle TRC che raccontavano in dettaglio la portata della depravazione del regime che non aveva mai contestato, mina il mondo idilliaco in cui credeva di vivere. Come aveva potuto non sapere ciò che stava accadendo attorno a lei? In un certo senso è stata allontanata dal paese che ama, dalla gente che la circonda, e tutto questo senza che ne fosse consapevole. “Arriva a rendersi conto, con orrore, che in qualche modo ha fatto finta di non vedere le cose che stavano accadendo nel suo paese,” dice Hendee.
Sconvolta dalle prove orribili presentate alle udienze della TRC, la maggior parte delle quali contro i suoi compatrioti afrikaners, il mondo di Anna va in frantumi e si trova sull’orlo di un collasso mentale. “Anna è un individuo molto forte ed ha una grande sensibilità. In qualche modo la sua capacità di relazionarsi, come fa, con questa storia è un elemento di potere. Quando Anna crolla, non lo vedo come un segno di debolezza, è una sorta di forza perché è capace di farlo,” dice Chartoff.
“Anna deve scendere a patti con la sua vergogna e cercare il perdono per quanto è stato fatto in nome della sua nazione,” dice Boorman. “ciò che Anna sperimenta alle TRC le cambia tutto il suo mondo,” dice Binoche. “La sua anima viene messa a nudo e, alcune volte, per fare una scena, ho dovuto ricreare la sensazione di essere nuda davanti alla telecamera.”
“Ci fu una volta cui ero emotivamente esausta,” continua Binoche. “Stavamo attraversando così tanti livelli diversi di emozioni, sensazioni di non sapere, di essere perduta e nuda. Sentii che non ne potevo più. Eppure in quanto attrice devi esporti, sennò non hai niente da dare alla gente per farli reagire. Così continui ad andare avanti.”
“Avevo una scena con Samuel in cui lottavamo fisicamente. Ne uscii con dei lividi. Quando John Boorman si è scusato con me per avermi messo in una tale situazione, ho risposto ‘non è niente.’ Niente in confronto a quanto è accaduto nel passato e la storia che stiamo cercando di raccontare. Questo è il minimo che possa fare, tenermi i miei lividi.”
Nonostante i loro scambi spesso esplosivi, ciò che tiene Langston e Anna insieme, è una vulnerabilità condivisa, forse anche perché ognuno riconosce nell’altro ciò che nasconde a se stesso. Lentamente, l’iniziale antipatia e diffidenza di Langston si tramuta in rispetto quando si rende conto che, diversamente da lui, Anna riesce ad affrontare il suo passato, a dargli un senso per poi abbracciare il futuro. “Attraverso il contatto con Anna e anche, ad un certo livello, con Anderson, Langston inizia a capire quanto sia costato alla gente perdonare ed il livello di spiritualità ed unità tra di loro,” dice Jackson. “Penso che sia importante per la gente capire in cosa consiste il principio dell’ Ubuntu perché possiamo tutti utilizzare tale principio per ottenere la pace nel mondo. Indica una strada al mondo intero per vivere insieme e condividere il benessere del pianeta.”
“Langston e Anna si trovano faccia a faccia con un dilemma umano universale e riescono ad affrontarlo trovando conforto l’uno nell’altro,” dice Chartoff.
Il rapporto tra Anna e Langston esplora anche il tema del tradimento. “È difficile per la maggior parte di noi comprendere la mente di un perpetratore di atrocità,” dice Peacock. “non possiamo né immedesimarci né comprendere perché si tratta di qualcosa di troppo lontano da noi, ma possiamo comprendere e identificarci con il tradimento personale. Volevo mostrare una situazione in cui qualcuno, in questo caso Anna, fa qualcosa di impensabile e commette adulterio.” Ovviamente Peacock non cerca di equiparare l’adulterio con l’omicidio e la tortura, ma nel tradimento del marito di Anna, c’è un deliberato parallelismo tra la voce del perpetratore, Col. De Jager e il rapporto che esiste tra Anna e Langston. “De Jager dice che ‘non uscivamo semplicemente e lo facevamo. Andava montando, era un processo. Questo vale anche per l’adulterio,” dice Peacock. Anna deve prendersi la responsabilità di aver commesso adulterio se è vero che ha imparato qualcosa seguendo le udienze. “In altre parole, quando diventa una ‘perpetratrice’ deve confessare e chiedere perdono se vuole provare a lenire il dolore che ha causato.”
Peacock crede che il potere della verità o la mancanza di questa si possa applicare a tutte le azioni. “Il marito di Anna, Edward, non sa nulla della relazione segreta dei sua moglie con Langston, ma questo non significa che non stia sortendo alcun effetto nel loro matrimonio. La bugia può solo minare il matrimonio, non favorirlo. Come dice la madre di Anna, Elsa: “La bugia si è portata via qualcosa, Anna,’” spiega Peacock.
L’onestà e la rivelazioni sono centrali per il film e mentre rende omaggio al lavoro svolto dalla TRC, offre una grossa visione introspettiva della psiche di tutte le società che affrontano il problema della verità.
La scelta degli attori
“Scegliere gli attori per questo film è stato facile,” riflette Robert Chartoff. “Per la mia esperienza, è molto raro avere la fortuna di avere due attori così entusiasti di fare un film.” Chartoff e Boorman avevano precedentemente incontrato Samuel L. Jackson qualche anno prima a Los Angeles. “Sam entrò nella stanza, si sedette, e guardò John e me e disse, ‘Voglio ringraziarvi per avermi dato questa sceneggiatura’. Disse che un attore spera, almeno una volta nella vita, di ottenere un bel ruolo, e che noi gli avevamo dato questo,” ricorda Chartoff.
I produttori non hanno dovuto cercare oltre Jackson. “Mi sono sentito vicino al progetto fin dagli inizi,” parla con entusiasmo Jackson. “questa sceneggiatura superava tutte quelle che avevo letto negli ultimi tempi ed è molto realistica. Spero che dopo la visione di questo film, nascano conversazioni e dibattiti ”
“Samuel rispecchiava così tanto quel personaggio che non riesco ad immaginare nessun altro interpretare Langston, dice Hendee. La capacità innata di Jackson di comprendere il personaggio gli ha permesso di infondere in Langston una considerevole profondità. “Sam Jackson viene fuori un po’ diverso da come ce lo eravamo immaginato nella sceneggiatura,” commenta John Boorman. Possiede una leggerezza, una velocità, un’intelligenza ed un ironia che ha dato un’altra dimensione al personaggio”.
Scegliere Juliette Binoche per i produttori è stata una cosa altrettanto facile ed istintiva. “Abbiamo inviato la sceneggiatura al suo agente per fargliela avere,” dice Chartoff. “Diversamente da molte altre attrici che non leggono sceneggiature se non gli è stata fatta un’offerta, Juliette lesse la sceneggiatura ed immediatamente si sentì non solo legata, ma devota al suo personaggio. Il fatto che John Boorman stesse facendo il film e la natura del soggetto trattato, la affascinavano.”
“Avevo bisogno di un’attrice che potesse trattare con gli sforzi emotivi richiesti dal suo personaggio,” dice Boorman. “Il suo modo di recitare è profondamente vero, spesso, in situazioni emotive, non sa cosa sta facendo, è una sorta di esperienza fuori dal proprio corpo per lei – è come se si trovasse accanto a me, ad osservare Anna, senza però sapere cosa avrebbe fatto, nè capace di controllarla. Questo è un modo di recitare molto pericoloso ma anche molto eccitante. In totale contrasto con Sam Jackson che è un consumato attore cinematografico, tecnicamente esperto in grado di entrare e uscire dal personaggio come si accende la luce dall’interruttore.
“Juliette è brava da mozzare il fiato, e sapevo che lo sarebbe stata,” dice Hendee. L’alchimia tra Sam e Juliette è incredibile. Quando si scelgono gli attori ci si preoccupa sempre dell’armonia tra loro e in questo caso è fantastica.”
Brendan Gleeson era una scelta obbligata per il ruolo di De Jager. Interpretare personaggi complessi, malvagi, per lui non è una novità, Gleeson è noto per la sua abilità di scendere nella profondità dei personaggi e umanizzarli. “Brendan ha dato molto al personaggio di De Jager.,” commenta Hendeee. “Interpreta un personaggio che sotto tutti i punti di vista non ha nessuna possibilità di redenzione e nonostante questo Brendan riesce a darci una bellissima introspezione del personaggio aiutandoci addirittura ad identificarci con esso.”
La capacità degli attori scelti dal giovane sud africano che si è occupato di metter su la maggior parte del cast, è stata una rivelazione per i filmmaker. “Sono rimasto molto colpito dalla profondità del giovane locale che si è occupato del cast,”dice Chartoff, “Non sapevo cosa aspettarmi, ma ognuno di loro ha dimostrato una capacità ed una professionalità di altissimo livello.”
Al suo debutto cinematografico abbiamo la giovane star televisiva, Menzi Ngubane che interpreta il tecnico del suono di Anna, Dumi. “ha un cuore immenso, la sua interpretazione è stata fantastica ed è stato una presenza calorosa sul set,” dice Hendee. “la vera rivelazione è stata il fatto che ha una voce fantastica. Durante una delle scene si improvvisava una canzone e la sua era la voce principale. Siamo rimasti tutti scioccati da una voce così potente e sembrava che, ora se fosse per modestia o meno, certo non lo posso sapere, fosse ugualmente sorpreso.”
Circa 300 comparse sono state prese per le scene di massa ed ognuna di queste è stata scelta individualmente da John Boorman,. “John è molto preciso in fatto di autenticità e rappresentazione,” dice il coordinatore del casting delle comparse, Russel Boast. “Laddove era possibile, non ho lavorato attraverso le agenzie, ma ho scelto le persone per strada in modo da poter presentare a John gente comune che potesse rappresentare in pieno la nostra società.”
Gli attori
Samuel L. Jackson
Filmografia essenziale
1988 Aule turbolente
1990 Mo’ Better Blues
1990 Quei bravi ragazzi
1991 Due vite in pericolo
1991 Presagio di morte
1991 Johnny Suede
1991 Jungle Fever
1991 Presagio di Morte
1992 Giochi di potere
1992 Nella Giungla di cemento
1992 Tracce nella sabbia
1993 Amos & Andrew
1993 Jurassic Park
1993 Palle in canna
1993 Una vita al massimo
1994 New Age – Nuove tendenze
1994 Pulp Fiction
1995 Il Bacio della Morte
1995 Duri a morire
1995 Fluke
1995 Lontano da Isaiah
1996 Alla ricerca di Jimmy
1996 Il momento di uccidere
1996 Mosche da bar
1996 Spy
1997 Codice Omicidio 187
1997 Jackie Brown
1997 Sydney
1998 Il Negoziatore
1998 Out of Sight
1998 Sfera
1999 StarWars – Episodio 1 – La minaccia fantasma
1996 Il grande inganno bianco
1997 La baia di Eva
1998 Il Violino rosso
1999 Blu profondo
2000 Il Predestinato
2000 Shaft
2002 Codice 51
2002 Ipotesi di Reato
2002 Inganni svelati
2002 Star Wars – Episodio 2 –L’attacco dei cloni
2002 XXX
2004 Country of My skull
Juliette Binoche
Filmografia essenziale
1984 La Vie de Famille
1985 Je vous salue Marie
1985 Rendez –vous
1986 Rosso Sangue
1988 L’insostenibile leggerezza dell’essere
1991 Gli amanti del Pont Neuf
1991 Women and Men 2
1992 Il Danno
1993 Tre colori Film Blu Premio Miglior Attrice Festival di Venezia – Cesar migliore attrice
1994 Tre colori –Film Bianco
1994 Tre colori-Film Rosso
1995 L’Ussaro sul tetto
1996 Un Divano a New York
1996 Il Paziente inglese Orso D’Argento Migliore Attrice Festival di Berlino –Premio Oscar Migliore attrice non protagonista
1998 Alice e Martin
2000 Chocolat
2000 L’Amore che non muore
2000 Storie- Racconto incompleto di diversi viaggi
2002 Jet Lag
2004 Country of my Skull
Brendan Gleeson
Filmografia essenziale
1993 Tir-na-nog (è vietato portare cavalli in città
1995 Braveheart
1996 IRA – Un gesto estremo
1996 Michael Collins
1997 I dilettanti
1997 Messaggi quasi segreti
1997 Turbulence –La paura è nell’aria
1998 The butcher boy
1999 Lake Placid
2001 A.I. Intelligenza artificiale
2001 Il Sarto di Panama
2003 Gangs of New York
2003 28 Giorni Dopo
2004 Country of my skull
Nel 1988 MENZI “Ngubs” NGUBANE (Dumi), infiamma i cuori del pubblico televisivo sud africano apparendo nel dramma televisivo Zulu, “Kwakhala Nyonini.”
Essendo un giovane cresciuto a Soweto, Menzi viene preso per interpretare delle parti nei drammi americani ambientati in tribunale. Questo ispira il giovane Menzi che decide fin da subito che avrebbe conseguito una carriera legale dopo aver terminato la scuola. Ad ogni modo, i suo talento naturale nell’ intrattenere le persone e la sua innata capacità di comprendere il dramma porterà la sua carriera in una direzione totalmente diversa. Su suggerimento di sua madre, apre un’ agenzia per attori a Johannesburg.
Essendosi creato un nome in “Kwakhala Nyonini,” viene preso nel cast di “Street Sisters,” un musical celebratorio che ha fatto il giro d’Europa nel 1990 ricevendo un gran successo di critica.
Interpretando il ruolo del cattivo ragazzo in “Ubambo Lwami,” Menzi diventa una sorta di eroe leggendario e il cattivo ragazzo preferito da tutti. Il successo della serie è tale che Menzi non è in grado di uscire di casa senza venir assalito da una folla di fan adoranti.
Più recentemente, Menzi è apparso nella serie televisiva “Gaz’lam.”
I filmmaker…
Uno dei registi più noti d’Inghilterra, JOHN BOORMAN è famoso per i suoi film dal gusto visuale e dalla narrazione limpida. Boorman è anche noto per essere uno dei principali registi commerciali dalla mentalità più indipendente. Pare che abbia detto, “fare un film è un processo che trasforma il denaro in luce per poi cercare di trasformarlo nuovamente in denaro,” un epigramma che per molti versi ha segnato il corso della sua carriera.
Nato a Londra il 18 gennaio, 1933, Boorman ha iniziato la sua carriera nei media lavorando come montatore per la BBC. Nel 1962 è a capo dell’unità documentari della BBC di Bristol. Tre anni dopo, dirige il suo prima film di fiction, lo stravagante e approssimativo “Having a Wild Weekend,” con Dave Clark Five. “Not just another Hard Day’s Night,” è abbastanza caratteristico ed originale da far parlare di Boorman come di un regista dallo stile innovativo in numerose pubblicazioni prestigiose.
Dopo aver svolto altri lavori per la BBC, Boorman fa il suo debutto Hollywoodiano alla regia nel 1967 con “Point Blank (Senza un attimo di tregua),” con Lee Marvin nel ruolo di un gangster ossessionato dal desiderio di vendicarsi dell’Organizzazione che una volta lo ha incastrato, il film è stato considerato come un’esplorazione elegante della sempre maggiore de personalizzazione nella vita del moderno mondo urbano. È stato anche riconosciuto come uno dei maggiori film hollywoodiani della fine degli anni ’60, e nel panorama della New Wave occupa il posto accanto a classici come “Bonnie and Clyde.”
Dopo un’altra collaborazione con Marvin nell’allegorico “Hell in the Pacific (Duello nel Pacifico)” (1968), nel quale si racconta la storia di un soldato della Seconda Guerra Mondiale bloccato su un isola con un soldato giapponese (Toshiro Mifune), Boorman gira“Leo the Last (Leone l’Ultimo)” (1970). Un racconto surreale sulla diversità di cultura a Londra, con Marcello Mastroianni nei panni di un aristocratico che vive a Londra nel quartiere di Notthing Hill. Il film gli ha fatto vincere il premio come Migliore Regia a Cannes.
Nel 1972 segue “Deliverance (Un Tranquillo Week End di Paura),” una meditazione terribile sull’inefficacia delle elaborazioni strutturali sociali e delle sottigliezze del mondo civilizzato di fronte alla sordidezza primaria. Il film è stato acclamato per il ritratto delle realtà oscure della natura umana e del machismo oppressivo. Nominato a tre Oscar tra cui Miglior Film e Miglior Regia, il film diventa subito un classico, e la scena del duetto di banjo tra un ragazzino appalachiano ritardato e quella dello stupro di Ned Beatty da parte di due boscaioli bifolchi sono tra le più memorabili della storia del cinema.
Seguono i film con Sean Connery “Zardoz (id.)” (1973), “Exorcist II: The Heretic (L’Esorcista II- L’eretico)” (1977), ed “Excalibur (id.)” (1981). Un adattamento brutale e visivamente stravagante di Morte d’Arthur di Malory, il film ha avuto una calda accoglienza di critica e commerciale e ha ricevuto diverse onorificenze, tra cui una nomination alla Palma d’Oro per Boorman a Cannes. Dopo il successo di “Excalibur (id.),” Boorman non fa altre regie sino al 1985, quando segue la regia di “The Emerald Forest (La Foresta di Smeraldo),” la storia di un uomo e della sua instancabile ricerca del figlio, scomparso nella foresta amazzonica quando aveva sette anni.
Con “Hope and Glory (Anni ‘40)” (1987), l’incredibile forza narrativa di Boorman torna in prima linea. Il racconto semi autobiografico e sorprendentemente delicato dell’esperienza di un ragazzo durante il bombardamento di Londra, viene acclamato per la sua esuberanza spontanea. È stato nominato a 5 Oscar tra cui Miglior Film, Miglior Regia, e Migliore Sceneggiatura e ha vinto un Golden Globe come Miglior fIlm oltre a diversi altri premi. Ha girato poi “Where the Heart Is (Dalla Parte del cuore)” (1990), e a seguire “I Dreamt I Woke Up” (1991), un cortometraggio apprezzato dalla critica che racconta gli alti e i bassi della carriera di Boorman.
Dopo il cortometraggio gira “Two Nudes Bathing” e “Beyond Rangoon (Oltre Rangoon)” (entrambi del 1995), Boorman esce con “The General (id.)” nel 1998. La storia del leggendario e veramente esistito signore del crimine irlandese Martin Cahill, viene interpretata magistralmente da Brendan Gleeson che impersona il protagonista ed è stato considerato il miglior film di Boorman per molti anni. Il regista – che aveva incontrato personalmente Chaill quando questi, anni prima, aveva svaligiato casa sua – ha vinto il premio come Miglior Regia a Cannes, quasi 30 anni dopo aver vinto lo stesso premio per “Leo the Last (Leone l’Ultimo).”
Con un cast di star e alle spalle un potente casa di produzione come la Sony Pictures, la sfida più recente di Boorman è stata “The Tailor of Panama (Il Sarto di Panama),” una ventata di aria fresca nel panorama contemporaneo del thriller spionistico basato sul romanzo di successo del 1996 di John le Carré. I critici hanno sottolineato “i personaggi interessanti, i dialoghi arguti, l’ottima recitazione, e le fantastiche ambientazioni attorno a Panama City dove è stato girato il film.” Boorman trova un nuovo punto di forza: intrattenimento sofisticato che oltre alle emozioni impegna il nostro intelletto.
JOHN BOORMAN – FILMOGRAFIA
2003: Country of My Skull 2001: Il Sarto di Panama
1998: The General
1995: Two Nudes Bathing
1995: Oltre Rangoon
1991: I Dreamt I Woke Up 1990: Dalla Parte del cuore
1987: Anni ‘40
1985: La Foresta di Smeraldo
1981: Excalibur 1977: L’Esorcista II: l’eretico
1973: Zardoz
1972: Un Tranquillo Week-End di Paura
1970: Leone l’Ultimo
1968: Duello nel Pacifico
1967: Senza un Attimo di Tregua
1965: Having A Wild Weekend
Autore di“Money Into Light”
Autore di “Adventures of a Suburban Boy” pubblicato nel 2003
SEAMUS DEASY (Direttore della Fotografia), ha lavorato come Direttore della Fotografia per svariati anni coprendo ogni aspetto del cinema e della televisione ivi inclusi, drammi, documentari, attualità e film fiction. Tra i suoi film citiamo “Poitín,” “Budwanny,” “The Boy from Mercury ,” “Night Train ,” “Accelerator ,” “When the Sky Falls,” con Joan Allen. Ha lavorato su diverse opere di Beckett tra cui “Catastrophe” di David Mamet con Sir John Gielgud alla sua ultima interpetazione, “Act Without Words I” di Karel Reisz e “Waiting for Godot” diretto da Michael Lindsay-Hogg.
Ha lavorato con John Boorman in diverse occasioni tra cui “The General (id.),” “Two Nudes Bathing ” e “I Dreamt I Woke Up.” Ha lavorato con Barry Levinson in un film intitolato “An Everlasting Piece”. È stato coinvolto in diversi progetti televisivi come “The Ambassador” e “Monarch of the Glen.” Recentemente ha lavorato con Mikael Salomon in “Benedict Arnold: A Question of Honor” con Kelsey Grammer e Aidan Quinn.
ANN PEACOCK (Sceneggiatrice), è una sudafricana di ottava generazione che vive negli Stati Uniti dal 1985. Possiede un diploma in Arte conseguito alla UNISA e un LLB conseguito presso l’Università di Cape Town, in Sud Africa dove è stata assunta ultimamente per insegnare alla facoltà di legge.
Dopo essersi stabilita a Los Angeles nel 1985, Ann comincia a scrivere dei racconti sul Sud Africa per delle riviste e dei giornali, ma si rivela uno sforzo estremamente futile. Poiché tutti a Los Angeles girano con una sceneggiatura in tasca, frequenta un corso breve di sceneggiatura presso una succursale dell’ UCLA per poi esercitare le sue capacità di scrittura durante i cinque anni seguenti.
I colpo di fortuna di Ann arriva quando suo marito, un neurochirurgo, opera il figlio di un importante persona nel mondo del cinema che la presenta ad un agenzia di Artisti Creativi di Los Angeles, per la prima volta, viene letto il suo lavoro.
Ottiene un Emmy per la sua prima sceneggiatura prodotta e questo le apre diverse porte. I temi della giustizia sociale e della redenzione sono state il cuore del lavoro di Ann sin dall’inizio. Lei attribuisce questo fatto alle sue radici sud africane.
Tra le sue sceneggiature citiamo: “June 16th,” basato sull’esperienza di allievo fatta da suo figlio; “Goodbye Bafana” – la storia di Mandela e della guardia carceraria, James Gregory; “Henry and Lena” – la storia di una donna bianca cieca che sposa un uomo di colore. “A Lesson Before Dying” – su un nero condannato ingiustamente a morte ed un giovane insegnante nero la cui missione è trasformare il prigioniero “in un uomo” prima che muoia; “Cora Unashamed,” un adattamento del racconto di Langston Hughes; “The Blues I’m Playing,” un adattamento di un racconto di Langston Hughes; “Country of My Skull”; “On the Ropes” su una donna nera boxer; “The Marines of Autumn” la storia vera ambientata durante la guerra in Corea; “The Star Is Born” (il remake della versione di Streisand-Kristofferson, ma con star afro americane e musica rap) e più recentemente il racconto per bambini di C.S. Lewis, “The Lion, the Witch and the Wardrobe.”
21,800 VITTIME RACCONTARONO LA LORO STORIA
ALLA COMMISSIONE PER LA VERITA’ E LA
RICONCILIAZIONE
VENNE CONCESSA L’AMNISTIA A 1,163
PERPETRATORI,
DANDO COSI’ INIZIO AL PROCESSO DI
RISANAMENTO DELLE FERITE
CAUSATE DALL’ APARTHEID
[1] Lingua parlata nel Sud Africa, derivata dall’Olandese parlato dai boeri (n.d.t.)
[2] nativo del Sud Africa e delle regioni adiacenti discendente da genitori europei, spec. olandesi (n.d.t.)