Scheda film

Regia: Matthijs van Heijningen Jr.
Soggetto: dal racconto “Who Goes There?”
Sceneggiatura: Eiric Heisserer
Fotografia: Michel Abramowicz
Montaggio: Peter Boyle, Julian Clarke, Jono Griffith
Scenografie: Sean Haworth
Costumi: Luis Sequeira
Musiche: Marco Beltrami
USA/Canada, 2011 – Fantascienza/Horror – Durata: 103′
Cast: Mary Elizabeth Winstead, Joel Edgerton, Ulrich Thomsen, Eric Christian Olsen, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Paul Braunstein, Trond Espen Seim
Uscita: 27 giugno 2012
Distribuzione: Universal Pictures

 La prima “cosa” non proprio bella

È il 1982, un gatto delle nevi procede sopra i ghiacci dell’Antartide alla ricerca di un misterioso segnale proveniente dal loro interno. Quando sembra averlo individuato in tutta la sua intensità, fermandosi per rilevarlo, il mezzo sprofonda, lasciando scoprire ai suoi occupanti un immensa astronave aliena. Riportati alla base scientifica di provenienza, i tre uomini non vi giungono soli, poiché nel velivolo è stato ritrovato un corpo extraterrestre murato in un grosso blocco di ghiaccio. Mentre si inizia a studiarlo, l’alieno, vivo e vegeto si libera e comincia a scorrazzare per i laboratori, mietendo vittime e svelando presto una singolare capacità innata: quella di clonare le creature che aggredisce, fagocitandole ed assumendo la loro forma esteriore. Nella base si ingenera subito un clima di tensione, in mezzo al quale tutti capiranno presto di non potersi fidare di nessuno e di essere l’uno contro l’altro…
Il film dell’olandese Matthijs van Heijningen Jr. vuole essere non tanto un remake dell’omonimo capolavoro di John Carpenter, quanto invece un sequel, anzi potremmo definirlo, coniando un neologismo, un “intermediel” o, per essere esageratamente rigorosi, uno spin-off. Questa nuova pellicola si colloca infatti in mezzo alla primissima scena di allora, con l’astronave che entra nell’orbita terrestre, e quella dell’inseguimento dell’husky tra i ghiacci, che sarà la conclusione dell’attuale lungometraggio. Senza dimenticare che il regista di Halloween, introducendovi elementi lovecraftiani, si rifaceva a La cosa da un altro mondo di Howard Hawks, a sua volta tratto dal racconto “Who Goes There?” di John W. Campbell Jr., fonte d’ispirazione dichiarata anche per quest’opera.
Bisogna dire che Matthijs van Heijningen Jr. ed il suo sceneggiatore Eric Heisserer ce la mettono tutta per istillare nuova linfa in un film che già non brillava di per sé per l’originalità del soggetto: un gruppo di essere umani confinati in un ambiente ostile ed alle prese con un pericolosissimo mostro, idea che evoca ad esempio Alien. L’inserimento di una donna, Kate Loyd (Mary Elizabeth Winstead), quale protagonista nel gruppo tutto maschile e l’invenzione del rigetto da parte dell’alieno di corpi estranei all’interno delle sue vittime, che facilità così il suo riconoscimento, anche se questo fa tanto spiegone all’americana, sono un paio di novità non trascurabili.
Per il resto la costruzione della tensione è molto buona e tra un omaggio e l’altro a Carpenter – alcune mutazioni sono proprio clonate – i corpi si dilaniano con dispiego di effetti digitali tesi ad integrare il più possibile quelli animatronici – gli unici che allora il mago Rob Bottin potesse permettersi – comunque ancora utilizzati per rendere più realistiche e convincenti le reazioni degli attori.
Per quanto interessante, questo La cosa non si avvicina però ai livelli di tensione ed alle tematiche di disgregazione dell’umanità e di diffidenza del film di trent’anni prima, così come le musiche di Marco Beltrami – un altro italiano – non possono competere con quelle di Morricone che cercava di ricreare le atmosfere delle musiche dello stesso Carpenter, quasi solitamente autore delle proprie colonne sonore.
Un film schizofrenicamente destinato a fan ultra-sfegatati o a spettatori totalmente vergini.

Voto: 6

Paolo Dallimonti