Recensione n.1
Ancora un perdibile film dall’Ex-Jugoslavia che prende a modello Emir Kusturica (che si ritaglia un cameo e il ruolo di produttore) per mettere in scena il solito teatrino di varia umanita’ stralunata. Le ambizioni sono alte: rappresentare le contraddizioni di un popolo privato di un’identita’ e bersaglio della colonizzazione occidentale, sottolineare i rischi del consumismo, evidenziare l’inutilita’ della violenza per la risoluzione dei conflitti e infondere un po’ di ottimismo nonostante tutto. Peccato che il risultato sia quanto di piu’ frusto si possa elaborare in materia. La storia è poco piu’ di un aneddoto da bar: un uomo prende in ostaggio un intero supermarket, costruito da poco con finanziamenti americani; deve vendicare l’arroganza subita dalla nonna, a cui e’ stato impedito di acquistare le fragole per preparargli la torta di compleanno. Purtroppo lo spunto diventa un imbarazzante perno narrativo e a nulla vale il tentativo di cercare una fuga nel surreale perche’ a dominare sono luoghi comuni, banalita’ e noia. Mai e poi mai si arriva a stabilire la necessaria complicita’ con gli antipatici personaggi, marionette esagitate al servizio di dialoghi didascalici e situazioni demenziali. A prendere ilsopravvento e’ ancora una volta l’ideologia, e la critica sociale ha la consistenza di una lezioncina impartita da chi ha tutte le risposte senza la preoccupazione di doverle poi mettere in pratica. Il punto di vista, infatti, e’ fin dall’inizio unilaterale e mai davvero problematico, cerca la lucidita’ ma arriva appena allo slogan. Il massimo dei battutoni prevede un cecchino che si fa la cacca addosso o l’esasperata ricerca di un profumo di marca come prova d’amore. Se la satira spalanca la bocca incapace di mordere, non e’ che il cinema faccia miglior figura, e non solo per il budget risicato: fotografia orribile, regia del debuttante Dusan Milic (colpevole anche della sceneggiatura)priva di personalita’, direzione degli attori inesistente, errata gestione dei tempi comici (gag sbrodolate e ridondanti) e sonorita’ scoppiettanti alla Bregovic che conferiscono al racconto un’aria di variopinto (ma ruffiano) guazzabuglio da esportazione.
Luca Baroncini (da www.spietati.it)
Recensione n.2
Fragola è una timida e infelice commessa che durante le ore di lavoro nel nuovissimo supermercato americano appena aperto a Belgrado sogna il grande amore. Una sera, frustrata e avvilita, scarica la sua rabbia su una dolce e tenera nonna, venuta a comprare delle semplici fragole per il nipote di ritorno dalla guerra e che viene cacciata via dal market con arroganza e cattiveria. Il giorno dopo irrompe il nipote, Marko, deciso a fare giustizia per il torto subito e pronto a sequestrare tutto il supermarket, commesse e clienti compresi. Inizia così un’esilarante e divertente commedia mista di generi e citazioni, critiche e gag, il tutto raccontato con assoluta ironia e senza pretenziosità. Dusan Milic, alla sua opera prima, infonde il film di sottotesti e parodie, riuscendo a raccontare con leggerezza un paese ancora immerso negli echi lasciati dalla guerra e toccando temi come la globalizzazione, la democrazia, la non-violenza, l’ipocrisia e la giustizia. Temi che però sono solo le fondamenta di una sceneggiatura che non esita ad imbastire una molteplicità di generi e atmosfere, correndo sempre sul filo dell’assurdo e districandosi con bravura tra serietà e farsa, tra critica sociale e politica e una comicità forse grossolana ma certamente godibile. Il tutto è arricchito da una trascinante colonna sonora irresistibile e originale, sfarzosa quanto la fotografia e l’atmosfera del film e che non può non ricordare Emir Kusturica, che infatti prende parte al progetto in veste di produttore e si ritaglia anche un breve cameo. Marko è l’irresistibile protagonista di questa commedia, un personaggio goffo e stravagante servito nei migliori dei modi dal bravissimo Srdjan Todorovic, eccellente nel comunicare simpatia e sincerità senza mai cadere nel ridicolo. Lo stesso vale per la protagonista femminile, una dolcissima Branka Katic, lodevole nella sua semplicità e autenticità. Il film è in continua evoluzione, il registro cambia costantemente e si immerge di volta in volta nel thriller, nell’azione, nella commedia, nel drammatico e nel sentimentale. Perché in fondo Jagoda – fragole al supermercato non è altro che una dolce storia d’amore, sicuramente insolita e paradossale, ma che non può lasciare indifferenti. I due protagonisti cercano l’amore e lo trovano nel modo più inaspettato e nella situazione più scomoda, riconoscendosi anime gemelle in un giorno di ordinaria follia e valorizzando il film con momenti di puro romanticismo e dolcezza. Certo, un’opera imperfetta e forse neanche così arguta come si potrebbe pensare, ma se andrete al cinema armati di buon umore e fiducia, sicuramente ne potreste uscire soddisfatti. Voto 7
Claudia Scopino