Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: John Ridley
Fotografia: Tim Fleming
Montaggio: Hank Corwin e Chris Gill
Scenografia: Paul Cross
Costumi: Leonie Pendergast
Suono: Daniel Birch
Musiche: Danny Branson e Waddy Wachtel
G.B., 2013 – Drammatico – Durata: 118’
Cast: Imogen Poots, Hayley Atwell, Burn Gorman, Ruth Negga, André Benjamin, Ashley Charles, Amy De Bhrún
Uscita: 18 settembre 2014
Distribuzione: I Wonder Pictures
La nascita dell’uomo elettrico
Scelto per aprire la decima edizione del Biografilm Festival dopo la calorosa accoglienza ricevuta all’anteprima di Toronto, Jimi: All Is by My Side arriverà nelle sale nostrane grazie alla I Wonder Pictures a partire dal 18 settembre. Scritto e diretto dal candidato all’Oscar per l’adattamento di 12 anni schiavo, John Ridley, il film è un semi-biopic che racconta il talento di Hendrix e il cammino che lo rese tale, soffermandosi unicamente su un anno cruciale: dall’incontro nel 1966 con la sua amica e mentore Linda Keith fino al giorno prima dell’indimenticabile esibizione di Monterey nel 1967, dove il musicista di Seattle, dando fuoco alla chitarra, entrò nella leggenda.
Come Olivier Dahan in Grace di Monaco, anche Ridley focalizza l’attenzione su una brevissima parentesi esistenziale del rispettivo protagonista, concentrando il plot su un arco temporale di dodici mesi. Tanti ne sono bastati, infatti, a cambiare la vita di un uomo e a farne un’icona mondiale. Nel caso di Jimi: All Is by My Side, quindi, non si tratta di una biografia a tuttotondo, piuttosto di uno spaccato di vita nel quale vengono toccate alcune tappe chiave del percorso umano e soprattutto artistico del celebre rocker: dalle prime esibizioni statunitensi al tour nei locali e nei teatri londinesi, passando per la fondazione della Jimi Hendrix Experience e l’incisione del primo album.
Lo script, prendendosi non poche libertà, porta sul grande schermo, romanzando, la dimensione pubblica e quella privata di un uomo destinato da lì a qualche anno a scrivere pagine importanti nella storia della musica, entrando a piedi uniti nel Mito per poi rimanerci. Ridley dipinge un ritratto in cui le suddette dimensioni entrano, come spesso accade nel caso delle biografie dei grandi nomi, in conflitto. Ne viene fuori un ritratto che restituisce le sfumature caratteriali di un uomo imprevedibile e indecifrabile, ma anche la misura di una parabola della quale si vuole descrivere solo il principio.
A calarsi nei panni scomodi e complessi di Hendrix troviamo André Benjamin, già visto in film come Four Brothers e Revolver, ma conosciuto ai più per essere da vent’anni a questa parte l’animatore del duo Hip Hop degli OutKast sotto lo pseudonimo di André 3000. La sua è un’interpretazione senza alcun dubbio convincente e sentita, alla pari del lavoro dietro la macchina da presa di Ridley. Ma sono il montaggio e le soluzioni visive che ne scaturiscono i veri punti di forza di un’operazione che, al contrario, dal punto di vista della scrittura, dei dialoghi e dei raccordi, presenta non pochi segni di cedimento strutturale per quanto riguarda l’architettura drammaturgica. Il montaggio frenetico, sporco, ellittico e frammentato, nel quale trovano armoniosamente spazio autentici inserti fotografici e preziosi materiali d’archivio, riempiono in parte il gap valorizzando la regia e lo stile utilizzato. Ne guadagnano il ritmo della narrazione e la confezione visiva, ma purtroppo non la qualità di quanto detto e raccontato che, a conti fatti, resta il vero tallone d’Achille.
Voto: 6 e ½
Francesco Del Grosso