Scheda film
Regia: Cary Joji Fukunaga
Soggetto: Charlotte Brontë (romanzo)
Sceneggiatura: Moira Buffini
Fotografia: Adriano Goldman
Montaggio: Melanie Ann Oliver
Scenografie: Will Hughes-Jones
Costumi: Michael O’Connor
Musiche: Dario Marianelli
G.B./USA, 2011 – Drammatico – Durata: 120′
Cast: Mia Wasikowska, Michael Fassbender, Jamie Bell, Su Elliot, Holliday Granger, Tamzin Mechant, Amelia Clarkson
Uscita: 7 ottobre 2011
Distribuzione: Videa-CDE
Uno struggente adattamento del celebre romanzo di Charlotte Brontë
Jane Eyre è un’orfana che viene affidata alle spiacevoli cure di Mrs. Reed, una zia crudele che le negherà l’amore e che, per sbarazzarsene, la manderà al durissimo collegio di Lowood. Dieci anni e tante umiliazioni dopo ne uscirà forte e desiderosa di cominciare una nuova vita a Thornfield, una tenuta immersa nella campagna dello Yorkshire, dove viene assunta come istitutrice. Tra una lezione di aritmetica e una di musica incontra l’inquieto Edward Rochester, signore della casa di cui si innamorerà. Decisi a resistere al sentimento che li tormenta, vanno e tornano da Thornfield per non cedere alla tentazione di amarsi. Ma l’amore avrà la meglio e li condurrà all’altare, dove Jane scoprirà la natura delle inquietudini di Rochester. Jane, incapace di gestire rivelazione e dolore scapperà dall’amato, scegliendo per sé una vita di silenzio e solitudine. Ma gli anni e la maturità porteranno consiglio al suo cuore e alla sua intransigenza.
Non è facile adattare il complesso romanzo di Charlotte Brontë senza il rischio di snaturarne lo spirito. Ma riescono nell’impresa Moira Buffini, sceneggiatrice inglese, e Cary Joji Fukunaga, regista californiano, scrivendo una versione struggente e ‘integrale’ di “Jane Eyre”. Popolare storia d’amore vittoriana di cui propongono una soluzione non lineare, che parte da uno dei punti di svolta finali della storia per poi recuperare nei flashback gli avvenimenti passati.
La versione di Fukunaga coglie il cuore di “Jane Eyre” e si insinua nei suoi movimenti, negli ambienti bui, rivelando un libro diviso, indeciso tra tradizione e rivoluzione. Muove una versione tutt’altro che moralista che mette in evidenza il conflitto tra Jane e il suo ambiente e attribuisce al Rochester, personaggio volubile ed affascinante di Michael Fassbender una funzione meno marginale. La prepotente volontà di sposare Jane del suo Rochester fa sbiadire la prova di William Hurt nell’omonimo e impersonale dramma di Zeffirelli, che elimina la proposta di bigamia e il sacrificio sopportato dal protagonista per sostenere il prestigio di famiglia con le ricchezze della moglie pazza e rimossa in soffitta. Fedele al testo ma sopra a ogni cosa fedele alle possibilità tecniche del cinema, il regista si avvale di due attori capaci di ‘riscaldare’ il freddo che regna nelle case vittoriane, di accendere i personaggi letterari, di illuminarli e di renderli più intensi, di cogliere le possibilità implicite nel romanzo, di riprenderle e rimodellarne nei duetti dialogati il mondo claustrofobico che Jane ed Edward si sono costruiti. Come Jane sul punto di cedere all’insistente offerta di St. John Rivers sente il richiamo di Rochester tra i campi, così Mia Wasikowska e Michael Fassbender comprendono quello di Charlotte Brontë e avanzano alla ricerca di una vita mancata. Da rileggere e da (re)interpretare.
Voto: * * *
Giada Valente
Hey, Jane
Chi non conosce la storia di Jane Eyre? Ambientata nel XIX secolo, la vicenda vede la giovane orfana (Amelia Clarkson), maltrattata prima dalla zia Mrs. Reed (Sally Hawkins) che la caccia di casa, poi presso l’Istituto di Carità di Lowood, arrivare a Thornfield, dove, dapprima ben accolta dalla governante Mrs. Fairfax (Judi Dench), subisce il fascino malato e perverso di Rochester (Michael Fassbender), che la coinvolge sempre più, pur inquietandola col suo umore spesso cupo, insieme agli strani eventi che si verificano in casa. L’ormai adulta Jane scoprirà suo malgrado il segreto difeso da Rochester e, dopo la fuga presso la famiglia di John Rivers (Jamie Bell), dal quale riceverà un’inattesa proposta di matrimonio, una volta intascata una cospicua eredità, sarà pronta per fare ritorno a Thornfield ed affrontare il proprio recente passato, decisa a trasformarlo nel suo futuro.
Dopo la versione classicheggiante ed eccessivamente melo di Zeffirelli (ed altre diciassette a partire dal 1910, più nove per la televisione), ecco arrivare dal nippo-americano Cary Joji Fukunaga una versione cinematografica sempre in costume, ma più contemporanea del romanzo di Charlotte Brontë, venata anche di sfumature horror. Benché in parte stravolta dalla sceneggiatura di Moira Buffini, che la fa partire dal prefinale per poi affondare in un lungo flashback, la romanticissima vicenda di Jane Eyre (qui interpretata nell’età post-adolescenziale dalla fragile ma non troppo Mia Wasikowska) arriva sul grande schermo in maniera semplice, girata in 35 mm, un formato sufficientemente panoramico ed un uso ricorrente della camera a mano, servendosi di una composizione classica delle inquadrature e di un ricorso ripetuto alla luce naturale, data anche da camini, candele e lampade ad olio, teso ad attenuare i colori, tutto grazie all’insostituibile collaborazione del direttore della fotografia Adriano Goldman.
La location scelta, la Haddon Hall in quel di Bakewell, nel Derbyshire, costruita su di uno sperone roccioso di pietra calcarea e risalente in parte al XI secolo, è la migliore rappresentazione possibile di Thornfield, che la troupe ha definito quasi “infestata dai fantasmi”, paragonandola pure all’Overlook Hotel di Shining.
Il romanticismo gotico di una storia come quella di Jane Eyre è ben tradotto dalla regia di Fukunaga, che si è ispirato insieme al costumista Michael O’Connor a pittori come Franz Winterhalter e la disegnatrice britannica Mary Ellen Best ed a fotografi come l’americano Alec Soth e l’olandese Hellen van Meene. Ma ancora di più vive nelle mirabili interpretazioni del quartetto d’attori, dalla Wasikowska al tetro Fassbender, fino al candido Bell ed alla solida Dench. Infine efficace pur se brevissimo cameo a sorpresa per la nostra Valentina Cervi nel ruolo di Bertha Mason, la moglie pazza che Rochester aveva sempre cercato di tenere segreta.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti