Scheda film
Regia: Christophe Offenstein
Soggetto: da un’idea di Fréderic Petitjean
Sceneggiatura: Jean cottin e Christophe Offenstein
Fotografia: Guillaume Schiffman
Montaggio: Véronique Lange
Scenografie: Olivier Radot e Thierry Chavenon
Costumi: Muriel Legrand
Musiche: Victor Reyes, con la collaborazione di Patrice Renson
Suono: Nicolas Provost, Gwennole Le Borgne, Franco Piscopo e Emmanuel De Boissieu
Francia, 2013 – Drammatico – Durata: 97′
Cast: François Cluzet, Samy Seghir, Virginie Efira, Guillaume Canet, Karine Vanasse, Arly Jover, José Coronado,
Uscita: 21 novembre 2013
Distribuzione: Lucky Red
Il tempo delle vele
Il velista Yann Kermadec (François Cluzet) crede di cogliere finalmente la sua grande occasione quando viene chiamato a sostituire nella Vendée Globe, il giro del mondo in barca a vela in solitario, l’amico Franck Drevil (Guillaume Canet) infortunatosi. Ma i suoi sogni di gloria paiono infrangersi inesorabilmente quando a bordo scopre la presenza di un ragazzino di colore, Mano ixa (Samy Seghir, un immigrato imbarcatosi clandestinamente per sfuggire al proprio destino. Intenzionato ad abbandonarlo nel primo luogo sicuro, Yann si troverà a famigliarizzare inaspettatamente con lui, arrivando perfino a mettere in discussione l’intera sua partecipazione alla gara…
Il direttore della fotografia di tutti i lungometraggi diretti dall’attore Guillaume Canet, Christophe Offenstein, debutta appunto “in solitario”, pur non rinnegando un amico come lo stesso Canet cui affida un ruolo secondario ma non marginale, con una storia che per le tematiche (l’immigrazione, l’acqua ed una figura di tutore sui generis) ricorda il notevole Welcome di Philippe Lioret. Armato di macchina a spalla, l’unico modo di compensare i movimenti della vera imbarcazione monoscocca su cui ha deciso di girare gran parte della pellicola, il regista esordiente non è riuscito purtroppo a far maturare la stessa tensione drammaturgica del film interpretato da Vincent Lindon, con cui il paragone è effettivamente impari, pur alimentandola coi flutti e cogli inevitabili imprevisti in alto mare, ma l’ha annacquata con trovate di sceneggiatura poco avvincenti e poco plausibili, come la diagnosi al giovane Mano Ixa di un’Anemia Mediterranea eseguita a distanza con il solo ausilio di un fonendoscopio (!). Come per miracolo poi tutti gli avversari di Yann cominciano a dare forfait a poca distanza dal traguardo e, dopo tutta la fatica dispiegata, il velista affronta a testa alta il finale dolce-amaro, comunque consolatorio, del quale riveleremo soltanto come in fondo esso si ispiri al decoubertiano “l’importante non è vincere, ma partecipare”.
Le avventure del navigatore in solitaria che cerca il riscatto sportivo di tutta una vita, trovandone invece più onorevolmente uno sociale, conquista per un po’ lo spettatore, ma il risultato si appiattisce nel complesso verso la mediocrità in nome di un buonismo scontato, facendo perdere presto l’interesse verso la vicenda narrata, malgrado l’ampio sforzo interpretativo degli attori, che hanno lottato veramente con le onde ed ai quali va almeno tutto il nostro (ap)plauso.
Note: il film è stato presentato al Festival del Film di Roma 2013 nella sezione “Alice nella Città”.
Voto: 6
Paolo Dallimonti