Scheda film

Regia: Asia Argento
Soggetto e sceneggiatura: Asia Argento, Barbara Alberti
Fotografia: Nicola Pecorini
Montaggio: Filippo Barbieri
Scenografia: Eugenia F. Di Napoli
Costumi: Nicoletta Ercole
Musiche: Brian Molko, Asia Argento, James Marlon Magas, Gilles Weinzaepflen, Justin Pearson, Luke Henshaw, Gabriel Serbian
Italia/Francia, 2014 – Drammatico – Durata: 109’
Cast: Giulia Salerno, Charlotte Gainsbourg, Gabriel Garko, Gianmarco Tognazzi
Uscita: 5 giugno 2014
Distribuzione: Good Films

 Mia sorella è figlia unica

Per la sua terza fatica dietro la macchina da presa, dal titolo Incompresa, presentata alla 67esima edizione di Cannes nella sezione Un certain regard, Asia Argento ha dichiarato di avere attinto al proprio vissuto per dare forma e sostanza alla storia di Aria, una bambina di 9 anni che si trova suo malgrado a vivere la violenta separazione dei genitori e lo strappo delle sue sorellastre in una famiglia allargata. Aria, strattonata nel conflitto tra suo padre e sua madre, respinta e allontanata, attraversa la città con una sacca e un gatto nero, sfiorando l’abisso e la tragedia, cercando solo di salvaguardare la sua innocenza. Se ciò fosse vero, a giudicare dalla sinossi, allora l’adolescenza dell’attrice e regista romana classe 1975 non deve essere stata particolarmente facile e felice. Ma quanto ci sia realmente di autobiografico nei fatti, nei luoghi e nei personaggi oltre a quello della protagonista che animano lo script non è dato saperlo con certezza. Fatto sta che quello scritto e diretto dalla Argento è un film personale, intimo e sincero, che viene dall’esigenza epidermica e viscerale dell’autrice di raccontare e raccontarsi.
Con molta probabilità più che alla totalità delle proprie esperienze adolescenziali, per cucire la drammaturgia, costruire il personaggio di Aria e stendere narrativamente il racconto, la regista deve avere fatto nuovamente sue quelle sensazioni ed emozioni sopite e messe nella soffitta dei ricordi di un tempo passato. Ciò trasuda in maniera piuttosto cristallina dallo schermo, con un plot che si consuma negli anni Ottanta, decade che ha visto la stessa Argento vivere la propria infanzia. Forse per questo mentre si guarda un film come Incompresa si ha la sensazione di sfogliare un album di foto, pieno zeppo di polaroid sbiadite. Ne viene fuori un romanzo di formazione al contrario se si pensa alla struttura classica, in cui sono gli adulti che necessitano di essere formati non i piccoli. Un’opera che strizza l’occhio al cinema truffautiano (I quattrocento colpi), incastonato all’interno di una farsa volontaria e di una fiaba pulp dal retrogusto vintage che parla di una famiglia disfunzionale, dell’incomunicabilità, del bisogno disperato di amare ed essere amati, dei conflitti generazionali, della ricerca di affetto e attenzioni, ma anche dell’apparire e dell’apparenza. Temi che la Argento aveva già in parte affrontato, seguendo però tonalità, registri e traiettorie narrative diverse, nella sua pellicola precedente, ossia Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, che dell’omonimo romanzo di culto di J.T. Leroy è la trasposizione cinematografica datata 2004. Anche in quel caso era l’adolescenza il baricentro drammaturgico, con un bambino costretto ad adattarsi a situazioni nuove o estreme e alla crescente follia di sua madre, ma che nonostante le terribili esperienze riesce a conservare la purezza e il candore nel suo modo incantato di guardare il mondo. Un percorso e un modo di vivere le cose, questi, che creano un filo rosso con il personaggio di Aria e con quello di sua madre, pianista dedica alle droghe, al tradimento coniugale e all’instabilità psicologica.
Incompresa è un’opera non priva di difetti e sbavature, passaggi a vuoto e momenti di stanca che ne appesantiscono la fruizione, ma capace di far riflettere e persino sorridere lo spettatore. Nonostante l’esibizionismo che l’affetta e l’infetta, sprigiona un senso di solitudine e di disperazione che può imbarazzare o intenerire. La Argento preferisce concentrarsi sul lavoro di direzione degli attori e di regia, mettendosi intelligentemente da parte, per lasciare spazio alla convincente performance di Giulia Salerno nel ruolo di Aria, che deve fare gli straordinari per mettere le toppe lì dove la coppia Gainsbourg-Garko barcolla. 

Voto: 6

Francesco Del Grosso