Scheda film

Regia: Fede Alvarez
Soggetto: basato sul film scritto e diretto da Sam Raimi
Sceneggiatura: Fede Alvarez & Rodo Sayagues Mendez
Fotografia: Aaron Morton
Montaggio: Bryan Shaw
Scenografie: Robert Gillies
Costumi: Sarah Voon
Musiche: Roque Baños
USA, 2013 – Horror – Durata: 91′
Cast: Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore, Phoenix Connolly, Jim McLarty
Uscita: 9 maggio 2013
Distribuzione: Warner Bros

 Il remake de La Casa di Sam Raimi…

Il remake de La Casa di Sam Raimi, il regista che non ama l’horror, è un omaggio fedelmente rivisitato dell’originale capolavoro del cinema horror. La nuova versione riprende buona parte della trama e delle idee forti del film originale, un demone sumero, 5 giovani in una baracca nel bosco, ma vi aggiunge effetti speciali moderni in CGI ed espedienti narrativi più “razionalisti-scientifici” che non vi anticipiamo.
Nulla di nuovo dunque nella trama, per un film senza troppe pretese, se non quelle di divertirci e riproporre a un pubblico molto più giovane un classico sempreverde della storia del cinema.
Attenzione a non uscire dalla sala prima che siano finiti i titoli di coda!
Dell’originale viene un po’ meno l’incognita, il mistero e soprattutto il finale irrisolto, qui tutto viene chiarito e spiegato fin nei dettagli, anche nei titoli di coda… come se il pubblico più moderno preferisca gli effetti in CGI a una trama meno lineare.
Ne esce un piacevole omaggio che non rimarrà nella storia del cinema probabilmente, ma comunque ci regala 90 minuti piacevoli.

Voto * *½

Vito Casale

 #IMG#Rischioso richiamarsi alla madre di ogni Cabin in the Woods…

Rischioso richiamarsi alla madre di ogni Cabin in the Woods dell’universo cinematografico, La Casa di Sam Raimi, dopo il film di Whedon e Goddard che sezionava con divertita ilarità i meccanismi del genere. Eppure per l’uruguayano Fede Alvarez è come se nulla fosse accaduto, e si getta a testa bassa in un “reboot” che è soprattutto un esercizio di necrocinema, ovvero il tentativo di rianimare una celebrata salma di un trentennio fa. Con la benedizione di Bruce Campbell e della “Ghost House” di Sam Raimi, la quale non è certo sinonimo di qualità, Alvarez si muove con la grazia di un Herbert West, assemblando pezzi di cadavere (filmico) prelevati dai primi due tasselli della trilogia e strizzando l’occhio ai fan di lungo corso.
Quando Mia entra in scena, la vediamo seduta sulla carcassa di una Oldsmobile Delta 88, l’auto guidata da Ash nel film capostipite, e non mancano la t-shirt Michigan State, la collana e fugaci inquadrature di orologi e doppiette. Naturalmente, possiamo anche contare sulla motosega e sull’immancabile soggettiva del demone. Il tono, però, è completamente differente. La sceneggiatura di Alvarez e Rodo Sayagues, mortalmente seriosa, si picca di dare ai personaggi uno spessore non richiesto, adducendo una motivazione che potrebbe anche essere credibile se sviluppata in modo adeguato.
Accade infatti che il fine della permanenza nella bucolica capanna sia quello di aiutare Mia a disintossicarsi dall’eroina. Sotto l’occhio vigile del fratello David, della sua fidanzata Natalie, dell’amico Eric e dell’infermiera Olivia, Mia fa un solenne giuramento, gettando nel pozzo l’ultima dose. Il problema è che la crisi d’astinenza è sempre dietro l’angolo ed è difficile mantenere a lungo la determinazione iniziale, soprattutto se nel frattempo si viene posseduti da un demone uscito dall’inferno. Eric, l’intellettuale del gruppo, trova in cantina il Libro dei Morti e legge la formula d’evocazione. Il grimorio in questione stavolta lascia in pace i Sumeri, ma più che a un trattato di demonologia assomiglia a un manuale di autoapprendimento, con illustrazioni che spiegano con pedanteria ogni passaggio a beneficio di evocatori (e spettatori) scarsi di comprendonio. Compie però il suo lavoro con una certa efficacia: innescare la sanguinolenta mattanza a venire.
Archiviati i puerili psicodrammi tra Mia e David a causa della mamma defunta, lasciato cadere il pretesto della disintossicazione della protagonista, Alvarez si scatena in un’orgia di Grand Guignol che non teme rivali tra gli horror dell’ultimo anno. Ma una sparachiodi che rispetta il ben noto assioma di Cechov, le ripetute automutilazioni e una biblica pioggia di sangue non sono sufficienti a elevare La Casa dalla mediocrità. Lo splatter è abbondante ma inoffensivo, e basti confrontare le due sequenze dello stupro di Mia, le Metamorfosi di Ovidio nel Tenessee, per rendersi conto di quanto Alvarez eviti il dettaglio disturbante in favore di una generica truculenza. Si cerca di sopperire alla mancanza di suspense incrementando i litri di sangue a disposizione ma, come avrebbe detto Godard, “Non è sangue. E’ rosso”. Nessuna ferita fa male davvero e al massimo ci si ritrova ad ammirare l’ottimo livello degli effetti speciali prostetici (niente CGI) di Roger Murray.
La responsabilità non è tanto da attribuire al regista, che svolge il suo lavoro con indiscutibile professionalità, quanto a una sceneggiatura ormai irricevibile, peggiorata da dialoghi tra cui spiccano alcune chicche da Esercito della Salvezza, che lasciamo il compito di scovare allo spettatore di buona volontà. Il coinvolgimento di Diablo Cody, inizialmente reclutata come sceneggiatrice e poi estromessa dal film quando ci si è resi conto che i suoi dialoghi avevano un’impronta troppo personale, la dice lunga sull’obiettivo prefissato: produrre un remake il più anonimo possibile calcando il pedale dello splatter, e poi passare all’incasso. L’aggiunta di un prologo esplicativo lascia infatti il tempo che trova, così come lo “sdoppiamento” del personaggio di Ash, le cui spoglie virtuali vengono equamente distribuite tra David e Mia.
Uniche note positive gli effetti speciali di cui sopra, la plumbea fotografia di Aaron Morton e Lou Taylor Pucci, che nel ruolo di Eric viene ridotto a un puntaspilli ambulante. Quest’ennesima “perla” della Ghost House potrà soddisfare l’ignaro spettatore, ma rischia di far seriamente imbestialire qualsiasi estimatore della trilogia originale. Stavolta, ahimè, il reparto ferramenta di Ash ha chiuso davvero.

Voto: * * *

Nicola Picchi

Alcuni materiali del film:

Clip “E’ sotto la doccia”

Intervista al cast
Clip “E’ qui nella casa, adesso”
Nuovo gioco
Clip “Morirete questa notte”
La Casa “Andrà tutto bene”
Il nuovo trailer
Intervista video a Sam Raimi e al regista Fede Alvarez
Applicazione facebook per creare la cover personalizzata con le immagini del film

Gioco “Affronta i tuoi demoni”

L’applicazione che permette di registrare con una webcam la reazione al trailer e di condividerla sui social

Teaser trailer