Regia: Nimrod Antal
Sceneggiatura: Nimrod Antal
Fotografia: Gyula Pados
Musiche: NEO Montaggio: István Király
Anno: 2003 Nazione: Ungheria
Distribuzione: Lady Film
Durata: 106′ Data uscita in Italia: 21 ottobre 2005
Genere: drammatico-grottesco
Professore Zoltán Mucsi Muki Csaba Pindroch Lecsó Sándor Badár
Bulcsú Sándor Csányi

Per chi non fosse andato a Budapest, ora è a conoscenza di una verità ufficiale: anche la metropolitana della capitale ungherese è migliore di quella di Roma!
Eh si, perché questo film mette in mostra, con l’ironia che lo percorre interamente, il quadrante delle linee sotterranee della metropoli magiara, evidenziando quanto siano più articolate della città di Romolo e Remo, ma, bando alle considerazioni di fondo, Kontroll è un film di un giovane regista esordiente che ha deciso di ambientare la sua opera interamente in metropolitana, e che vede come personaggio protagonista un giovane colto (Bulcsù) il quale ha deciso di vivere e lavorare nascosto dal mondo, la cui vita scorre prevalentemente alla luce del giorno o in superficie.
Bulcsù conduce la sua esistenza in questa “sotto-terra” di tutti e di nessuno, facendo il controllore della metro, dove c’è un’umanità fatta di operai, di personaggi, di cunicoli e meandri che hanno una loro dimensione, che sono abitati o vissuti da persone misteriose. Pochi ci pensano, ma c’è gente che vive dentro le metropolitane, che abita i cunicoli, che passa le sue giornate nelle “budella di cemento”, in luoghi che sono intercettati dalle viscere della terra e dalle falde acquifere, dove magari chissà, esistono altre gallerie
antiche o nascoste, leggende e dimensioni sconosciuti ai più; a Roma per esempio è così.
Come ben viene esposto nella premessa del film, Kontroll non è un attacco all’efficienza delle linee metropolitane o alla professionalità di chi vi lavora, ma un’opera che ne estremizza in chiave surreale, poetica e grottesca i colori, le atmosfere, la gente che vi si trova.
Al centro della storia, peraltro dalla struttura molto semplice, c’è appunto Bulcsù, e poi capiremo perché vive giù e perché ha scelto questa dimensione di vita, ma c’è anche una componente “thriller”, e cioè il mistero di qualcuno che uccide i passeggeri solitari che attendono le ultime corse, spingendoli sui treni in arrivo, quando si riesce meglio a passare inosservati, e poi ci sono drammi personali, sfide, rivalità, amore, suicidi e personaggi di ogni risma.
Fateci caso, la gente in metro racconta e parla di tutto, anche delle cose più strane, e, se foste controllori, quando chiedereste il biglietto a qualcuno che ne sia sprovvisto, sentireste le scuse più incredibili!
Il pregio del film è proprio la sua dimensione “underground”, la scelta di attori non noti; la bellezza dei professionisti dello spettacolo quando non sono contaminati dal successo e dalla popolarità televisiva è straordinaria, trasmette, di per sé, una carica emotiva notevole che si nutre, oltre che della loro bravura, di un’energia particolare che fa da contrappunto alle ingenuità del film, ai difetti o a una relativa povertà di mezzi e di budget, che alla fine costituiscono anch’essi dei punti di forza.
Un film concepito in un altro “ventre” caldo che è quello dell’Ungheria e delle politiche di sostegno culturale e imprenditoriale di questa nazione, con il contributo della U.E.
Dopo gli apprezzamenti di Cannes dell’edizione scorsa non rimarrà molto in sala, quindi conviene approfittarne o pensare già di vederlo in DVD.
Recentemente è uscito un altro film ambientato in metropolitana, “Creep”, di cui vi è la recensione su “Central”.
Kontroll non è un grande film, ma un buon esordio.
E…nelle gallerie del trasporto pubblico della città dei sette colli, l’odore agrodolce e di banana andata a male, che ha il sapore della storia, e il percorso sotterraneo che suscita un senso di violazione dell’antico, meriterebbero di ispirare certamente un film!

Gino Pitaro newfilm@interfree.it