Scheda film
Regia e Montaggio: Alessia Scarso
Soggetto: Coralla Ciccolini e Alessia Scarso
Sceneggiatura: Coralla Ciccolini e Isabella Aguilar
Fotografia: Daria D’Antonio
Scenografie: Giuseppe Busacca e Maria Rosa Carpinteri
Costumi: Fiorenza Cipollone
Musiche: Marco Cascone
Suono: Emanuele Cicconi
Italia, 2014 – Commedia – Durata: 100′
Cast: Marco Bocci, Barbara Tabita, Elena Radonicich, Martina Antoci, Leo Gullotta, Matteo Korreshi, Vincenzo Lauretta
Uscita: 15 gennaio 2015
Distribuzione: Notorious Pictures

Adagio, randagio!
Nel 2009 in quel di Scicli, cittadina del ragusano in lotta, tra le altre cose, contro il randagismo dopo un fatto di cronaca che coinvolse alcuni cani senza padrone ed un bambino, arriva un cagnolone molto affettuoso che viene adottato dall’intero paese col nome di Italo Barocco. Il film omonimo di Alessia Scarso, montatrice qui al suo debutto nella regia di un lungometraggio, utilizza questa vicenda vera per raccontare quella immaginaria del piccolo Carmelo, detto Meno (Vincenzo Lauretta), e di suo padre Antonio (Marco Bocci), sindaco del posto. Il ragazzino, triste e solitario dopo la scomparsa della mamma, è oggetto degli scherzi dei suoi compagni e trova conforto solo nell’amichetta Chiara (Martina Antoci). Il padre, preso dagli impegni e da un’imminente campagna elettorale, lo trascura. Entrambi troveranno inatteso appoggio dalla maestra Laura (Elena Radonicich) e da…Italo!
La regista del film sfida in nome del suo esordio entrambi i tabù più temuti da chiunque si occupi di cinema: mai lavorare con animali e bambini! E solo per questo meriterebbe già tutto il nostro plauso.
Certo, proporre come principale problema di un piccolo paese siciliano il randagismo è fare come l’avvocato di Johnny Stecchino che annoverava tra i maggiori mali di Palermo il traffico. Ma Alessia Scarso segue decisamente la strada della favola, con tutti i suoi personaggi sopra le righe, dai tre vecchietti in piazza alla consigliera comunale invasata fino al trio di comari assidue frequentatrici della parrocchia. E, soprattutto, imbocca la via di quel tanto invocato prodotto medio, diffusissimo in Europa, ma assente da noi, se non relegato alla dimensione televisiva: il film per famiglie, che accontenta tutti senza scontentare nessuno. E lo fa con la grazia (ma senza l’ingenuità) dell’esordiente, sfruttando pienamente l’arte del suo mestiere: la Scarso nasce infatti come montatrice, e si vede! Alcuni deliziosi momenti, come un piccolo incidente che occorre ad Italo, sono arricchiti da un’edizione curata in prima persona ben congegnata insieme ad un uso intelligente della scenografia (di Giuseppe Busacca e Maria Rosa Carpinteri): i fregi gotici della chiesa di Scicli vengono contrapposti come il coro di una tragedia greca. Questa, come altre intuizioni, impreziosiscono Italo che, pur disperdendo alcuni elementi narrativi prima messi in campo e poi dimenticati in una sceneggiatura non potentissima (ad esempio la famiglia di Meno e Antonio o il lavoro dello stesso sindaco…) e rinforzato senza motivo dalla voce fuori campo di Leo Gullotta (forse per meglio calarlo nel terreno della favola?), procede dignitosamente verso la fine. Non perdete i divertenti titoli di coda con il meglio dei ciak sbagliati.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti