Scheda film
Regia: Andrew Stanton
Soggetto: dal romanzo di Edgar Rice Burroghs
Sceneggiatura: Andrew Stanton, Mark Andrews, Michael Chabon
Fotografia: Dan Mindel
Montaggio: Eric Zumbrunnen
Scenografie: Nathan Crowley
Costumi: Mayes C. Rubeo
Musiche: Michael Giacchino
USA, 2012 – Fantascienza – Durata: 132′
Cast: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Willem Dafoe, Samantha Morton, Thomas Haden Church, Mark Strong, Ciarán Hinds
Uscita: 7 marzo 2012
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Su Marte non si viene e non si parte
Dopo un prologo marziano, Edgar Rice Burroughs (l’ex “spy kid” Daryl Sabara), lo scrittore di “Tarzan”, viene convocato in pieno 1881 sulla tomba dello zio Jack/John (Taylor Kitsch), capitano dell’esercito ed avventuriero dal misterioso passato, leggendo le cui memorie entra in un universo affascinante e quasi inaspettato, conosciuto dal parente tredici anni prima, quando, in fuga da soldati ed indiani, si ritrovò, a causa di un curioso medaglione, teletrasportato sul pianeta Marte, che gli abitanti chiamano Barsoom. Ad aver contribuito al viaggio sono i Thern, gli araldi della dea Issus, tra gli esseri più evoluti della rossa sfera, che sembrano godere di un culto anche sulla nostra Terra. Lì, grazie alla diversa gravità, il nostro eroe scopre di poter compiere dei salti altissimi e lunghissimi e verrà presto a conoscenza della variegata popolazione locale, dagli Uomini Rossi o Heliumiti, agli agguerriti Zodanga, fino ancora ai primitivi Thark, che lo adotteranno. John non tarderà ad accorgersi di quanto sia importante quel nuovo mondo per lui e quanto, soprattutto, egli sia importante per il pianeta rosso…
Nel centenario della sua creazione, ad un secolo di distanza da quando Burroghs, scettico e sfiduciato, firmò “Sotto le lune di Marte” addirittura con lo pseudonimo di Normal Bean, per poi riceverne nuovo slancio, il regista Andrew Stanton, al debutto con il lungometraggio live action dopo i successi di Alla ricerca di Nemo e Wall-E, porta sullo schermo il celebre personaggio di John Carter e, vista la moda imperante, lo fa persino in 3D. Trionfo della perfezione degli effetti speciali digitali, celebrazione del motion-capture (con cui sono stati realizzati tutti i Thark) e giocattolone non privo di ironia e di anima – i legami famigliari vengono trattati con il giusto rispetto e i ricordi tragici del protagonista, stanco di guerra (civile), si mischiano al presente, non molto diverso – il film intriga e diverte. Pur essendo targata Disney, la pellicola non lesina su sangue ed arti mozzati, indulgendo più volte al fascino della battaglia, e si concede numerosi elementi steampunk, rintracciabili nelle astronavi degli abitanti marziani, nel look dei Thark ed anche nella commistione tra il genere western, che occupa la prima mezzora, con quello fantascientifico del resto. Pur se si avverte qualche cedimento nel ritmo verso il finale e se qualche idea, come quella del cattivo proteiforme, non è proprio di primo pelo, John Carter (senza “di Marte”, perché Stanton ha ritenuto che, trattandosi di un film sulle sue origini, fosse ancora pleonastico) è destinato a riscuotere notevole successo presso un vasto pubblico di tutte le età.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti