Scheda film
Regia: Francesco Campanini (Special guest director: Francesco Barilli)
Soggetto: Luca Magri
Sceneggiatura: Luca Magri, Chiara Agostini
Fotografia: Raoul Torresi
Montaggio: Buono Pellegrini
Scenografie: Marcella Caglieri
Costumi: Evelina Barilli
Musiche: Lelio Padovani
Italia, 2012 – Horror – Durata: 90‘
Cast: Luca Magri, Francesco Barilli, Marco Iannitello, Nina Torresi, Sara Alzetta, Paola Crecchi, Valeria Colombo
Uscita: 27 aprile 2012
Distribuzione: autodistribuzione
Sale: 14
Orrore padano
2 settembre 1947. Quattro uomini fuggono dopo aver compiuto una sanguinosa rapina in un ufficio postale che ha lasciato ferito anche uno di loro. Sono Attilio (Luca Magri), ex attore dei film repubblichini al fianco della Ferida e di Valenti e capo della banda; Ugo (Francesco Barilli), il maggiore del gruppo che ha già scontato in prigione una condanna per uxoricidio; Ciccillo (Marco Iannitello), il più giovane, rimasto segnato nella psiche da un bombardamento durante l’ultima guerra; Eurigio (Adriano Guareschi), ex artista di strada, in fin di vita dopo il colpo. Rimasti in tre, al tramonto i malviventi termineranno la loro estenuante e travagliata fuga in una casa apparentemente abbandonata tra gli Appennini. La magione si rivelerà però abitata da quattro strane donne: l’anziana zia malata, la ruvida Benigna (Sara Alzetta) e le sue figlie, Ines (Nina Torresi) e Gigia (Valeria Colombo). L’iniziale ed anelata salvezza si trasformerà presto in un’interminabile notte di terrore…
Dopo il promettente debutto con Il solitario, altro esempio di genere (noir), Francesco Campanini, ripescando nello stesso ambito cinematografico e tingendolo di horror, sembra piegarsi alla regola dell’opera seconda, che si presenta sempre più difficile della prima. Con più di un occhio al passato – il titolo che rimanda ai gialli pseudo-argentiani degli anni settanta, l’ambientazione immediatamente post-bellica, i titoli di testa a metà tra la nouvelle vague e le commedie italiane anni sessanta ed un omaggio al cinema che fu nella ricostruzione di una pellicola interpretata da Attilio (girata da Barilli) – questo La casa nel vento dei morti non presenta alcun elemento di originalità. Basti pensare alle atmosfere, all’ambientazione nella bassa, alla stessa casa ed alla famiglia di matte, le quali rimandano inevitabilmente a La casa dalle finestre che ridono di Avati. Ma, soprattutto, il film sconta la sua essenza di indipendente a basso budget, relegando ad un certo punto l’intervento delle forze dell’ordine alle sole voci fuori campo – come se i (pochi) soldi a disposizione fossero finiti tutti nel noleggio dell’auto d’epoca ed in qualche costume – e ritagliando la modesta esplosione dell’orrore negli ultimi venti minuti, dopo la solita, lunghissima preparazione sconfinante spesso nella noia.
Se si aggiunge una regia altalenante ed ancora acerba e la recitazione approssimativa di quasi tutti gli interpreti (la brava Torresi è decisamente sopra le righe) alla lunga davvero fastidiosa, malgrado il protagonista e sceneggiatore Luca Magri abbia una discreta presenza ed una bella voce diaframmatica, è facile capire quanto poco interessante sia il risultato finale. E, in questo pasticcio, anche qualche sprazzo di ironia finisce per diventare puro ridicolo involontario.
Raro perché… è un horror indipendente malriuscito.
Voto: * *
Paolo Dallimonti