E’ un brutto segno quando anche i festival cominciano a legittimare il cattivo cinema. E’ successo al Noir in Festival di Courmayeur, che ha premiato con il Leone Nero questo film di Ron Shelton da un racconto di James Ellroy. Già in partenza il materiale non era granché, visto che la trama mette in scena la stravista Los Angeles sporca e violenta su cui vigila una polizia corrotta e dai metodi spicci.
Il capo della Speciale è un viscido razzista colluso con la criminalità (per equità nera, bianca e gialla), che sottomette al suo utile la giustizia, spalleggiato da un detective senza scrupoli e intollerante. Naturalmente, nel perfetto sistema deviato arriva un giovane puro di cuore che ha una relazione con una donna di colore, fatica a piegarsi al marciume e finirà per far crollare (SPOILER: su di sé) il guasto edificio. In più nel dipartimento c’è un conflitto tra bianchi e neri, che si riflette nella città alle prese con il processo per il pestaggio di Rodney King e la conseguente rivolta.

Quando ambienti, personaggi e sviluppi sono tanto banali e prevedibili, l’unica cosa che può salvare un film è la costruzione delle atmosfere, l’abilità nel tenere avvinto lo sguardo, il talento visivo o il valore aggiunto degli attori. Ma purtroppo in IS mancano tutti questi elementi e ciò lo rende un film visto e stravisto, con Kurt Russell spesso sopra le righe e un piccolo campionario di personaggi televisivi bellocci ma inadatti (Michael Michele da E.R. e Scott Speedman da Felicity). Ma a Courmayeur proprio non c’erano film migliori?

Ele (da IAC)