Scheda film
Regia: Timo Vuorensola
Soggetto: Johanna Sinisalo, da un’idea di Jarmo Puskala
Sceneggiatura: Michael Kalesniko
Fotografia: Mika Orasmaa
Montaggio: Suresh Ayyar
Scenografie: Ulrika Von Vegesach
Costumi: Jake Collier
Musiche: Laibach
Finlandia/Germania/Australia, 2012 – Fantascienza – Durata: 93‘
Cast: Julia Dietze, Peta Sergeant, Kym Jackson, Udo Kier, Stephanie Paul, Christopher Kirby, Götz Otto
Uscita: 11 ottobre 2012
Distribuzione: Moviemax
Luna nera
Nel 1945, alla disfatta del Terzo Reich, i Nazisti migrarono sulla Luna, dove si stabilirono in attesa di fare ritorno sulla Terra. Settant’anni dopo, nel 2018, lo scopre suo malgrado una missione spaziale statunitense che, per promuovere la rielezione della presidentessa (Stephanie Paul) – ma non solo – invia sul nostro satellite due astronauti, dei quali uno è un modello nero, al secolo James Washington (Christopher Kirby). Fatto fuori l’altro, l’uomo di colore è catturato dai Nazisti che nel suo piccolo smartphone trovano tutta la tecnologia che fino a quel momento mancava loro per far volare la propria astronave madre, la Götterdämmerung. Ma, quando la batteria del cellulare si scarica, sarà il momento di recarsi sul loro pianeta d’un tempo per recuperare il sorprendente oggetto tecnologico e dare inizio ancora una volta ad un’altra invasione. Purtroppo per loro non hanno però fatto i conti con l’evoluzione (o involuzione, a seconda dei punti di vista) delle altre nazioni, per cui alla fine potranno essere l’ultima ed unica speranza per il genere umano…
Ai più i nomi di Samuli Torsonnen e Timo Vuorensola non diranno molto, ma sono gli artefici della saga Star Wreck, una parodia amatoriale di Star Trek iniziata nel 1992 e distribuita gratuitamente attraverso il web. In particolare Vuorensola ha diretto nel 2005 il settimo ed ultimo capitolo, Star Wreck: In the pirkinning, vero e proprio fan film, un lungometraggio ricco di effetti speciali che aggiungeva anche elementi della serie Babylon 5 e che è stato presentato in Italia sul canale satellitare Jimmy.
Il loro debutto sul grande schermo (Torsonnen qui produce e cura parte degli effetti speciali), portato a termine con un piccolo contributo dei numerosi fan, ringraziati uno per uno nei titoli di coda, si rifà invece alla nota e diffusa leggenda degli UFO nazisti e sembra ampliare l’intuizione di un film amatoriale italiano, L’invasione degli Astronazi di Alberto Genovese, che aveva ideato veicoli spaziali a forma di svastica, forma che qui viene adottata invece per la gigantesca base lunare.
Certo, è vero che i Nazisti starebbero sul pinkfloydiano “dark side of the moon”, il lato nascosto della luna, là dove Michael Bay aveva fatto precipitare pure i suoi Transformers nel terzo capitolo delle loro avventure, ma possibile che nessuno si sarebbe accorto di loro in tutti quegli anni? Il film di Vuorensola non si perita di cercare una spiegazione a questa “mancanza”, neanche con la teoria del complotto, poiché la presidentessa USA in un’accesissima discussione all’ONU afferma che la Luna sia loro proprietà in quanto batte bandiera americana (riferendosi chiaramente a quella lasciata in loco nel 1969 da Armstrong & co.).
Ma, fatta salva questa svista, Iron sky, costantemente sopra le righe, ha dalla sua una serie sterminata di trovate: a parte quella del soggetto, l’astronauta “negro”, poi sottoposto a trattamento “albinizzante”, che la presidentessa, non dotata da Madre Natura di pelle colorata come il predecessore Obama, sfrutta a suo favore nella sua campagna lanciata al grido ammiccante di “Yes, she can”; tre quarti di secolo di scarto tecnologico racchusi in un telefonino; la ricerca di fonti di energia alternativa fuori dal nostro pianeta; tutte le nazioni più importanti dotate di astronavi armate all’insaputa l’una dell’altra; Il grande dittatore utilizzato nelle scuole naziste a scopi didattici in una versione ultra-censurata di soli dieci minuti, limitata a Chaplin che gioca “amorevolmente” col grosso mappamondo.
E su tutto spicca il finale apocalittico – doppiamente kubrickiano per la presentazione di un’apocalisse “serena” (dal Dr. Stranamore) e per la raffigurazione cosmica dell’avvento di una nuova era ( da 2001) – anche se velatamente revisionista, in cui i Nazisti lunari – in realtà solo la loro crema, la parte buona – restano l’ultimo avamposto di un’umanità che non ha avuto pensiero migliore se non quello di autodistruggersi per smania di potere.
Quale contorno ad una trama folle ed accidentata, ma godibile, restano scolpiti nella mente dello spettatore i magnifici effetti speciali, di gusto tutto europeo – tozzi e mastodontici i mezzi dei Nazisti, con una forte venatura steampunk, mentre esili e quasi filiformi quelli dei terrestri – ed assolutamente competitivi con le mega-produzioni made in USA, cui spesso Iron sky fa volutamente sberleffo.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti