Scheda film
Regia: Angelo Amoroso D’Aragona
Fotografia: Angelo Amoroso D’Aragona, Domenico Dell’Anno, Domenico De Orsi, Antonio Musci, Michel Vandelli
Montaggio: Domenico De Orsi
Musiche: Enzo Del Re, Antonio Infantino, Dario Fo
Italia, 2010 – Documentario – Durata: 64′
Uscita: 6 febbraio 2012
Distribuzione: autodistribuzione
Sale: 1
Il Re dei Cantastorie
“Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo, / chi è veloce si fa male e finisce in ospedale, / in ospedale non c’è posto e si può morire presto”.
Con questi versi della canzone più celebre di Enzo Del Re, negli anni settanta si aprivano le trasmissioni di Radio Alice, emittente popolare ed indipendente bolognese, che venne raccontata nel 2004 da Guido Chiesa nel film dallo stesso titolo del brano. Ma chi era Enzo Del Re?
Nato a Mola di Bari nel 1944, il “canta-protest-autore” – così si definisce in una delle sequenze – si ricorda per il suo peculiare modo di cantare e “suonare”: voce soltanto, accompagnata da percussioni su materiali di recupero (come ad esempio sedie) e da quello straordinario strumento di “sua” invenzione, il “linguafono”, ossia lo schiocco della lingua contro il palato, modulato dalle aperture e chiusure della bocca. Inizia la sua carriera sul finire degli anni settanta accanto al musicista Antonio Infantino, che aiuta ad incidere il suo primo disco sotto l’etichetta Ricordi. I due partecipano anche allo spettacolo “Ci ragiono e canto” della compagnia Nuova Scena di Dario Fo. Quando il compagno d’avventura lascia il gruppo in cerca di altre esperienze, Del Re rimane e continua il suo percorso di musicista impegnato e radicale, entrando nel decennio successivo nel circuito di Pino Masi e Sergio Martin dei “Circoli Ottobre”, tornando poi a vivere nella natìa Mola. Nei novanta auto-produce tra l’altro esperimenti musicali sulla storia del suo paese e nel nuovo millennio inizia la riscoperta del personaggio da parte di artisti del calibro dei Tétes de Bois, di Vinicio Capossela, fino ad approdare nel 2012 agli ambìti palcoscenici del concerto del Primo Maggio nella capitale e nell’autunno al prestigioso Club Tenco a Sanremo, poco prima della morte, avvenuta l’anno dopo.
Il documentario scritto e diretto nel 2010 da Angelo Amoroso D’Aragona, che curiosamente esce pochi mesi dopo l’arrivo nelle sale de I primi della lista di Johnson, incentrato sui roventi anni settanta e su Pino Masi, racconta un Enzo Del Re alla fine della propria carriera, artistica ed esistenziale, arrabbiato come sempre, forse anche di più, minato dall’insufficienza renale che lo costringe a costanti sedute di dialisi, ma mai domo, screziato malgrado tutto da un pizzico d’ironia, pronto ad alzare in piazza San Giovanni a Roma il pugno chiuso, da vecchio ed irrequieto rivoluzionario. Attraverso le interviste dei suoi amici e collaboratori di gioventù, da Antonio Infantino a Roberta Fancelli in Popovich, da Paolo ed Isabella Ciarchi a Claudio Lolli, emerge un uomo che nel pieno del suo relativo successo non era certo un fenomeno di nicchia come può sembrare ora, suggerendo anche quel cambiamento antropologico della nostra società, più volte profetizzato da Pasolini.
Il documentario, che nasce come un work-in-progress, ripromettendosi in futuro di integrare le testimonianze sul singolare cantautore con nuovi contributi, nella sua ora di durata riesce a fornire un ritratto tempestivo ed un omaggio doveroso ad uno dei più anomali protagonisti della scena musicale italiana, a molti sconosciuto, da troppi dimenticato.
Raro perché… è il racconto della vita di un uomo schivo, ma unico
Note: nell’ambito della rassegna “Contest”, il documentario è uscito il 6 e 7 febbraio 2012 al Nuovo Cinema Aquila di Roma; ulteriori informazioni su altre proiezioni e su future versioni del film possono essere trovate QUI.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti