Una chicca dalla Berlinale quest’opera che viaggiando nel mondo del genere mantiene comunque un ottimo livello autoriale. L’eroe di “Inside”, si chiama Nemo, anche se non è mai chiaro il nome. Tutto quello che sappiamo è che è un ladro e che è interpretato da Willem Dafoe. All’inizio della storia, un elicottero deposita Nemo sul tetto di un alto edificio a New York. Un film d’essai, abilmente rivestito da thriller high-tech. Nemo irrompe in un appartamento all’ultimo piano, che sembra più una galleria che una casa. Appartiene a un uomo di evidente ricchezza e di gusto un po’ incerto, che si trova in Kazakistan. Appese alle pareti sono molteplici opere d’arte moderna. I più antichi sono di Egon Schiele, e sono questi che Nemo è venuto a rubare. Rapido e felino, Nemo riunisce tutti gli Schiele tranne uno e si prepara a partire, dopodiché il sistema di sicurezza chiude le porte e lo rinchiude dentro la casa. Deve trascorrere il resto del film da solo e con tutti i servizi interrotti della casa. Situazione complessa.
Non è difficile individuare i modi astuti in cui Katsoupis e il suo sceneggiatore guidano la trama. Il gas e l’acqua sono stati chiusi nell’appartamento dal sistema di sicurezza. L’elettricità, rimane accesa, quindi può ammirare un’insegna al neon blu brillante che recita “tutto il tempo che verrà dopo questo momento”. Anche il frigorifero è in uso: c’è un’inquadratura di Nemo, che infila la testa nella ghiacciaia e lecca l’umidità gelida dai lati. Il telefono che lo collega all’atrio dell’edificio è guasto perchè esagera nelle sue azioni.
Tutto ciò suggerisce che “Inside” assomiglia ai film di sopravvivenza. Sebbene Nemo sia nel lusso, mangiando salsa al tartufo e caviale, l’appartamento sembra una prigione. L’unica uscita possibile è un lucernario….Claustrofobico e con un ottimo ritmo merita assolutamente una visione!
Voto 7
VC